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Pink Floyd: storia di una band senza tempo

Pink Floyd sono una della rock band che ha saputo resistere al trascorrere degli anni e restare all’apice del successo per moltissimi anni, pur con qualche cambiamento.

Chi li ama sa bene che immergersi nella loro musica significa respirare una serie di emozioni come la ribellione, la voglia di riscatto, il sentimento più intimo, la voglia di viaggiare con la mente.

Parlare dei Pink Floyd non è mai facile. Se colui a cui ti rivolgi non è un appassionato di musica penserà che sei un po’ snob, mentre se ti rivolgi ad un “metallaro” lui ti guarderà dall’alto in basso. Probabile che quasi tutti i tuoi interlocutori li abbiano ascoltati almeno una volta. Se invece hai di fronte un adolescente la risposta più probabile potrebbe essere “chi?”

La band nasce dall'incontro dello studente di pittura Roger Keith Barret (per tutti Syd, nato il 6 gennaio 1946 a Cambridge) con George Roger Waters (nato a Great Bookham il 9 settembre 1944), studente di architettura e chitarrista di una formazione locale che si chiamava Sigma 6. In realtà il nome di quello che possiamo considerare l’embrione dei futuri Pink Floyd cambia più volte: Sigma6, Tea Set, Meggadeaths, In realtà il loro nome deriva dall’unione dei nomi di due bluesman Pink Anderson e Floyd Council.

I Pink Floyd nascono nel 1965. Nel 1967-1968 si unisce il chitarrista David Gilmour che va ad affiancare e poi a sostituire definitivamente Syd Barrett.

Cinque personalità diverse che riescono a fondersi e a dare vita ad altrettanti caratteri intimi dei Pink Floyd nel corso degli anni.

Durante la loro carriera, i Pink Floyd hanno superato e incorporato varie trasformazioni viaggiando sulla linea del rock psichedelico degli anni ’60 sino ad arrivare al rock progressivo degli anni ’70-’80, passando per lo space rock. Molto è dipeso da quale dei componenti fosse il leader in quel momento.

Nel 1967 esce il primo album in studio sotto la regia di Syd Barrett: "The Piper at the Gates of Dawn" (leggi l'articolo) che li consegna, seppur ancora giovani, alla storia. Chi vuole ascoltare i Pink Floyd psichedelici non può non ascoltare questo disco: suoni e testi che vanno al di là della durezza del suono che andrà delineandosi più nettamente negli anni futuri. Il modo di fare musica dei Floyd è immaginario, fantastico, espliosivo, emotivo e selvaggio.

Per capirne bene la vera essenza basterà ascoltare "Flaming" e "Pow R. Toc H".

Nel 1967 avviene il primo “colpo di scena”. Syd Barrett comincia ad accusare i primi sintomi di una degenerazione psichica, in parte dovuta all’abuso di LSD e in parte associata a problemi di schizofrenia. (leggi l'articolo)

In quel periodo succedeva spesso che perdesse il senso della realtà fissando per lunghi minuti il vuoto davanti a se, bloccandosi sul palco durante le esibizioni e scordando volutamente le corde della sua Esquire.

Nel 1968 appare evidente agli altri componenti della band che la situazione non può continuare in quel modo e quindi si decide di fare entrare nella formazione David Gilmour che, oltre al supporto chitarristico, fornisce anche un discreto supporto vocale. Nello stesso anno la band da alla luce uno dei suoi capolavori: A "Saucerful of Secrets", secondo e ultimo disco davvero psichedelico della formazione.

Il disco viene registrato negli Abbey Road Studios di Londra e verrà ricordato come autentico esempio di “Space Rock”, in particolare nel brano “Set the Control For The Heart of Sun”, uno dei due brani in assoluto in cui i cinque suonano tutti insieme.

Con l’allontanamento di Syd Barrett, i Pink Floyd cambiarono decisamente il modo di suonare. In breve prende in mano le redini della band il bassista Roger Waters, che segna fortemente la direzione da seguire.

E’ il 1970 quando viene pubblicato "Atom Heart Mother", il momento in cui la band passa evidentemente al progressive rock, sotto la regia dispotica di Waters. E’ l’inizio del successo planetario.

Si susseguono "Meddle" (1971) e "Obscured by the Cloud" (1972) prima di quello che da molti è considerato il loro disco più bello: "The Dark side of the Moon" del 1973. E’ l ottavo disco di una band che è ormai arrivata ai vertici mondiali.

Nel disco si notano molte sperimentazioni musicali come suoni e rumori della quotidianità. Il brano “The Great Gig in The Sky” passa alla storia grazie all’indimenticabile improvvisazione vocale della corista Clare Torry.

Dopo "Wish You Were Here" (1975) e "Animals" (1977) è la volta di "The Wall" (1979), un trittico di dischi che li consacra nell'olimpo del progressive rock di tutti i tempi.

"The Wall" è un autentico viaggio introspettivo di Roger Waters che ancora oggi riesce a portare migliaia di persone ai suoi concerti e che, proprio in questi giorni, sta lavorando al suo prossimo disco in uscita, forse, nel 2016.

In "The Wall" Roger si confronta con il mondo che lo circonda e combatte con tutti i fantasmi che tormentano la sua esistenza, primo fra tutto la perdita del padre durante la Seconda Guerra Mondiale. L’uomo, Eric Fletcher Waters, era un militare dell’esercito inglese ed è morto durante la battaglia di Anzio. Roger aveva solo cinque anni.

"The Final Cut" (1983) è l’ultimo disco in cui suonano tutti i Pink Floyd, interamente scritto da Roger Waters. Infatti, sul retro si legge “Scritto da Roger Waters – Suonato dai Pink Floyd”.

La misura è davvero colma e le continue discussioni fra i componenti della band portano Waters nel 1985 ad andarsene e ad iniziare una causa legale per il mantenimento del nome. La stessa viene persa da Waters in favore degli altri componenti.

Nella loro straordinaria carriera i Pink Floyd hanno venduto circa 250 milioni di dischi in un percorso artistico senza precedenti che dura ormai da quasi 50 anni.

Il “dopo Waters” vede rimasti i soli Wright e Gilmour che pubblicano “A Momentary Lapse of Reason” (19987) e “The Division Bell” (1994).

Nel 2008 finisce anche l’attesa speranzosa e malinconica dei fans di rivederli riuniti insieme, data la morte di Wright avvenuta il 15 settembre 2008.

Nel 2014 viene pubblicato, a grande sorpresa, l’album “The Endless River”, un mix di registrazioni fatte dalla band tra il 1993 e il 1994 e mai utilizzate, dedicato da Gilmour e Mason a Richard Wright.

 

             Stefano Leto – Onda Musicale

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Tags: David Gilmour, The Piper at the Gates of Dawn, Syd Barrett, Sigma 6, Tea Set, Floyd Council, Eric Fletcher Waters, Atom Heart Mother, Pink Anderson
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