Non si placa la vis polemica del genio creativo dei Pink Floyd; stavolta i suoi strali colpiscono il promoter Michael Cohl.
Dall’inizio della pandemia l’attivismo umanitario e politico di Roger Waters è divenuto frenetico. Con cadenza settimanale partecipa a rally che si svolgono nell’area di New York, dove vive, e a talk in streaming, alcuni dei quali con cadenza periodica.
È costante la presenza di Waters ai raduni a sostegno della causa per la liberazione di Julian Assange, il giornalista australiano fondatore di WikiLeaks; della lotta per la revoca degli arresti domiciliari di Steven Donziger, l’avvocato delle popolazioni indigene dell’Ecuador nella causa contro i giganti delle estrazioni petrolifere nella regione amazzonica di quel paese; della causa per la tutela dei territori abitati dai nativi Shinnecock a ridosso della Grande Mela.
Frequente, poi, la partecipazione a conversazioni in streaming, quasi sempre dal forte contenuto politico. Tra queste, è fissa la presenza agli appuntamenti mensili sul canale YouTube “Let’s Talk It Over”; sono condotti dal giornalista Frank Barat, attivista francese e già coordinatore del Russell Tribunal on Palestine. Altri ospiti fissi sono il musicista Brian Eno, il regista Ken Loach e l’economista e politico greco Yanis Varoufakis.
L’episodio del 15 luglio scorso s’intitolava #EURO2020, con una conversazione su calcio e politica. Tanti i temi trattati legati all’argomento ma anche non; a proposito dell’Italia vincitrice del campionato europeo, Roger Waters ha espresso senza filtri il suo pensiero negativo sull’allestimento al MACRO di Roma di “Their Mortal Remains”, itinerante mostra che celebra il mito dei Pink Floyd.
Allestita per la prima volta…
…al Victoria & Albert Museum di Londra, l’esibizione fu inaugurata il 13 maggio 2017 e rimase aperta fino al 15 ottobre di quell’anno.
Concepita come itinerante, la prima tappa estera di “Their Mortal Remains” è stata l’Italia, con l’allestimento al Museo di Arte Contemporanea Roma (MACRO), dal 19 gennaio al 1 luglio 2018. Nella conversazione, Waters ricorda Milano quale sede italiana della mostra; probabilmente si confonde con quella omonima programmata per il 2014 alla Fabbrica del Vapore e miseramente annullata, con responsabilità mai ben chiarite…
Ma non è l’unica amnesia del 78enne artista; più avanti nella conversazione dice: “Andai all’apertura col batterista, mi sfugge il nome adesso…” E subito sui social una ridda di ipotesi su presunti contrasti con l’amico di sempre Nick Mason che Waters omette di menzionare…
È possibile che le due amnesie siano conseguenza di… un momentaneo vuoto di ragione, per dirla con i Pink Floyd che Roger aborre; quella su Mason, invece, potrebbe essere l’umoristica continuazione della spassosa gag in “The Simple Facts”, il cortometraggio in coda al film “Roger Waters The Wall” (2015). In quella simpatica conversazione tra ironia e un bicchiere di vino, alla domanda di una fan finlandese che chiede “Che cosa fareste se non foste musicisti?”, Roger dice a Nick: “Bè, tu non sei un musicista, sei un batterista!”
Tornando a “Their Mortal Remains”, dopo Roma, nel suo itinerario in giro per il mondo, la mostra è approdata a Dortmund, Germania (15 settembre 2018 – 10 maggio 2019); a Madrid, Spagna (10 maggio – 15 settembre 2019); dal prossimo 3 agosto sarà a Los Angeles zona Hollywood fino al 28 novembre 2021.
Michael Cohl
Il deus ex machina dietro la navigazione di “Their Mortal Remains” è il potente impresario e promoter canadese Michael Cohl; è a lui che Waters rivolge la sua stilettata sull’edizione romana della mostra. Ecco il testo completo delle dichiarazioni rese dal musicista a “Let’s Talk Over” (qui il link):
Quando abbiamo fatto la mostra sui Pink Floyd dal titolo “Their Mortal Remains”, l’abbiamo allestita a Milano (Roma, ndr) senza un valido motivo; in effetti è stata portata lì solo perché Michael Cohl voleva fare un po’ più di sterline; perché è stata uno scadente facsimile dell’ottimo lavoro fatto al VAM (Victoria & Albert Museum, ndr) di Londra. Lì la mostra sui Pink Floyd è stata fantastica. Comunque, non importa quanto fosse brutta in Italia. Andai all’apertura col batterista, mi sfugge il nome adesso…
L’apertura di cui parla Waters ebbe luogo il 16 gennaio 2018 alla presenza del batterista, ovvero Nick Mason (qui l’articolo con l’annuncio della mostra).

Avendo visitato entrambe le mostre, a Londra e a Roma, non possiamo che concordare con Roger Waters circa la minore qualità di quella al MACRO rispetto a quella al VMA. Intanto, in termini di superficie espositiva: molto più ampia l’esposizione londinese, con un allestimento più ‘disteso’ dei materiali in mostra. Inoltre, “Their Mortal Remains” è una mostra multimediale, com’è giusto che sia trattando di Pink Floyd; ma la performing room – al termine del percorso espositivo – allestita a Londra era di molte spanne superiore a quella romana in termini di spazio, di contenuti offerti e di accuratezza tecnologica.
Inoltre, leggendo i resoconti di tanti visitatori delle mostre di Dortmund e Madrid, analoghi punti di debolezza espositiva sono stati riscontrati anche lì, al confronto con Londra. Dunque, l’invettiva di Roger Waters contro Michael Cohl ha dei riscontri oggettivi.
“Money, it’s a gas”, secondo Michael Cohl; ma anche “Money, it’s a crime”, secondo Roger Waters!