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Pink Floyd: ecco perchè sono immortali

Qualsiasi appassionato di rock classico sa chi sono i Pink Floyd. Sulle pagine di questo giornale si scrive spesso di loro e del loro straordinario percorso musicale. Sui Pink Floyd sono stati scritti fiumi di parole e la band ha superato alcune fasi della propria vita dimostrando di sapersi rimettere in gioco ogni volta che è stato necessario.

Pink hanno superato l’allontanamento del suo genio creativo e fondatore Syd Barrett e, nella cosiddetta “era Waters”, hanno regalato all’umanità una serie di dischi assolutamente strepitosi. Nati in piena era Beatles, i Pink Floyd hanno saputo alzare il livello prodotto dai Fab Four e portarlo alla massima espressione: “live” poderosi con effetti strabilianti, testi cupi e mai banali, concept album, stravaganza ed originalità nelle copertine e molto altro. La band ha raggiunto nel periodo 1971-1979 un livello che nessuna altra formazione progressive rock ha mai raggiunto.

Con la pubblicazione di cinque dischi si sono garantiti la permanenza eterna nell’olimpo della musica di tutti i tempi. “Meddle“, “The Dark Side of the Moon“, “Wish You Were Here“, “Animals” e “The Wall” sono dei dischi per certi versi inavvicinabili da chiunque. 

Il “dopo Waters” ci ha regalato un David Gilmour che, finalmente libero dalle catene imposte dall’amico/nemico Roger, ha saputo realizzare due dischi che resteranno nella storia: “A Momentary Lapse of Reason” (1987) e “The Division Bell” (1994). 

Infine, nel 2014, la band ormai orfana anche di Richard Wright ha realizzato “The Endless River“, produzione musicale ricavata utilizzando spezzoni non utilizzati realizzati durante le registrazioni di “The Division Bell“. 

Un regalo di Mason e Gilmour all’amico Wright.

— Onda Musicale

Tags: David Gilmour, Roger Waters, Richard Wright, Nick Mason, Syd Barrett
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