Era febbraio del 1967 quando i Jefferson Airplane pubblicarono Surrealistic Pillow, il secondo album della loro carriera.
Fu l’album di maggior successo della band di San Francisco, quello del consolidamento della formazione storica composta dal trio di chitarre Marty Balin, Paul Kantner e Jorma Kaukonen, dal bassista Jack Casady, dal batterista Spencer Dryden e dalla nuova entrata Grace Slick, voce, che da poco era entrata a far parte del gruppo in sostituzione di Signe Toly Anderson.
La “summer of love”
A pochi mesi dall’uscita dell’album, in estate, San Francisco diviene il fulcro della Summer of Love: migliaia di persone si riversarono in California, manifestando il desiderio di vivere in pace e amore, spinti dallo sdegno verso la guerra del Vietnam; fu l’epoca d’oro degli hippie, si sdoganò l’uso di sostanze stupefacenti e si diffuse lo stile psichedelico nella musica e nell’arte.
Il disco
E’ una raccolta di brani che fondono folk, rock, jazz e blues: una sintesi delle origini musicali da cui provenivano i singoli membri del gruppo.
Si tratta di un disco corale, nel senso che ogni musicista ha il suo ruolo ben definito, senza che emerga la figura ingombrante di un leader: i brani sono cantati da diverse voci soliste, e spesso si fondono in cori che danno al disco uno spiccato taglio melodico, che all’epoca seppero conquistare l’apprezzamento del pubblico.
Nell’album spiccano le hit Somebody to Love e White Rabbit, portati da Grace Slick in dote dal suo ex gruppo Great Society, e destinati a divenire nei decenni successivi i brani più noti del repertorio dei Jefferson Airplane.
Somebody to Love è l’inno al Peace & Love che trainò il grande successo dell’album, musicalmente graffiante e d’impatto. Il testo canta l’amore come unico conforto alle delusioni provocate da una società che mortifica l’individuo: “Quando la verità si scopre essere una bugia – E tutta la gioia dentro di te muore – Non vuoi qualcuno da amare?”.
Altro brano che rimase nella storia del rock è White Rabbit, scritto in meno di un’ora da Grace Slick sotto l’effetto di LSD.
Il brano è una esplicita allusione all’uso di droghe e si ispira al romanzo Alice nel paese delle meraviglie di Lewis Carrol (da cui il personaggio del Bianconiglio – White Rabbit che dà il titolo alla canzone), ma che c’entrano le droghe con l’innocente Alice?
Secondo Slick, in molti racconti per l’infanzia si parla di sostanze magiche che consentono ai protagonisti avventure ai limiti della realtà, per cui non ha molto senso stupirsi se i bambini che ascoltano queste storie, da grandi, assumono stupefacenti.
I personaggi di Carrol
sono quindi la metafora della controcultura hippie e della ricerca di una dimensione interiore attraverso il consumo di LSD e funghi allucinogeni, ma ebbero anche un altro ruolo importante: la presenza di queste figure dell’immaginario infantile nascose alla censura il vero messaggio del brano, che fu trasmesso senza alcuna limitazione da radio e televisioni.
Dal punto di vista musicale, la canzone è un crescendo emozionante in cui gli strumenti e la voce di Slick aumentano progressivamente dì intensità, in un ritmo spagnoleggiante che riprende quello del Bolero di Ravel e che sul più bello si interrompe bruscamente.
Un inno alla summer of love
Questi due brani di Surrealistic Pillow diventarono l’inno della Summer of Love e diedero ai Jefferson Airplane un enorme successo internazionale, tanto da guadagnarsi l’invito per i festival di Monterey, di Woodstock e dell’Isola di Wight e ascoltando il disco si può facilmente immaginare di viaggiare su un furgoncino Volkswagen, in compagnia di ragazzi vestiti a fiori e circondati da nebbie strane; è una sensazione che con la sensibilità di oggi appare un po’ anacronistica, ma quello era il trend di quel 1967.
In quei mesi uscirono, tra gli altri, Sgt. Pepper’s Lonely Hearts Club Band dei Beatles, The Doors dei Doors e il primo album omonimo dei Grateful Dead, dischi emblematici per il rock psichedelico.