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Il legame speciale tra Woodie Guthrie e Bob Dylan

Dylan

Il 13 ottobre 2016, Bob Dylan riceve il Premio Nobel per la letteratura. Il riconoscimento giunge dopo 60 anni di musica e parole che hanno segnato più di una generazione.

Impegnato e impegnativo, Bob Dylan avrà sicuramente pensato al musicista che più di altri gli ha permesso di giungere a quel premio dopo anni di carriera e attività. La figura di Woody Guthrie è stata sicuramente importante per la formazione del “menestrello del rock”. Mentore e fonte di ispirazione, Guthrie ha lasciato una significativa impronta sulla scrittura di Dylan, soprattutto nei suoi brani di impegno sociale e politico. Le motivazioni del Nobel a Bob Dylan, in fondo, sono le stesse per cui il cantautore ha trovato ispirazione in Guthrie: «per aver creato una nuova espressione poetica nell’ambito della tradizione della grande canzone americana».

Woodie Guthrie, il precursore della canzone di protesta

Woodrow Wilson Guthrie nasce a Okemah (Oklahoma) il 14 luglio 1912. Cantautore, scrittore, musicista folk è considerato uno dei maggiori esponenti del genere folk e fautore del blues parlato. Ha esercitato la sua influenza su musicisti come Joan Baez, Joe Strummer e Sprignsteen. Il suo stile era semplice e innovativo allo stesso tempo, pur conservando una ricercatezza e raffinatezza lirica senza uguali e per i quali la sua fama ha varcato i confini degli States.

La sua cifra stilistica è fatta di canzoni di protesta a sfondo sociale e politico in forma di ballate secondo una lunga tradizione musicale statunitense. Mescolando il blues nero e folk bianco, Guthrie riusciva a immortalare la decadenza dei costumi del suo paese.

La sua musica nasceva da un vissuto difficile e da un epilogo ancor più sofferente. Cresciuto in una piccola cittadina sviluppatasi grazie alla presenza di ricchi giacimenti petroliferi, sopportò fin dall’infanzia diverse tragedie familiari. La morte della sorella per un incidente casalingo, la lunga malattia della madre, la morte del padre in circostanze mai chiarite, dopo essere stato indagato per aver partecipato al linciaggio di Laura e Lawrence Nelson. La musica si rivelò essere subito la sua via di fuga: cominciò a suonare l’armonica a bocca, il mandolino e la chitarra (quella stessa chitarra su cui campeggiava la scritta “This machine kills fascists”). Rimasto solo, cominciò a vagabondare per gli Stati Uniti facendo piccoli lavori e suonando.

L’eredità musicale di Guthrie

Woodie Guthrie muore il 3 ottobre 1967 a 55 anni, a causa di una rara malattia ereditaria: la malattia di Huntington, un’infermità che provoca alterazioni del comportamento e deficit neurologici. Guthrie fu ricoverato in un ospedale psichiatrico dal quale non uscì fino alla morte. Fu in questo periodo che Bob Dylan si recò spesso a visitare Guthrie e a sottoporre le sue canzoni, con l’intermediazione di Ramblin’ Jack Elliott.

Il temperamento ribelle e poliedrico di Guthrie e la vasta produzione discografica hanno da sempre catturato l’attenzione e l’interesse di artisti e musicisti sulle orme della canzone di protesta. Testi con contenuti di spessore e musiche dalla grande intensità hanno indicato la strada agli U2, Bruce Springsteen, Joan Baez, Cisco Houston, Judy Collins, Tom Paxton, il figlio stesso di Guthrie, Arlo Guthrie e non ultimo Bob Dylan.

L’incontro di Bob Dylan con il suo mentore Woody Guthrie

Il legame tra Dylan e Guthrie è stato davvero speciale. Oltre a essere citato da Dylan come una delle sue maggiori fonti di ispirazione, Guthrie è stato un vero e proprio mentore per Dylan.

Il menestrello del rock non fu il primo allievo. Ramblin’ Jack Elliott era un cantante folk statunitense che era solito frequentare con regolarità la casa di Guthrie a New York e con il quale si confrontava per la stesura di canzoni. Lo scopo delle visite era quello di imparare e catturare il più possibile dall’esperienza e dal mondo emotivo di Guthrie. Ricorda Elliott: «Woody mi disse che se volevo imparare qualcosa, allora dovevo “rubarlo”, così come “ho fatto io per imparare da Lead Belly”» (quest’ultimo è un altro musicista folk che è stato citato spesso da Guthrie, a sua volta, come fonte di ispirazione).

Fu, dunque, tramite Elliott che Bob Dylan entrò in contatto con Guthrie quando già era ricoverato in ospedale. Fu sempre Elliott a fare da mediatore tra il giovane e assiduo musicista diciannovenne e il mito della musica folk blues bianca quando la malattia neurodegenerativa di Guthrie non gli permetteva più di muovere i muscoli, né di essere sufficientemente lucido. Quelle visite in ospedale furono una vera palestra di formazione artistica e stilistica. Un’eredità che Dylan ha saputo indubbiamente fare tesoro durante tutta la sua carriera.

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Copertina del singolo “Song To Woody)
Il tributo di Dylan a Guthrie

Bob Dylan ha dichiarato la stima nei confronti di quello che considera il suo maestro in molte circostanze sia con dichiarazioni pubbliche, sia con la propria musica.

Dylan dice di Guthrie: «I suoi brani sono da vero fuoriclasse. In essi si racchiude l’umanità intera».

Questa stima, Guthrie ebbe modo di viverla e apprezzarla. Il singolo di esordio di Dylan “Song To Woodie” del 1962 era indubbiamente dedicato al suo maestro e fu inserito nell’eponimo album di esordio del cantautore (19 marzo 1962).

Altrettanto interessante è come proprio in questo brano, Dylan abbia utilizzato parte della melodia della ballata di Guthrie “1913 Massacre”. La ballad fu scritta da Guthrie nel 1941 per ricordare la strage dei minatori di Calumet alla vigilia di Natale del 1913.

Guthrie interpreta e narra i fatti storici di quel disastroso Natale. A Calumet (Michigan), dei minatori in sciopero persero la vita insieme alle proprie famiglie durante una partecipata festa natalizia. Qualcuno all’improvviso urlo “Al fuoco!”, seminando rapidamente il panico tra la folla. Molti persero la vita calpestati dalle persone in fuga. Non fu mai chiarita la dinamica dell’incidente e molti storici – come lo stesso Guthrie sospettava – non ritengono che si sia trattato di un incidente, ma di un falso allarme scatenato per interesse dei gestori della miniera presso la quale i minatori in sciopero lavoravano. L’obiettivo plausibile era quello di causare caos e forse colpire gli organizzatori della manifestazione e distruggere l’alleanza sindacale tra i minatori.

Guthrie venne a mancare nel 1967, ma intorno a lui molti musicisti – tra cui lo stesso Dylan – avevano già raccolto la sua eredità e diffondevano un nuovo modo di denunciare vizi e virtù della società.

— Onda Musicale

Tags: Bob Dylan, Woody Guthrie, Nobel
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