E con oggi sono 62 per Eric Johnson, nato ad Austin il 17 agosto del 1954, chitarrista e cantante texano famoso per la tecnica e la pulizia del suo tocco.
Nato da una famiglia di musicisti il giovane Eric prende in mano la chitarra da piccolo, da allora non l’ha più lasciata, per suonare le cover dei suoi idoli come Eric Clapton, Jimi Hendrix, Wes Montgomery e così via.
Dopo un breve parentesi con il gruppo psychedelic rock dei Mariani e quello fusion degli Electromagnets, il chitarrista fonda il trio dell’Eric Johnson Group.
Nel 1978 pubblica il suo primo album solista, “Seven Worlds”, e continua a collaborare con artisti come Carole King, Cat Stevens e tanti altri (recentemente ha collaborato anche con il chitarrista jazz Mike Stern).
Nel 1990 pubblica “Ah Via Musicom” che contiene due dei pezzi che lo hanno reso ancora più celebre nel mondo dei chitarristi. Sto parlando di “Cliffs of Dover” e “Desert Rose”.
Famoso per il tocco pulito e preciso e per la tecnica, pur essendo considerabile un virtuoso è abbastanza atipico, ha partecipato anche ad un tour tributo ad Hendrix negli USA assieme al collega Joe Satriani.
Proprio durante quel tour è stato definito “così preciso che sapeva dire anche qual era il tipo di batteria inserita nel pedale”.
Con il chitarrista italo – americano Johnson aveva già diviso il palco con il G3 assieme a Steve Vai, dove canta e suona, nella jam finale “Red House” di Jimi Hendrix.
Un chitarrista eccezionale, sia con l’elettrica che con l’acustica, e versatile dato che spazia dal rock, al blues, al jazz ed al country. Inoltre è anche un buon cantante, perciò ancora auguri!
Vanni Versini – Onda Musicale