In primo piano

Un disco per il week end: “Led Zeppelin IV” dei Led Zeppelin

Siamo in Inghilterra nel dicembre del 1970 e i Led Zeppelin hanno appena terminato, da pochissimi mesi, il loro terzo album intitolato Led Zeppelin III.

In piena estasi creativa gli Zeppelin dovevano assolutamente trovare un degno erede dell’album precedente, ricordiamo che conteneva la celebre Immigrant Song, anche perché volevano creare a tutti i costi un album memorabile e, possibilmente, perfetto.

L’album in questione, privo di titolo ufficiale tranne che per i simboli dei componenti, venne alla luce nel novembre del 1971 ed è subito finito in testa alle classifiche di vendita, dov’è ancora oggi, grazie a delle canzoni che sono entrate nella storia del rock.

Una su tutte? La tanto discussa Stairway to Heaven(leggi qui)! Ma andiamo con ordine.

 

Black Dog: il desiderio di una donna energica e passionale viene sprigionato dal riff di chitarra indiavolato di Jimmy Page, scritto però dal bassista John Paul Jones, e seguito dall’ugola di Robert Plant e la scatenatissima batteria del compianto John Bonham.

Sembra che il titolo sia da attribuirsi ad un cane nero che gironzolava attorno agli studi di registrazione, ma voglio comunque ricordare che con lo stesso termine si indicano anche i mastini infernali (cani neri).

Quelli che vengono a prendere l’anima degli sfortunati che hanno fatto un patto con il demonio e, vista la connessione degli Zeppelin con il blues e l’esoterismo, mi sembra doveroso ricordarlo.

Rock and Roll: avete presente quando il titolo dice tutto? Ecco, siamo di fronte a questo. Puro rock n’ roll lanciato ai mille all’ora, con un vago sapore anni ’50, in pieno stile Led Zeppelin. L’intro di Bonham non lascia scampo!

The Battle of Evermore: il mandolino di Page scandisce questo delicato brano dove la voce di Plant di sdoppia, echeggia, ma soprattutto viene accompagnata da quella di Sandy Denny (1947 – 1978).

Cantautrice folk rock inglese che ha militato in gruppi del calibro di Fairport Convention, Fotheringay e The Strawbs, non la prima arrivata insomma. Il folk è presente non solo nella musica, ma anche nei testi, viste le citazioni di J. R. R. Tolkien di cui Plant è un grandissimo appassionato.

Stairway to Heaven: tra le canzoni più conosciute del mondo, oltre che della discografia zeppeliniana, è anche uno dei maggiori esempi della collaborazione artistica tra Page e Plant. Celebre l’intro acustica firmata Page.

8 minuti di pura estasi musicale e poetica, cambi di tempo e sonorità. Un classico intramontabile per il quale non bastano le parole.

Misty Mountain Hop: il pianoforte elettrico di Jones e la psichedelia intrinseca del testo e della musica contraddistinguono questo brano in cui si narra di alcuni problemi con la polizia dopo essere andati a fumare marijuana con un gruppo di hippie in montagna.

Da ricordare che queste montagne nebbiose altro non sono che un’altra citazione di Tolkien tratta, questa volta, da Lo Hobbit.

Four Sticks: con un riff che può ricordare vagamente Hey Bulldog dei Beatles, il titolo di questa canzone deriva dall’abitudine di Bonham di suonare con due coppie di bacchette, sticks appunto.

Il giro ipnotico del compianto batterista ed il sintetizzatore, che a tratti diventa praticamente una chitarra acustica, ne sono la prova.

Going to California: delicata ballata acustica in cui risaltano la chitarra acustica di Page ed il mandolino, questa volta, di Jones.

Il testo narra di un viaggio in California per cercare un’altra donna visto che quella attuale porta all’autodistruzione ed alla tristezza. Non sono poche le teorie secondo le quali la misteriosa ragazza fosse la cantautrice canadese Joni Mitchell.

When the Levee Breaks: hard blues finale di sette minuti in puro stile Zeppelin che hanno preso, e stravolto a modo loro, un pezzo blues degli anni ’20 con tanto di armonica a bocca. Un po’ come avevano fatto con Travelling Riverside Bluesdi Robert Johnson, alzate il volume!

 

Giudizio sintetico: tra i capolavori massimi della band, una vera e propria miliare della storia del rock grazie a brani immortali come “Black Dog”, “Stairway to Heaven” e “When the Levee Breaks”.

Copertina: su un muro, corroso e rovinato dal tempo, c’è un quadro con un vecchio contadino piegato sotto il peso di una grande fascina di legno.

Etichetta: Atlantic

Line up: Robert Plant (voce, tamburello ed armonica a bocca), Jimmy Page (chitarre, cori e mandolino), John Paul Jones (basso, organo, mellotron, sintetizzatore, flauto e mandolino), John Bonham (batteria, percussioni e cori) e Sandy Danny (voce in The Battle of Evermore).

 

Vanni Versini – Onda Musicale 

— Onda Musicale

Tags: Joni Mitchell, The Beatles, Robert Johnson, Robert Plant, John Bonham, Jimmy Page, Vanni Versini, J.R.R. Tolkien, Stairway to Heaven, Fairport Convention, John Paul Jones
Sponsorizzato
Leggi anche
Storm Thorgerson: “Il prisma appartiene a tutti, ma il lato oscuro dell’immagine è solo dei Pink Floyd”
Animals (Pink Floyd): “Il maiale si staccò e andò a finire sulle piste degli aerei di Heathrow”