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Navigare nel mondo della fantasia: Yellow Submarine (1969 e 1999) [Prima Parte].

Nelle due guerre i sottomarini si sono dimostrati una delle armi più efficaci (o vigliacche, dipende dai punti di vista) nel condurre azioni vittoriose contro il nemico. 

Quando non procedeva sott’acqua, il sottomarino – proprio come i pesci – emergeva, diventando chiaramente visibile. Per renderlo difficile da individuare si erano escogitate livree mimetiche che quasi ipnotizzavano binocoli e periscopi.

Nella storia del cinema ci sono stati anche sottomarini fantastici, comici e per bambini. Nel primo caso non possiamo che pensare al celeberrimo Nautilus, concepito nel 1870 da Jules Verne e divenuto protagonista di innumerevoli film, il primo dei quali risale al 1905. Tra i sottomarini comici il più famoso (e riuscito) è quello di color rosa protagonista dell’indimenticabile film del 1959 “Operazione Sottoveste, opera di Blake Edwards (l’autore de La Pantera Rosa).

Cary Grant e Tony Curtis

Tra i sottomarini pensati per i più piccoli il più conosciuto è di un giallo splendente, capacissimo di navigare in mondi e mari collocati nel regno della fantasia, un trionfo di musica e colore posto al di là del mondo reale.

Due anni fa, nel Luglio 2018, si è celebrato il 50° anniversario di uno dei più colorati e variopinti film mai realizzati nella storia del cinema: Yellow Submarine. (leggi l’articolo) Uscito in un’epoca in cui i musicisti erano quasi sempre tenuti – per ovvie ragioni contrattuali – a realizzare tot LP e tot film in un determinato arco di tempo, il lungometraggio è l’unica opera dei Beatles in cui il gruppo non compare fisicamente (se non in un cameo alla fine della pellicola).

In questo articolo ci interessa conversare della colonna sonora dell’album, pubblicata come 11° disco (contando anche Magical Mystery Tour) il 13 Gennaio 1969 negli Stati Uniti e nel Regno Unito il 17 dello stesso mese. Furono scelte tali date per evitare che la nuova uscita si scontrasse con la mole del White Album, il quale era stato pubblicato nemmeno due mesi prima. La fama di tale prodotto, nonostante tutto, ne fu un pochino offuscata (infatti il disco è generalmente considerato come un prodotto sì interessante, ma non fondamentale nella discografia del gruppo di Liverpool).

Qualche cenno circa l’evoluzione della struttura del disco. L’idea iniziale di pubblicarlo nel formato EP (che, lo ricordiamo, è un vinile da 45 giri sul quale sono generalmente incise 4 canzoni, cioè il doppio di un singolo) fu contemplata per il Settembre 1968, ma si decise di rimandare il tutto a data da destinarsi, affinché non ci fossero interferenze con il Progetto White Album.

Tra le critiche indirizzate ai Beatles, una volta pubblicato il nuovo lavoro (strettamente abbinato al film omonimo), il fatto che avessero realizzato un LP con solo 4 nuove canzoni, dato che le restanti due del Lato A erano già state pubblicate (“Yellow Submarine” – nel 1966, come singolo tratto dall’album Revolver – e “All You Need Is Love” – nel 1967, come singolo anticipatore dell’album Magical Mystery Tour), mentre l’intero Lato B era dedicato agli arrangiamenti orchestrali di George Martin.

Come tutta risposta, il gruppo pensò di ri-pubblicare Yellow Submarine come un EP da 5 tracce: sarebbe stato composto da “Only a Northern Song” / “Hey Bulldog” / “Across the Universe” [Lato A]; “All Together Now” / “It’s All Too Much” [Lato B]. La scaletta fu imbastita – forse a livello di acetato – nel Marzo 1969, ma non vide mai la luce.

Il racconto del disco prosegue nella prossima puntata. Non mancate.

— Onda Musicale

Tags: The Beatles, George Martin, Yellow Submarine
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