Il 23 agosto 1993, durante il Dangerous Tour a Bangkok, Michael Jackson è accusato per la prima volta di presunte molestie sessuali su minore.
Evan Chandler, dentista radiato dall’albo di Beverly Hills, lo accusa di abusi sessuali su suo figlio Jordan, allora minorenne. Chandler formalizza l’accusa in sede civile e non penale, con lo scopo di ottenere da Michael Jackson un risarcimento in denaro. In seguito alle accuse, la Pepsi-Cola, sponsor del cantante, annulla il contratto per l’impatto mediatico negativo che ha travolto l’immagine di Jackson, che è costretto a cancellare metà delle date del Dangerous Tour e poi a sospenderlo del tutto.
Pochi giorni dopo la fine del tour, Jackson ammette di essere diventato dipendente dagli antidolorifici e decide di andare in una clinica di riabilitazione. Il 22 dicembre Jackson risponde via satellite da Neverland dichiarandosi “totalmente innocente“.
Il 25 gennaio 1994 all’accusatore viene versata una imprecisata somma di denaro. Il cantante non denuncia in sede legale i Chandler per estorsione, ma pretende che la sua totale estraneità ai fatti per i quali viene accusato sia messa nera su bianco nel documento che successivamente è depositato in tribunale.
Soltanto in seguito si viene a sapere di telefonate che dimostrano l’innocenza di Jackson: in esse Evan Chandler parla con il suo avvocato dicendo di volere distruggere sua moglie, amica del cantante, e lo stesso Jackson perché non gli ha prestato dei soldi.
Negli anni lo stesso Jordan Chandler denuncia suo padre per tentato omicidio. Il 5 novembre 2009, cinque mesi dopo la morte di Jackson, il padre del ragazzo viene trovato senza vita, dopo essersi sparato con una pistola in una camera d’albergo.
A partire dal maggio 2002, Michael Jackson permette ad una troupe televisiva capeggiata dal giornalista inglese Martin Bashir di seguirlo ovunque andasse. Nel febbraio del 2003 viene mandato in onda Living with Michael Jackson: in una scena, si vede Jackson mano nella mano con Gavin Arvizo, allora tredicenne malato di cancro, e il cantante ammette di aver condiviso con lui la stanza da letto, ma non il letto.
Questo episodio causa qualche protesta tra i detrattori di Jackson a causa delle precedenti accuse. Jackson si sente tradito dal montaggio che Bashir da al documentario e lo accusa di averlo mostrato in maniera distorta.
Ciò viene dimostrato anche durante il processo che il cantante deve subíre per molestie su minore, in quanto gli spezzoni tagliati da Bashir vengono proiettati in aula.
Dopo la messa in onda del documentario, l’ufficio del procuratore della contea di Santa Barbara inizia un’indagine penale. Il Dipartimento di Polizia di Los Angeles e il Servizio per la Protezione dei Bambini (DCFS) arrivano alla conclusione che le accuse di molestia sono infondate.
Alla stessa conclusione arriva anche l’FBI, che ha aperto un’inchiesta. Inizialmente la famiglia del giovane coinvolto nel documentario difende Michael Jackson, in seguito dice agli investigatori che il cantante si era invece comportato impropriamente ma, secondo loro, solo dopo e non prima della messa in onda del documentario, causando qualche dubbio sulla veridicità delle accuse che infatti si rivelano false durante il processo.
Il 19 novembre 2003, mentre Jackson è a Las Vegas per girare il video dell’inedita One More Chance, la polizia di Santa Barbara perquisisceì il Neverland Ranch e spedisce al cantante un mandato d’arresto per presunti abusi sessuali su minori.
Jackson è arrestato con a carico sette capi d’imputazione per presunte molestie su minore e due accuse per presunta somministrazione di un agente intossicante a un tredicenne. Il Processo a Michael Jackson inizia il 31 gennaio del 2005 a Santa Maria, nello stato della California, e dura fino alla fine del maggio seguente. Il 13 giugno 2005 Michael Jackson viene assolto con formula piena da tutte le accuse. Si trattava di 14 capi di imputazione.
Il 25 giugno 2009, mentre si trova nella sua casa di Holmby Hills a Los Angeles, Michael Jackson muore in seguito ad un attacco cardiaco provocato da un’intossicazione da propofol, a meno di tre settimane dall’inizio dei suoi concerti a Londra.
La morte di Jackson è stata definita “l’evento mediatico più grande di sempre” e molti siti internet vanno in tilt sotto il peso delle continue ricerche riguardanti la morte dell’artista. La cerimonia funebre pubblica tenutasi il 7 luglio allo Staples Center viene seguita da un’audience stimata tra i 2,5 e i 3 miliardi di persone in tutto il mondo, rendendola la trasmissione televisiva e l’evento in streaming-on line più visto della storia.
Il 3 settembre successivo viene organizzata una cerimonia funebre in forma privata al Forest Lawn Memorial Park di Glendale, il cimitero delle celebrità, dove il corpo di Jackson è stato sepolto.
Le vendite dei soli album superarono le 8 milioni di copie negli Stati Uniti e le oltre 30 nel resto del mondo, facendo di Jackson l’artista più venduto del 2009.
Il 28 ottobre la Sony pubblica un film documentario contenente le riprese delle prove dei concerti previsti a Londra, Michael Jackson’s This Is It. Nonostante il numero limitato di due settimane (ma il termine venne prorogato in diversi Paesi data la straordinaria affluenza di pubblico), diventa la pellicola con il più alto incasso per un documentario o un film concerto, guadagnando oltre 261 milioni di dollari in tutto il mondo.
L’eredità di Michael Jackson (circa 1 miliardo di dollari con 500 milioni di debiti[193]) va a sua madre Katherine, ai tre figli e a delle associazioni benefiche. Non viene lasciato niente al padre, pare a causa dei dissensi tra i due.