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Quando la Guerra Fredda incontra il Rock’n’roll: i Beatles ad Amburgo (1960-1962) [Prima Parte].

Pochi giorni fa – il 9 Novembre – è scoccato il 30º anniversario di uno degli eventi che hanno segnato il Novecento determinando lo spartiacque tra due epoche.

In quel 1989 cadeva un muro, anzi il Muro, quel severo corpo estraneo che per quasi trent’anni aveva tagliato in due metà la città di Berlino, lacerata tra il controllo di Gran Bretagna, Francia e Stati Uniti da un lato e Unione Sovietica dall’altro.

Tutto era iniziato nell’Agosto 1961, quando la malta stesa tra le fila di blocchi di cemento aveva chiaramente diviso vite, amicizie e famiglie. L’impiego di filo spinato e l’erezione di torrette di guardia avevano completato l’opera. Chiunque avesse tentato la fuga – assai rocambolesca – d’ora in avanti avrebbe seriamente rischiato di lasciarci le penne, e coloro che morirono per i colpi delle sentinelle non furono pochi.

Ad essere divisa non era stata solamente Berlino, ma l’intera Germania, punita dopo la Seconda Guerra Mondiale. Tra le città del paese spiccava Amburgo, realtà urbana di grandi dimensioni nonché porto di tutto rispetto. Nel dopoguerra i nuovi confini l’avevano posta nella Germania Ovest. All’inizio degli anni Sessanta dei bombardamenti non vi era più traccia o quasi; il benessere diventava evidente, dal momento che numerosi erano i locali che iniziavano la loro attività nel campo dell’intrattenimento, sia che si trattasse di musica dal vivo che di spogliarelli.

All’inizio di quel decennio che, soprattutto dal punto di vista musicale, sarebbe divenuto memorabile, aveva iniziato a prendere piede la prassi di mandare i gruppi emergenti in Germania affinché si cimentassero in una palestra che non aveva nulla da invidiare al lavoro in fabbrica. Se volevi diventare un musicista con i fiocchi dovevi farti venire le vesciche a furia di suonare e dovevi imparare a stare sul palco, in special modo a stabilire un rapporto col pubblico.

L’Amburgo dei primi anni Sessanta si era cucita addosso – non senza motivo – la fama di città malfamata, dove non era affatto raro incappare in personaggi poco raccomandabili. Detto ciò possiamo immaginare di che pasta fosse fatto il pubblico che gli aspiranti rockers trovavano alle loro serate.

Tra i vari gruppi che misero piede in terra tedesca ve ne era uno proveniente da Liverpool, altra città portuale. Avevano iniziato a suonare chiamandosi Quarrymen, da Quarry Bank High School, nome della scuola frequentata da un “certo” John Lennon, uno dei membri del gruppo. Avevano successivamente cambiato nome in Johnny and The Moondogs – ma era durato lo spazio di qualche esibizione – ma la svolta era arrivata quando tra i membri del gruppo aveva fatto il suo ingresso Stuart Sutcliffe, coetaneo e compagno di studi di Lennon.

Partendo dallo skiffle, genere musicale suonato da numerosissimi adolescenti britannici con strumenti poveri (asse da bucato da lavandaia, basso fatto con manico di scopa, una corda e una scatola di risonanza, pettine e carta, chitarre fatte con scatole di sigari), si erano ben presto spostati verso il Rock’n’roll. Evoluzione prevedibile, dato che tutto ciò che arrivava dall’America era una ventata di aria fresca nella Gran Bretagna del dopoguerra.

Nel corso dell’evoluzione stilistica il gruppo – senza contare le inevitabili defezioni – aveva reclutato due figure che, insieme a Lennon, avrebbero fatto la Storia: Paul McCartney e George Harrison. Nel frattempo – su suggerimento di Sutcliffe – erano divenuti i Beatals, in omaggio ai Crickets di Buddy Holly, per trasformarsi nuovamente nei Silver Beetles. Cambiavano i nomi, ma continuava a mancare un batterista che desse spessore al gruppo e che non sparisse dalla circolazione dopo una manciata di performances.

Paul aveva subito pensato a Pete Best, coetaneo che aveva visto suonare al Casbah Coffee Club, locale di Liverpool aperto da sua madre Mona nello scantinato della loro casa. L’audizione che ne avrebbe decretato l’eventuale appartenenza al gruppo – pura formalità, dato che non si era riuscito a trovare nessuno che volesse viaggiare sino ad Amburgo – si tenne al Jacaranda Club, locale posseduto da Alan Williams.

A metà Agosto 1960 i Beatles, come ora si chiamavano, erano pronti a partire per la prima esperienza seria della loro vita. Entrarono in contatto con Bruno Koschmider, imprenditore proprietario di alcuni strip clubs convertiti in locali di musica dal vivo, e di un cinema, quel Bambi Kino dietro al cui schermo era situato il lurido e squallido tugurio in cui i cinque musicisti avrebbero subito trovato alloggio.

La prima permanenza dei Beatles all’estero sarebbe durata poco più di tre mesi, durante i quali si sarebbero esibiti all’Indra Club. Il locale ben presto chiuse i battenti a causa delle rimostranze per il fracasso che evidentemente aveva infastidito non poco il vicinato. Koschmider probabilmente non ne fece una tragedia, dal momento che trasferì i Beatles in un altro dei suoi club, il Kaiserkeller (letteralmente “la cantina dell’imperatore”). A rovinare il tutto erano bastate delle esibizioni al Top Ten Club, posseduto da Peter Eckhorn, rivale di Koschmider.

L’impresario, probabilmente offeso da tale sacrilegio, si vendicò dando loro il preavviso di un mese per fare i bagagli e denunciando Harrison alle autorità competenti per aver mentito riguardo alla propria età (essendo del 1943, all’epoca aveva solo 17 anni). Fu rispedito senza troppi complimenti a Liverpool. McCartney e Pete Best lo seguirono poco dopo, dal momento che per raccattare i propri effetti personali diedero fuoco ad un preservativo per tentare di illuminare il buio pesto in cui erano immersi.

Quanto a Lennon, lui ritornò a casa a fine anno, mentre Sutcliffe rimase in Germania sino a Febbraio 1961, dato che nel frattempo aveva iniziato una storia con la fotografa Astrid Kirchherr (n. 1938), che si sarebbe rivelata assai importante nel determinare le origini del look del gruppo, soprattutto nel taglio di capelli. Con Astrid oltretutto la fotografia inizia a documentare una storia che nessuno, sino a quel momento, immagina sarà leggendaria.

Un racconto più dettagliato dell’avventura tedesca del gruppo ai suoi esordi sarà il tema della prossima puntata. Non perdetevela !

 

— Onda Musicale

Tags: John Lennon, The Beatles, Paul McCartney, Liverpool, Amburgo, George Harrison, Pete Best, Quarrymen
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