“Beyond the horizon of the place/we lived when we were young/In a world of magnets and miracles/Our thoughts strayed constantly and without boundary/The ringing of the division bell had begun”.
Questo l’inizio del metaforico “canto del cigno”, l’ultimo è anche il più bello, di quella magnifica creatura chiamata Pink Floyd che, nel 1994, incise “High Hopes” per l’album “The Division Bell”.
“Canto del cigno”, ovviamente, fino al discusso “The Endless River” del 2014 (leggi l’articolo) che si è rivelato essere un tributo all’amico e tastierista Richard Wright (leggi l’articolo).
Un disco, va detto, nato in circostanze non certo facili. Un po’ a causa della maggiore accessibilità dei dischi nel periodo anni ’80 – ’90, ma ha avuto anche tanto peso la causa che l’ex – bassista Roger Waters (leggi qui) aveva intentato contro i rimanenti Pink Floyd. Tensione già preannunciata dal titolo dell’ultimo album con l’austero bassista, “The Final Cut” del 1983.
“Con ‘The Division Bell’ siamo tornati ad essere un vero trio”, queste le parole dello storico batterista Nick Mason che ha aggiunto parole entusiaste per quanto riguarda l’album del 1994.
“Abbiamo registrato tutti insieme, prodotto quella che considero una delle dieci migliori canzoni dei Pink Floyd di tutti i tempi, ‘High Hopes’”, se questo non è il commento di un vero addetto ai lavori cos’altro può essere?