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Bruce Springsteen, 46 anni di Born to Run: il disco che cambiò la vita al Boss

Born to Run è il terzo album del cantautore Bruce Springsteen, pubblicato il 25 Agosto del 1975 dalla Columbia Records.

Nel 2003 il disco viene inserito alla posizione 18 nella lista dei 500 migliori album di tutti i tempi della rivista americana Rolling Stone.

Il Disco

Quello di cui stiamo parlando è l’album che ha segnato indubbiamente una svolta per l’intera carriera di Bruce Springsteen. Infatti, dopo due album davvero interessanti, sia dal punto di vista musicale che per i testi, Born to Run riesce ad attirare l’attenzione del grande pubblico. Forse anche per un’accezione più rock rispetto agli altri due lavori, con testi più poetici e incisivi. 

La carriera del Boss

Bruce Springsteen era un artista di 26 anni nel 1975, quando si trovò ad affrontare il primo vero momento cruciale della propria carriera. Ingaggiato dal leggendario John Hammond, aveva firmato un contratto con la Columbia per tre album. I primi due dischi, “Greetings From Asbury Park” e “The Wild The Innocent and The E Street Shuffle“, sul piano commerciale non erano stati affatto un successo, sebbene molti dei loro singoli sarebbero diventati dei must springsteeniani. L’intenzione della major, quindi, era quella di mandarlo a casa qualora anche il terzo album si fosse rivelato un flop dal punto di vista delle vendite. Bruce e i membri della sua band, quindi, nonostante la lunga gavetta alle spalle, si trovarono da un momento all’altro con le spalle al muro. E con un solo concerto in programma, il terzo album sarebbe stato decisivo per il proseguo del loro percorso nel mondo della musica. L’alternativa c’era, ma lontana dai palchi internazionali e dalle sale di registrazione.

La creazione di “Born to Run”

L’idea del Boss per il nuovo album era quella di dare corpo ad una concezione di epica musicale attraverso la rilettura del “Wall of Sound” di Phil Spector. Le cose in studio, però, erano ben lontane dall’andare secondo i programmi fino alla svolta. Protagonista del momento chiave fu Jon Landau, il celebre giornalista di Rolling Stone, che vide in Springsteen il futuro del rock’n’roll. Landau decise di collaborare attivamente alla realizzazione dell’album. Per prima cosa subentrò nel ruolo di produttore, sostituendo Mike Appel, il primo produttore manager con il quale il rapporto si sarebbe chiuso definitivamente qualche anno dopo in tribunale.

In secondo luogo, Landau sfruttò la sua profonda cultura musicale e la fitta rete di contatti per tirare le fila del futuro capolavoro del Boss. Le sessioni in studio furono massacranti e passarono per mesi e mesi di reclusione, con passaggi, arrangiamenti e soluzioni riprovati migliaia di volte. L’unico momento di pausa fu dettato da quello che avrebbe potuto essere l’ultimo concerto della band.

— Onda Musicale

Tags: Bruce Springsteen, Born to Run, E Street band
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