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Harvest: l’elegante viaggio in camicia di Neil Young

La camicia di flanella, per alcuni un simbolo di montagna, per altri un simbolo di autentica semplicità, per altri ancora un autentico stemma musicale. Stemma musicale? Alcuni di voi ora cominceranno a chiedersi se sto diventando matto…

Come può una semplice camicia di flanella, diventare nel corso degli anni un patrimonio artistico di inestimabile valore? Io un’idea ce l’avrei… Basta domandarlo a quel vecchio volpone di Neil Young.

Neil Young, un grande uomo di mondo, un grandissimo sognatore. Ai suoi esordi, con i Buffalo Springfield, nel lontano 1966, Neil non avrebbe mai immaginato che la sua vecchia camicia di flanella sarebbe poi diventata un culto mondiale. Un culto tramandato di generazione in generazione, capace di attraversare la classica acustica da saloon, fino ad arrivare alle bozze grezze del primo rock anni settanta.

Artista incredibile, questo Neil Young. Versatile, acerbo, crudo ma anche maturo. Lui e la sua chitarra, lui e la sua camicia. Il rock, il country, il folk, le corde del suo repertorio. Artista di primo stampo, salito alla ribalta con gli amici Crosby, Stills & Nash agli inizi dei mitici settanta, capace di portare in musica, soprattutto in ambito rock, temi quali perdita e dolore, tristezza e malinconia. Artista in grado di esaltare il grande pubblico con album del calibro di After The Gold Rush e Harvest.

Un artista strepitoso questo Neil Young, autentico pioniere del grunge anni novanta ma allo stesso tempo considerato uno dei precursori più inaspettati del mondo punk. Caratterizzato da una voce nasale praticamente inconfondibile, con il suo essere solitario e tormentato, Neil rappresenta tuttora l’icona country rock per eccellenza.

Harvest… ovvero il “raccolto” di Young. Un album praticamente perfetto, stroncato da Rolling Stone alla sua uscita, ma rivitalizzato dalla stessa rivista statunitense nel corso dei tempi. Variegato, profondo, poeticamente meraviglioso, Harvest rappresenta il capolavoro di Neil Young. Caratterizzato da tonalità diverse e variopinte, l’album ospita personaggi di spessore esorbitante, come David Crosby, Stephen Stills, Graham Nash e James Taylor.

Progetto di notevole importanza politica e sociale, Harvest scorre tra note country rock di livello eccelso, trattando temi importantissimi, come il razzismo e la droga.

Improntato su un grande dialogo tra chitarra e band, il progetto di Neil si fonda su una grande capacità comunicativa tra brani come Alabama, dove il tema del razzismo è molto trattato e approfondito e The Needle And The Damage Done dove a fare la parte del protagonista troviamo la dipendenza dalla droga.

A fare da corollario all’album, si collocano brani semplici e orecchiabili come Harvest e Words, sognanti e allo stesso tempo apprezzabilissimi da un punto di vista concettuale.

Harvest rappresenta il vero e proprio trionfo discografico del mitico Neil Young, entrando di diritto in tutte le classifiche di ascolto e di vendita e diventando un must del genere a livello mondiale. La critica tuttavia non risparmia nulla e questo lo sappiamo bene. Neil viene accusato di maschilismo nella stesura di A Man Needs A Maid, narrante il suo pazzo amore per l’attrice Carrie Snodgress, destinata poi a diventare la sua compagna di vita.

Da un punto di vista storico e culturale, l’album rappresenta un autentico segnalibro. I due lati del disco offrono spunti di varia lettura. Da una parte temi popolari, country, strettamente legati alla famiglia e all’attaccamento per il proprio paese, dall’altra temi più difficili e socialmente scorretti come droga e razzismo, ma anche molto delicati come vecchiaia e malattia.

La grandezza poetica di Neil è immensa, un perfetto connubio di saggezza e contemporaneità, una congiunzione astrale tra miti popolari canonici e temi a delicatissimo sfondo sociale. In questo senso, Neil Young rappresenta un’icona musicale per le generazioni passate e quelle future, un simbolo in grado di soddisfare le aspettative di più fasce di pubblico.

Da un punto di vista musicale, Harvest rappresenta un capolavoro a tutti gli effetti. Intriso di armonie tristi e malinconiche, l’album è una miscela perfetta di melodie country, ballate acustiche e sfumature blues. Assolutamente straordinario lo scambio di battute continuo tra la chitarra di Neil e il resto della band, nella splendida Words.

La London Symphony Orchestra fa da contorno ad un progetto quindi imperdibile, da collezionare e custodire accuratamente nella propria collezione personale e da ascoltare veramente in modo attento e scrupoloso, magari indossando una semplice camicia di flanella…

Vi lascio con delle parole meravigliose pronunciate proprio dal mitico Neil:

Mi piace l’idea di poter viaggiare con la mente, di poter andare da un posto all’altro con la fantasia, chiudere gli occhi e farsi trasportare dalla musica, poter andare in giro per il mondo, ovunque perché l’immaginazione è infinita

Stay Tuned.

— Onda Musicale

Tags: Neil Young, Buffalo Springfield, Harvest, James Taylor
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