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Durissimo attacco di Jon Carin ai Pink Floyd (forse il bersaglio è David Gilmour?)

“Vorrei ringraziare A Fleeting Glimpse (sito non ‘ufficiale’ dedicato al mondo Pink Floyd, di base in Australia, n.d.r.) per la loro gentilezza e generosità nel menzionare la mia musica.”

“Suppongo che A Fleeting Glimpse sia ora il sito web “ufficiale” dei Pink Floyd alla luce degli altri siti che non menzionano collaboratori di lunga data (35 anni per me, cosa non da poco) e, cosa più importante, Roger, il leader della band e principale autore e progettatore nel periodo storico più creativo della band. Ho dovuto fare molti respiri profondi per trovare il coraggio di pubblicare la mia musica, e ce n’è già tanta, quindi sono molto grato a chiunque mi sia stato di supporto. Volevo solo fare la mia parte per aiutare le persone a passare il tempo in questo strano momento che stiamo attraversando tutti insieme. Ho pensato che queste poche canzoni fossero le più adatte ai tempi. Continuerò a tirarne fuori di più se lo desiderate.”

È il testo del post pubblicato ieri sera da Jon Carin (tastierista/chitarrista/cantante collaboratore dei Pink Floyd di Gilmour dal 1985 e di Roger Waters dal 2006) sulle sue pagine social, con un attacco durissimo a chi oggi gestisce la comunicazione web Pink Floyd, “reo” di non menzionare i prodotti artistici di “collaboratori di lunga data” (35 anni per Jon Carin) e soprattutto di Roger Waters, “il leader della band e principale autore e progettatore nel periodo storico più creativo della band”.

Carin non cita Gilmour, ma è facile individuare lui e il suo management quali veri destinatari dell’attacco, che arriva due mesi dopo quello – ancora più diretto ed esplicito – di Roger Waters che espresse lo stesso concetto in un breve video social del 19 maggio scorso. Allora Waters lamentò che la sua nuova versione di “Mother”, rilasciata due giorni prima, non era stata ospitata – così come il film-concerto “Us + Them” – sulle pagine web Pink Floyd.

Stavolta è Jon Carin a rivendicare la vetrina sui canali Pink Floyd per la sua canzone nuova “Like A Drug”, pubblicata in digitale il 4 agosto scorso. Ma Carin non è nuovo nel manifestare questa insofferenza: il 21 ottobre 2019, in occasione del suo 55esimo compleanno, scrisse su Facebook: Nei giorni prima che i Blue Meanies invadessero Pepperland e prendessero il sopravvento sulla pagina Facebook ufficiale dei Pink Floyd, si augurava il buon compleanno agli ex allievi.”

Tornando ancora più indietro nel tempo, al 2016, l’uscita dalla band di Gilmour in pieno “Rattle That Lock” tour per raggiungere Waters in America che cominciava a preparare gli spettacoli di settembre/ottobre in Messico e a Coachella, alla luce degli odierni accadimenti può essere letta come una scelta di campo pro-Waters da parte di Jon Carin, mal digerita dal clan Gilmour.

Nel 2006, Jon Carin faceva parte della tour band sia di Gilmour che di Waters – entrambi in tour, appunto – ma riuscì a suonare con entrambi, forse anche grazie ad un più o meno tacito accordo sulle date che lo permetteva.

Di sicuro le durissime dichiarazioni di Waters prima e adesso di Carin confermano il fallimento del “trattato di pace” proposto da Roger nel giugno 2019 e segnalano una profonda spaccatura nel mondo Pink Floyd che allontana la speranza di future  e produttive collaborazioni, se non per un ritorno insieme sul palco, almeno per una efficace gestione del catalogo (la riedizione dell’album “Animals”, il video dei concerti di “The Wall” 1980-’81, ecc…).

In tal senso, già l’esclusione lo scorso anno dal box “The Later Years” della storica reunion Pink Floyd / Waters al Live 8 del 2005 è stata una gravissima conseguenza delle forti tensioni in atto.

— Onda Musicale

Tags: David Gilmour, Roger Waters, Animals, The Wall
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