Fare una classifica non è mai semplice. Dalle pagine del nostro giornale ci piace tuttavia proporre, attraverso il nostro punto di vista, una serie di analisi su coloro che, a vario titolo, hanno influenzato questo o quel genere musicale.
Oggi vogliamo proporvi i quelli che, secondo noi, sono stati i migliori chitarristi blues della storia, specialmente per quello che hanno rappresentato nel corso degli anni. Naturalmente questo non significa che sono “i più bravi” ma che sono musicisti che in qualche modo (secondo noi) hanno dato un contributo essenziale all’evoluzione del genere blues.
15. Mike Bloomfield (28 luglio 1943 – 15 febbraio 1981). Con il suo stile carico di stile e fluidità è stato uno dei più importanti bluesman degli anni 60 e 70 a Chicago. Vanta numerose collaborazioni con grandi mucicisti di quel periodo oltre a parecchi dischi come solista, alcuni pubblicati postumi (circa 14). In circolazione si possono trovare anche una ventina di bootleg. Mike Bloomfield muore per overdose a San Francisco il 15 febbraio del 1981. Viene inaffti trovato privo di vita nella sua auto a soli 38 anni.
14. Lightnin’ Hopkins (15 marzo 1912 – 30 gennaio 1982). Texano, impara a suonare fin da bambino dai suoi fratelli maggiori. Viene scoperto musicalmente nel 1946 da un talent scout mentre si esibisce in un locale. Nnonstante non abbia mai raggiunto una fama particolare, non dimentichiamo che siamo negli anni 30 e 40), ha certamente segnato la strada a molti chitarristi a venire.
13. T-Bone Walker (28 maggio 1910 – 16 marzo 1975). Il suo stile compositivo ed espressivo ne ha fatto umo dei precursori della chitarra elettrica moderna. Si è evidenziato per uno stile esecutivo intenso e particolere che spesso lo portava a posizionare lo strumento dietro la schiena, come avrebbe fatto in seguito Jimi Hendrix. Possimo affermare con certezza che è stato un pionire dell’electric blues anche se la sua bravura viene notata dal grande pubblico forse troppo tardi. E’ infatti nel periodo 1946-1948 che realizza le più significative registrazioni. Certamente il suo grande valore non è stato giustamente valorizzato.
12. Rory Gallagher (2 marzo 1948-14 giugno 1995). “Mr. Hendrix, cosa si prova a essere il più bravo chitarrista rock del mondo?”“E che ne so? Andate a chiederlo a Rory Gallagher!” Questa conversazione – che potrebbe sembrare surreale – si svolse all’indomani del grande festival musicale di Woodstock, quando un giornalista rivolse la fantasiosa domanda a Jimi Hendrix, allora il più osannato dei chitarristi della storia del rock. La risposta di Jimi, fedele al suo personaggio tanto anfetaminico sulle scene, quanto gentile e delicato fuori, dà la misura di come l’irlandese Rory Gallagher fosse apprezzato dai suoi colleghi musicisti, sebbene allora avesse a malapena ventuno anni.
11. Freddie King (3 settembre 1934 – 28 dicembre 1976). Viene considerato uno dei più talentuosi chitarristi blues contemporanei. Inzia a suonare fin da bambino ispirandosi ai padri del blues (Robert Johnson, BB King, T-Bone Walter, Muddy Waters) divenendo uno degli ispiratori di Eric Clapton. Soprannominato “Texas Cannonball” muore il 28 dicembre 1976. Secondo chi lo conosceva bene la causa della sua precoce scomparsa è dovuta allo stress (stava 300 giorni all’anno in tour) e ad una alimentazione disordinata.
10. Muddy Waters. Al secolo McKinley Morganfield, nasce a Rolling Fork (Mississippi) il 4 aprile del 1913. E’ stato uno dei più grandi musicisti e cantanti di tutti tempi tanto da essere considerato “il padre del blues di Chicago“. (leggi l’articolo) Muddy Waters è stato posizionato al 49mo posto nella lista dei 100 migliori chitarristi di tutti i tempi dalla rivista Rolling Stone, la quale si è ispirata ad uno suo celebre pezzo per il proprio nome, mentre la sua vita e quella della casa discografica Chess è stata raccontata nel film del 2008 Cadillac Records, girato e diretto da Darnell Martin. Nella pellicoila la parte di Muddy Waters è interpretata da Jeffery Wright.
9. Buddy Guy (30 luglio 1936) Viene considerto uno dei pèiù importanti esponenti dell’american electric blues nonchè figura di grande rilievo del blues nero in generale in compèagnia con BB King. Dotato di grandissima tecnica è stato definito da Eric Clapton “uno dei migliori chitarristi blues della storia”. Possiede un locale a Chicago (il Buddy Guy’s Legend) dove viene proposta spesso musica dal vivo. Alcune volte è lo stesso Buddy ad isibirsi o a servire la gente al banco.
8. Peter Green (29 ottobre 1946 – 25 luglio 2020). Dotato di grande talento e di una tecnica non comune è stato fondatore dei Fleetwod Mac a metà degli anni 60. Il grande sucecsso lo ha tuttavia colto impreparato ed ha accentuato alcuni problemi psichiatrici derivanti anche dall’uso di LSD. Green ha sviluppato uno stile originale specie negli assoli, che ha influenzato molti chitarristi futuri. Usava una Gibson Les Paul del 1959 passata in seguito prima a Gary Moore e sucecssivamente a Kirk Hammett.
7. John Lee Hooker (22 agosto 1917 – 21 giugno 2001) Nella sua lunga carriera ha realizzato oltre 100 album nonchè numerose collaborazioni prestigiose. Il suo stile era motlo simile al boogie-woogie nonchè ricco di pause, fraseggi, legati e vibrati veloci generalmente presenti nel blues acustico. Una delle caratteristiche del suo stile era suonare un accordo in modo quasi ipmico e ripeterlo in modo incalzante. Il suo stile improvvisato accompagnato dalla sua voce quasi melodramamtica rispecchiavano la tradizione blues del Mississippi.
6. Eric Clapton. Con il suo stile inconfondibile “slowhand” è certamente uno dei più iportanti chitarristi blues di ogni tempo. Sin da ragazzo la sua mente è estremamente aperta e pronta a imparare le tecniche dei suoi primi idoli musicali, quelli che oggi vengono definiti “mostri sacri” della blues music: Leadbelly, Muddy Waters, Big Bill Broonzy. Il punto di svolta avviene con il suo ingresso negli Yardbirds, in quella che al momento è ancora allo stato embrionale. Altro momento fondamentale per Clapton è l’incontro prima con George Harrison e sucecssivamente con John Mayall il quel è un purista della chitarra, esattamente come si sente Eric. Da quel momento in poi è tutto un successo e, come spesso accade, fatto di alti e bassi dal punto di vista umano. Nulla potrà tuttavia oscurer il suo imemnso talento musicale.
5. Albert King (25 aprile 1923 – 21 dicembre 1992). Albert Nelson, melglio noto come Albert King, è stato uno dei tre re della chitarra blues insieme a BB King e Freddie King. Pur mancino suonava con la mano destra e il suo stile innovativo ha influenzato musicisti come Jimi Hendrix, Eric Clapton, Gary Moore, Angus Young e John Mayer.
4. Jimi Hendrix (27 novembre 1942 – 18 settembre 1970). Jimi Hendrix, al secolo John Allen Hendrix, nasce il 27 novembre 1942 a Seattle, negli Stati Uniti. Ha saputo fondere magistralmente le tradizioni americane del blues, jazz, rock e soul con tecniche del rock avant-garde britannico. Sebbene la sua carriera attiva come artista sia durata solo quattro anni, Hendrix ha modificato il corso della musica popolare ed è diventato uno dei musicisti di maggior successo e influenti della sua epoca. Un vero e proprio cultore dello strumento che ha ridefinito radicalmente il potenziale espressivo e la tavolozza sonora della chitarra elettrica.
3. Robert Johnson (8 maggio 1911 – 16 agosto 1938). Si trova a pieno titolo fra le leggende della musica e del blues in particolare, in particolare della zona del delta del fiume Mississippi (Delta Blues). Si appassiona alla musica sin da bambino ed inizia a suonare l’armonica per poi passare alla chitarra. La leggenda (alimentata da lio stesso) racconta che abbia venduta l’anima al diavolo in cambio di saper suonare la chitarra così bene. In ogni caso la sua tecnica di fingerpicking è tuttora considerata una delle massime espressione del Delta Blues. Il grande Eric Clapton lo defini queste parole: “Per me Robert Johnson è il più importante musicista blues mai vissuto. […] Non ho mai trovato nulla di più profondamente intenso. La sua musica rimane il pianto più straziante che penso si possa riscontrare nella voce umana.”
2. BB King (16 settembre 1925 – 14 maggio 2015). Riley B.King, per tutti solo B.B. King nasce il 16 settembre 1925 a Itta Bena nel Mississipi, in una piantagione di cotone dove inizialmente aveva anche lavorato. Contemporaneamente prende le prime lezioni di chitarra in una scuola locale. Il suo modo di suonare la chitarra (la celenre Lucille) con suini caldi e incisivi ma eleganti, ha devvero rivoluzionato il mondo del blues, portnadolo a vincencere 14 volte il Grammy Award. Nella sua leggendaria carriera ha pubblicato oltre 70 dischi (fra studio, live e raccolte) l’ultimo nel 2005. Muore nel 2015 all’età di 89 anni.
1. Stevie Ray Vaughan (3 ottobre 1954 – 27 agosto 1990). E’ considerato uno dei migliori chitarristi di tutti i tempi e non è un caso se nella nostra classifica occupa il primo posto. Possiamo solo immaginare come sarebbe stata straordinaria la sua carriera se non fosse scomparso prematuramente a soli 36 anni la notte del 27 agosto 1990. Dopo aver partecipato a un grande concerto nel Wisconsin insieme ad Eric Clapton, Robert Cray, Buddy Guy e il fratello Jimmie Ray Vaughan. Stevie sale su un elicottero per tornare al suo albergo di Chicago. Come dichiarato in seguito dallo stesso Clapton, Vaughan, stanco per il concerto, chiese di prendere il suo posto e partire per primo; poco dopo il decollo il velivolo si schianta contro una collina a causa della fitta nebbia e della poca esperienza del pilota in simili condizioni atmosferiche. Nell’impatto, oltre allo stesso Vaughan, muoiono il pilota Jeff Brown e i membri dello staff di Clapton Bobby Brooks, Nigel Browne e Colin Smythee. Nessuno si accorge dell’incidente fino alla mattina seguente, quando l’elicottero non giunge a destinazione. Stevie Ray Vaughan viene sepolto il 31 agosto 1990 al Laurel Land Memorial Park di Dallas accanto al padre, morto quattro anni prima nello stesso giorno del figlio.
Fuori da ogni classifica
Gary Moore (4 aprile 1952 – 6 febbraio 2011). Al secolo Robert William Gary Moore, il chitarrista rock camaleonte per eccellenza; nel corso della sua lunga carriera (iniziata nei ’70 e continuata fino alla sua prematura morte avvenuta nel 2011), in tutti i generi e gli stili che ha affrontato, è sempre riuscito a ritagliarsi vaste porzioni di successo sia tra gli specialisti (i chitarristi) che di pubblico. Questo gli permise negli anni ’70 di essere apprezzatissimo componente in gruppi hard rock (Thin Lizzy e Skid Row) e Jazz-Rock (Colosseum II di Jon Hiseman).