“Come musicista era una figura eccezionale perché apparteneva a due mondi: quello della musica rock e quello della musica contemporanea. Ed entrambe le tipologie del suo lavoro gli sopravviveranno”. Pierre Boules, maestro d’orchestra.
Agli inizi degli anni Settanta la music rock era abbastanza frammentata sul territorio della Perfida Albione. Oltre ai Beatles e ai loro esperimenti musicali tra le sonorità indiane (l’uso geniale del sitar) e il rythm and blues, abbiamo l’apparizione sulla scena di un gruppo destinato a scrivere – tutt’oggi, sebbene divisioni interne – la storia della musica: i Pink Floyd.
La band di Roger Waters, David Gilmour, dell’iniziale Sid Barret, Richard Wright e Nick Mason sperimenterà, e porterà avanti per molti anni, la musica cosidetta psicoedelica, che grazie al’uso di particolari effetti sonori e visivi trasmette sensazioni forti assimilabili a talune sostanze stupefacenti.
Contemporaneamente si sviluppa il rock sinfonico, molto legato a rock melodioso del primo rock ‘n’ roll, specialmente coi Genesis e Phil Collins.
Come se non bastasse, la british invasion continuerà con i Queen, il celebre gruppo di Freddy Mercury, capace di mutare la pelle artistica in base alle esigenze del proprio pubblico, finendo così per durare per più di venti anni (il gruppo esiste tutt’oggi ma con ben altra formazione).
Ma è tempo di sperimentare. E le sperimentazioni saranno le basi del grandissimo successo di un musicista stratosferico, forse inizialmente un po’ sottovalutato, ma oggi ampiamente rimpianto. Parliamo di Frank Zappa, lo statunitense dalle dita magiche, chitarrista e compositore tra i più rappresentativi del secolo scorso. Molto influenzato anche dalla musica leggera pre-Beatles, si distinse tra il pubblico per il notevole sarcasmo e il fortissimo anticattolicesimo. Di origini italiane, si narra persino provasse disgusto per la gastronomia italiana e le sue eccessive forme religiose presenti in quasi tutti gli ambiti di vita.
I suoi continui sperimentalismi lo porteranno persino a mescolare jazz emusica classica, toccando la musica leggera. Con i suoi atteggiamenti farseschi e i testi dissacratori, Zappa divenne – parimenti a Jim Morrison dei Doors e Jim Hendrix – il simbolo della protesta e della contestazione antiborghese degli anni Settanta.
Zappa fu una vera icona per molti cantanti, spesso celebrato da Caparezza, George Harrison, i Phish e i Primus, finendo per ispirare persino molti videogiochi odierni come Guilty Gear e Chrono Cross. Verrà anche inserito nella Hall of Fame con encomio pubblico da parte di molti nomi storici dell’epoca tra cui Lou Reed.
Nel 1985 fu chiamato al Senato statunitense per tenere un discorso: lo fece durare ben cinque ore, tra lo stupore generale e la stanchezza di molti giornalisti presenti.Il discorso dell’artista fu molto pungente e polemico. Zappa si appellò al pirmo emendamento della carta costituzionale americana circa la libertà di espressione.
Tra i tanti punti esposti contro l’associazione di Tipper Gore: “Lede le libertà civili dei cittadini adulti”. Nell’intento di denunciare con sarcasmo il velleitarismo e l’enormità di quanto proponeva il P.M.R.C. in materia di controlli, con riguardo alla richiesta censoria l’artista paragonò l’associazione a chi “si propone di eliminare la forfora tramite la decapitazione”(estratto del discorso).
Daniele Martignetti – Onda Musicale