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Nonostante, controcorrente. Intervista a Frankie HI-NRG MC

Ospite di Fiorella Mannoia sul palco dell’Arena di Verona e poi bagagli pronti alla volta della Grande Mela, dove risiederà per un mese e mezzo, durante il quale lavorerà alla realizzazione di quei progetti e all’ultimazione dei lavori lasciati in sospeso.

È  Frankie HI-NRG MC, al secolo Francesco di Gesù: rapper, autore, compositore, giornalista, iphoneographer, video maker e adesso anche co-ideatore, assieme a Materie Prime Circolari snc, dell’”audioguida emozionale” di Artune. Nonostante tutto controcorrente e forbito, nella ricerca delle parole e nella scelta dei vocaboli.

«… Lì, in terra d’America, ci sarà Il lancio di un’emittente radiofonica via web; la partecipazione al Festival della Canzone Italiana di New York, come già è successo l’anno passato; in più, sto lavorando alla mia mostra fotografica, da portare successivamente in Italia…»

Noi di Sociart Network ci siamo confrontati con l’autore di “Fight da faida” (votata come “Migliore Canzone Rap della Storia della Musica Italiana” dal mensile Rolling Stone) e della più recente “Pedala”, in occasione de “L’Arcimboldo sonoro”, un grande evento di musica e spettacolo, per celebrare il ritorno al Museo Civico di Cremona del celebre quadro “L’Ortolano” di Arcimboldo.

Una serata, che ha visto la partecipazione di Frankie hi-nrg mc in una piccola jam finale, «giusto per il piacere di essere insieme ad amici…»

E con quello stesso spirito abbiamo cominciato la nostra chiacchierata.

Frankie hi-nrg mc ideatore di Artune: un’opera pittorica, uno storytelling, un linguaggio universale e… Com’è nato il progetto?

… L’idea mi è venuta dopo una chiacchierata con il sindaco di Cremona, Gianluca Galimberti, che a un certo punto mi ha detto: “Ma perché non t’inventi un modo per avvicinare i giovani ai musei, alla cultura in generale, magari utilizzando come mezzo di comunicazione la musica?. Quell’input ha fatto sì che inventassimo, insieme ai miei collaboratori, quello che poi è diventato Artune, una suggestiva serie di percorsi emozionali.”

“Potere alle parole”, sempre! Quali sono quelle che, più di altre, rappresentano il tuo percorso umano e artistico?

«”Nonostante”, forse, è una delle parole che descrive meglio il mio percorso artistico, poiché, nonostante tutto, cerco di andare controcorrente. Non perché il mio obiettivo sia individuare la corrente e scegliere la direzione opposta, quanto piuttosto perché le direzioni in cui mi voglio spostare sono – guardacaso – normalmente contrarie rispetto a quelle dello spostarsi comune… Direi “nonostante”, “controcorrente” e, probabilmente, anche “forbito”… perché la ricerca delle parole e la scelta dei vocaboli – avendone così tanti e così belli a disposizione – è indispensabile: più riesci a essere specifico, meno difficoltà di comprensione ci saranno.»

Dalla “Storia di molti” a “L’ovvio”… Sono cambiati – in vent’anni – “Quelli che benpensano”? Se “nella logica del gioco la sola regola è esser scaltro” – in un mondo di “furbi” – come li riconosci?

«Sono cambiati in peggio! Come succede nell’arte che tende a esasperare la situazione per poterla rendere più evidente agli occhi del pubblico, anch’io ho esagerato la visione di quella che era la società, quando scrissi “Quelli che ben pensano”… ma, col passare del tempo, la situazione è peggiorata: la realtà ha superato la finzione… Poi, in un mondo di furbi, non basta essere “furbetti”, bisogna essere anche bravi. Perché, se sei furbetto e non sei bravo, ti scopro subito e la stragrande maggioranza fanno i furbetti, ma non lo sono… Si tratta di ladruncoli di polli che si fingono Arsenio Lupin e, soprattutto, di un esercizio mediocre dell’arroganza… Fanno un gioco senza leggere le istruzioni!»

“Libri di sangue… volumi di storia futura, diversa cultura ma identica natura…” Ti capita mai di “usare le spranghe”?

«Capita a tutti di “usare le spranghe”, perché per vari motivi si arriva alla saturazione, all’esasperazione, a non volerne più sapere… Tuttavia, per quanto possa essere difficoltosa la relazione con qualcuno, è sempre ugualmente utile imparare come gira il mondo…»

“Essere umani” e “terrestri digitali”. Nell’era 2.0, qual è la differenza? In che modo – realmente – “Un uomo è vivo”?

«Il pensiero, i sentimenti non possono essere digitali. Un uomo è vivo nel momento in cui costruisce una rete di relazioni intorno a sé e la coltiva, la frequenta, la fertilizza con la propria sincerità e la propria capacità empatica. Se mutua l’altrui pensiero, facendolo proprio ma senza metabolizzarlo; se non ha relazioni sociali, nel senso reale del termine… allora – biologicamente – potrà anche essere vivo, ma il suo contributo risulterà accessorio, carne da “like”, farà numero nella statistica.»

Se dico Sociart Network, tu dici…

«… Gatteo… è fantastico! Potrebbe essere qualsiasi cosa.»

 

(intervista realizzata da Gino Morabito e pubblicata su www.socialnetwork.com)

— Onda Musicale

Tags: Fiorella Mannoia, Arena di Verona, Rolling Stone, Frankie HI-NRG MC
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