David Howell Evans, più noto come “The Edge“, nasce a Barking (periferia di Londra) l’8 agosto 1961. Il suo soprannome deriva dal profilo spigoloso ed appuntito del suo viso.
Figlio dei gallesi Gwenda e Garvin Evans, la famiglia si trasferì dopo un anno dalla sua nascita nella Contea di Dublino in Irlanda. Lì crebbe iscrivendosi poi presso la St.Andrew’s National School. Durante gli anni di scuola egli frequentò lezioni di pianoforte e chitarra.
Prima di rispondere alla richiesta di musicisti per completare il gruppo rock di Larry Mullenpubblicata sulla bacheca degli annunci della Mount Temple Comprehensive School ove ambedue studiavano, egli aveva già preso parte a esibizioni musicali e chitarristiche insieme con suo fratello Dick Evans.
Entrambi i fratelli Evans risposero all’annuncio e furono accettati nel gruppo che da quel momento attraversò varie fasi e denominazioni prima di assumere il definitivo nome di U2 nel marzo 1978. Poco prima di tale data, Dick Evans lasciò la band.
Nel 1981 The Edge fu sul punto di abbandonare la musica insieme a Bono Vox per motivi religiosi, ma Larry Mullen e Adam Clayton li convinsero a proseguire con il gruppo. Il 12 luglio 1983 egli sposò Aislinn O’Sullivan, sua ragazza dai tempi della scuola superiore.
Dalla loro unione nacquero tre figlie, Hollie nel 1984, Arran nel 1985 e Blue Angel nel 1989. La coppia si separò nel 1990 divorziando poi nel 1996. Durante lo Zoo TV Tour egli conobbe Morleigh Steinberg, ballerina e coreografa assunta dal gruppo come esecutrice della danza del ventre durante le performance concertistiche di Mysterious Ways, con la quale si fidanzò nel 1993. I due ebbero una figlia, Sian, nel 1997 e un figlio, Levi, nel 1999. Evans e Steinberg si sposarono il 22 giugno 2002.
All’inizio della propria carriera The Edge si caratterizzò soprattutto come chitarrista new wave, successivamente con l’album War (1983) le soluzioni timbriche da lui adottate si rivelarono più roccheggianti, per poi cambiare ancora, spesso senza soluzione di continuità, in occasione di ogni ulteriore album della band irlandese. È indubbio che il suo “sound” sia stato capace di imprimere le tendenze musicali rock della fine degli anni ottanta e di tutti i novanta: molti riff caratteristici di The Joshua Tree (1987) e Achtung Baby (1991) sono stati successivamente imitati da numerose band e altri chitarristi. Musicista eclettico, egli è sempre stato il protagonista della continua innovazione musicale del suo gruppo, tanto da potersi affermare che è grazie a lui se gli U2 godono di un proprio suono, riconoscibile come un marchio di fabbrica.
Uno dei passatempi preferiti da The Edge è la pittura.
La sua tecnica chitarristica sembra ad un primo ascolto apparentemente semplice, ma contemporaneamente originale ed efficace, utilizzando inoltre, con un grado di precisione esecutiva elevatissimo, una scansione temporale quasi sempre di sedicesimi di battuta nei riff e negli arpeggi. Una caratteristica particolare e distintiva del suo sound è l’utilizzo “al contrario” (cioè dalla parte opposta alla punta, zigrinata) di un plettro Herdim, che gli permette di ottenere un attacco molto presente e simile al suono di una campanella quando utilizzato sulle note alte. Insolito è anche l’elevato spessore della muta di corde da lui normalmente usata per la chitarra (0,013″ invece che il più standard 0,011″) al fine, secondo The Edge, di conseguire maggiore intensità acustica e stabilità di accordatura.
La sua capacità di incorporare gli effetti già nel processo di creazione dei brani rende le sonorità degli U2 uniche ed estremamente ricercate. In specie l’impiego intensivo deipowerchords (suonati tuttavia con un’intenzione assai differente dall’utilizzo a cui solitamente essi sono destinati – da ascoltare come esempio I Still Haven’t Found What I’m Looking For), dei assoli su singola corda (come ad esempio quello di Until the End of the World) e degli armonici (come all’inizio di Pride (In the Name of Love)) rendono il suono di The Edge del tutto caratteristico, così come la presenza, costante in tutta la sua produzione come musicista, dell’uso del delay (un effetto di tipo ecoico che crea ripetizioni della nota suonata con un ritardo regolabile), montato in serie tra la chitarra e gli amplificatori (che quasi sempre sono Vox AC30).
L’utilizzo del delay da parte del chitarrista degli U2 è molto diverso dall’uso che ne viene solitamente fatto dagli altri chitarristi, poiché egli non adotta questo effetto come puro abbellimento sonoro, bensì come parte integrante nella costruzione di un fraseggio straordinariamente ritmico, quasi si creasse una sorta di “dialogo musicale” tra lui e l’effetto, una pratica compositiva molto diffusa nell’ambito della musica techno, ma assai rara nel mondo del Rock. Quelle caratteristiche marcate risonanze animano canzoni storiche della band di Dublino come I Will Follow, All I Want is You, Where the Streets Have No Name, Ultraviolet (Light My Way), Bad, The Fly, The Electric Co.
The Edge è un ottimo cantante, notevoli i suoi controcanti in Sunday Bloody Sunday, The Fly, New Year’s Day, solo per citarne alcuni. Ha anche cantato da interprete solista in alcuni brani degli U2 come Numb, Van Diemen’s Land e Seconds. Da segnalare le sue performance al pianoforte in canzoni come New Year’s Day, October, The Unforgettable Fire, Running to Stand Still e Moment Of Surrender tutte facenti parte della discografia degli U2.
Egli ha anche utilizzato sonorità più underground, per poi re-interpretarle e dare loro una diffusione più ampia. In Even better than the real thing, Gloria, Surrender, If You Wear That Velvet Dress e tanti altri brani del suo repertorio, ha dimostrato un buon utilizzo del bottleneck.
La sua propensione alla sperimentazione lo ha spinto a utilizzare strumenti innovativi e a inventare nuovi effetti chitarristici, per esempio With or Without You (terza traccia di The Joshua Tree) è stata registrata suonando il prototipo della “infinite guitar” (chitarra dal sustain regolabile ad libitum ideata da Michael Brook, un artista canadese con cui aveva collaborato per la colonna sonora del film The Captive del 1986) e inserendo dalla seconda strofa come sottofondo alle note emesse dalla chitarra lo shimmer, effetto creato da The Edge stesso e Brian Eno mettendo più e più delay e pitch shifter in serie.
Ciascun pitch shifter è regolato per incrementare di una ottava la nota che riceve dal pitch shifter precedente e la serie è governata da una sequenza di delay disposti a cadenza euritmica (ad esempio 250 ms, 500 ms, 750 ms, etc…) a loro volta sincronicamente collegati ciascuno ad un pitch shifter della serie. Infine vengono aggiunti dei riverberi per rendere l’effetto sonoro più mellifluo.
Il risultato è una via di mezzo tra un sintetizzatore e un organo, una sonorità con un’anima luminosa, eterea ma presente. Solitamente lo shimmer viene usato in parallelo alla chitarra e quindi come un’aggiunta al suono, che permane normalmente in primo piano, dello strumento. Egli dispone pertanto di una “catena effetti” esclusivamente dedicata allo shimmer e separata dalla catena effetti principale della chitarra. The Edge ha usato nella sua carriera musicale lo shimmer più che in studio dal vivo e in particolare durante lo Zoo TV Tour, ove può essere chiaramente ascoltato in Running to Stand Still, nel successivo medley che precede l’inizio di Where the Streets Have No Name e in Love is Blindness.
Nel 2009 è uscito nelle sale It Might Get Loud, un film-documentario sulla chitarra elettrica e con protagonisti The Edge, Jimmy Page e Jack White, nel quale egli ripercorre gli inizi della sua carriera musicale e lo sviluppo del suo stile chitarristico.
(tratto da www.wikipedia.it)