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Navigare nel mondo della fantasia: Yellow Submarine (1969 e 1999) [Seconda Parte].

Tuffiamoci brevemente in una rassegna delle canzoni e delle orchestrazioni del disco. Eccetto le due canzoni già pubblicate come singoli, il primo pezzo a vedere ufficialmente la luce in realtà era stato scartato dall’inclusione in Sgt. Pepper’s

Stiamo parlando di “Only A Northern Song”. Registrata a Febbraio 1967 e completata in Aprile, è un pezzo in cui il protagonista – lo stesso Harrison – denuncia il fatto che “non importa che accordi suoni / è solo una canzone (pubblicata dalla) Northern Songs”. La Northern Songs, fondata da Lennon, McCartney, Epstein (insieme ad altre figure) nel 1963, era la società detentrice dei diritti relativi al catalogo Beatles. Rispetto ai colleghi John e Paul, George – esattamente come Ringo – deteneva una percentuale irrisoria di azioni societarie, oltre a non essere proprietario dei diritti relativi alle sue composizioni, situazione per cui tanto valeva scrivere qualsiasi cosa, tanto alla Northern Songs la questione non interessava. Un pezzo satirico che ricorda le posizioni di un Ray Davies. Quanto alle sonorità, è un curioso ed originale esempio di psichedelia, dato che alla traccia strumentale (basata sull’Hammond) furono aggiunti una tromba sgangherata, alcuni spezzoni recitati, un tocco di glockenspiel, rumori elettronici, colpi di timpano.

Il secondo nuovo pezzo proveniva anch’esso dal 1967, ma era stato realizzato in un momento di tranquillità nella tabella di marcia dei Beatles, dato che a metà Maggio (il 12, per l’esattezza) il gruppo aveva da poco concluso le sedute per la realizzazione di Sgt. Pepper’s e aveva pian piano iniziato a dare corpo al nuovo progetto. “All Together Now” (a firma McCartney) è una simpatica e buffa filastrocca per bambini, un ritmo allegro che spinge tutti a cantare in una divertente combriccola. Anche se i fan più severi la etichettano come spazzatura, si tratta di una canzoncina che qualsiasi artista mediocre pagherebbe oro per aver scritto.

Altro pezzo nato nello stesso frangente – la transizione da Pepper a Magical Mystery (Maggio/Giugno 1967) – “It’s All Too Much” (a firma Harrison) è forse uno dei capolavori della rutilante stagione della psichedelia, dell’anno in cui trionfa l’amore in mezzo ai fiori. La canzone, accesa dalla sperimentazione dell’acido lisergico, esplode nel trionfo della luce che nasce dall’amore, fiorisce in un inno in cui si fondono il feedback della chitarra e gli ottoni (che, pur citando la “Prince Of Denmark March”, ricordano, non a caso, “All You Need Is Love”).

L’ultima delle nuove canzoni era la più “recente”, dato che era stata concepita già in relazione al film, venendo registrata in una sessione dell’11 Febbraio 1968. Si tratta di “Hey Bulldog”. Il brano, dal testo particolarmente misterioso, si ricorda non solo per il suo ritmo – sostenuto da un pianoforte ben marcato nonché da un meraviglioso e corposo basso – ma anche dal tagliente assolo di chitarra eseguito da Harrison.

Quanto alla parte orchestrale, Martin la registrò nelle sedute del 22 e 23 Ottobre 1968 (appena dopo la conclusione dei lavori per The Beatles). Un mese dopo, in vista della costruzione definitiva del disco, la sezione fu aggiunta ai brani già selezionati. Il Lato B, a ben guardare, sembra quasi un’anticipazione – in chiave classica – di quel “long medley” che troveremo in Abbey Road. Martin, straordinario compositore, riesce a collocare le note in maniera da far navigare il sottomarino da un mare all’altro, dato che attraversa il mare del tempo (“Sea Of Time”) e quello dei buchi (“Sea Of Holes”). Nel mare dei mostri (“Sea Of Monsters”) il sottomarino si imbatte in varie creature inquietanti, tra cui i Biechi Blu (in originale, “Blue Meanies”), questi ultimi diretti responsabili dell’abbruttimento di Pepperland, un paradiso pietrificato e privato di ogni parvenza di colore e di vita proprio da chi odia la Musica.

La storia del film per fortuna volge a lieto fine, dato che la Sgt. Pepper’s Lonely Hearts Club Band riesce ad avere la meglio sull’esercito dei Blue Meanies. Pepperland riacquista il perduto splendore, e lo comprendiamo dal registro lieto e festoso dell’ultima composizione, “Yellow Submarine In Pepperland”, rielaborazione – con un tocco di tarantella – del celeberrimo brano.

Il successo di Yellow Submarine, più dovuto al film che non alla colonna sonora, fu potenziato dalla pubblicazione – nel 1999 – della Yellow Submarine Songtrack, disco in cui le canzoni del disco originale venivano affiancate da altri nove pezzi presenti nel film. La suite di Martin, di contro, veniva rimossa, ma senza compromettere la qualità del prodotto.

Per avere una percezione completa della parte musicale del film, consiglio di acquistare sia il disco del 1969 (in CD oppure in LP, non importa) che quello del 1999. Una vera delizia per i fan.

— Onda Musicale

Tags: Ringo Starr, George Harrison, Ray Davies
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