Eric Patrick Clapton nasce a Ripley, nella contea inglese del Surrey, il 30 marzo del 1945, è un chitarrista, cantautore e compositore britannico.
Soprannominato «Slowhand» («Mano lenta») e «God» («Dio»), definito da Chuck Berry «The Man of the Blues» («l’uomo del blues»), Clapton è annoverato fra i chitarristi blues e rock più famosi e influenti.
Nell’arco della sua lunga carriera, ha collaborato con altri artisti acclamati e ha militato in numerosi gruppi (The Yardbirds, John Mayall & the Bluesbreakers, Cream, Blind Faith, Delaney & Bonnie, Derek and the Dominos) prima di affermarsi come solista, sperimentando nel corso degli anni svariati stili musicali, dal blues di matrice tradizionale al rock psichedelico, dal reggae al pop rock.
Eric Clapton è nato il 30 marzo 1945 a Ripley, nella contea inglese del Surrey, dalla sedicenne Patricia Molly Clapton e dal venticinquenne Edward Walter Fryer, un soldato canadese che prese servizio per le ultime fasi della seconda guerra mondiale prima della nascita del figlio e infine fece definitivamente ritorno a Montréal.
Eric fu cresciuto dalla nonna materna e dal secondo marito di quest’ultima, giacché sua madre – che egli credeva sua sorella maggiore – si trasferì in Germania dopo aver sposato un altro militare canadese.
Clapton era un bambino calmo, timido, solitario e, per sua stessa ammissione, «cattivo», molto determinato nel perseguire i suoi obiettivi nell’apprendimento musicale, ma anche dotato di grande senso dell’umorismo.
Trascorse gli anni della scuola media alla Hollyfield School di Surbiton e per il suo tredicesimo compleanno ricevette in regalo una chitarra acustica Hoyer. Imparare la chitarra si rivelò per Clapton tanto difficile che fu sul punto di abbandonarla. Sin da ragazzino fu influenzato dal blues e si allenava molte ore per imparare gli accordi e riprodurre lo stile musicale degli artisti blues, che ascoltava grazie a un registratore portatile.
Clapton comincia la sua carriera come solista esibendosi nelle strade. Entra giovanissimo negli Yardbirds per poi passare con i Bluesbreakers di John Mayall, coi quali esordisce dal vivo il 6 aprile 1965 in un concerto a Londra[4]. Nel 1966 incide il celebre disco Bluesbreakers with Eric Clapton, a seguito della pubblicazione del quale compare nella metropolitana di Londra la scritta «Clapton is God». In questo periodo conosce il batterista Ginger Baker e il pianista, compositore e bassista Jack Bruce. Con loro fonda il gruppo rock-blues dei Cream. Inoltre suona nei primi album di Frank Zappa, incidendo parti vocali e di chitarra.
L’assetto dei Cream, un supergruppo di virtuosi, consente a ciascuno dei componenti di liberare le proprie capacità senza essere costretto nei limiti delle canzonette pop. Sunshine of Your Love, White Room – scritta dal bassista dei Cream Jack Bruce – e Badge (scritta con l’amico George Harrison) sono le gemme più luminose della prima parte della carriera di Clapton. All’apice del successo, alla fine dei sessanta, i Cream si sciolgono.
Per gli anni immediatamente successivi la carriera di Clapton assume un carattere un po’ nomade e irregolare. Insieme a Ginger Bakere all’amico Steve Winwood, Eric fonda i Blind Faith. Presence of the Lord è un classico che ancora oggi Eric suona talvolta in concerto. Anche i Blind Faith hanno vita assai breve e, dopo il solo disco d’esordio, la loro esperienza si chiude: del resto la vita dei cosiddetti “supergruppi”, quali erano sia i Cream che i Blind Faith, non è mai stata facile, soprattutto per le pressioni delle major.
Trova quindi rifugio nella band Delaney & Bonnie, in cui per un periodo brevissimo milita e va in tour. Ne scaturisce il disco: On Tour with Eric Clapton rilasciato con il nome della band modificato in Delaney & Bonnie & Friends.
Nel 1970 esce il primo album solista di Clapton. Rara la prima versione (CTH in trail-off per i cultori del vinile) uscita per sbaglio con versioni inedite di After Midnight e Blues Power.
Subito dopo, Eric forma i Derek & The Dominos. In realtà il gruppo doveva chiamarsi ‘Derek & The Dynamos‘ ma fu cambiato per un errore di trascrizione. Arrivato agli studi appositamente per conoscere Clapton, entra a far parte del gruppo un altro grande chitarrista elettrico, Duane Allman, noto per la militanza negli Allman Brothers.
Esce il disco Layla and Other Assorted Love Songs. Layla, con il micidiale riff di apertura, è una delle canzoni più celebri di Clapton insieme alla successiva Cocaine (1977) scritta da J.J. Cale. Sebbene il disco contenga anche altri ottimi brani (Bell Bottom Blues, I Am Yours, Key to the Highway), è in generale il lirico dialogo tra la chitarra di Clapton e quella di Duane a dominare il disco. Clapton soffre molto per la morte improvvisa di Jimi Hendrix, cui era legato da grande stima ma anche da competizione. Per un lungo periodo i concerti di Clapton con Derek and the Dominos del 1970 si aprono con Little Wing di Jimi Hendrix in omaggio al grande chitarrista.
Al successo statunitense dell’album segue una tournée e un disco dal vivo. Un secondo progetto di disco abortisce prima di essere pubblicato, Duane muore in un incidente stradale e per Clapton si aprono definitivamente le porte dell’inferno della droga. Nell’agosto 1971, un Clapton visibilmente provato partecipa al Concert for Bangladesh dell’amico George Harrison, riprendendo tra l’altro il famoso assolo di While My Guitar Gently Weeps, da lui già eseguito nella versione del White Album dei Beatles.
Ci vorranno mesi e mesi e l’aiuto di amici come Pete Townshend per risollevarlo dall’abisso, almeno parzialmente. Tanto affetto quasi costringe Clapton a fare una rentrée dal vivo al Rainbow di Londra da cui viene tratto un live, non del tutto riuscito, a detta di molti critici (anche perché sull’LP non vengono inseriti i brani migliori, poi pubblicati su bootlegs giapponesi di alto livello). Ma è abbastanza perché Clapton si rimetta in pista, e con 461 Ocean Boulevard torna a ruggire nelle radio e sui giradischi di tutti i fans.
La canzone pilota è I Shot the Sheriff, già di Bob Marley (all’epoca ancora misconosciuto autore giamaicano) che arriva prima nella Billboard Hot 100. Del resto Clapton è noto per il suo gusto nello scegliere nel repertorio di altri artisti canzoni da lanciare a nuova vita.
Si nota nel disco anche Let It Grow, dall’incedere lento ed ammaliante, ma con una chiusura solenne e bellissima, harrisoniana, precedente al giro di accordi di Stairway to Heaven. Se Eric Clapton (1970), come detto attribuibile in larga parte a Delaney & Bonnie, per quanto di ottimo livello, è un po’ una falsa partenza, 461 Ocean Boulevard (1974) segna l’avvio effettivo della carriera solista di Clapton divenendo inoltre l’archetipo di quasi tutti i suoi album: tanti altri ne seguiranno nei trent’anni successivi ma ricalcheranno tutti, con maggiore o minore successo, la formula vincente di questo, blues, ballads e laid-back, con elegantissimi interventi di chitarra.
In ogni caso l’attività di studio è funzionale a quella dal vivo, dove Clapton tira sempre fuori il meglio di sé, a parte quando torna ad essere preda di demoni e dipendenze varie. Tra i dischi dal vivo degli anni settanta si ricordano E. C. Was Here e Just One Night, in cui Clapton riesce a rendere brillanti e fiammeggianti anche composizioni che in studio erano risultate deboli.
Gli anni ottanta vedono un Clapton modaiolo e alle prese più con il gossip ed il jet set che non con il blues. L’11 giugno del 1988 partecipa con i Dire Straits al Concerto tributo per i 70 anni di Nelson Mandela[5]. È una tappa del tour dello stesso anno che coinvolge gli amici Mark Knopfler ed Elton John. La super session di amici avrà il suo culmine nel concerto benefico di Knebworth del 30 giugno 1990.
Ma la vita chiede a Clapton il più alto prezzo che un padre possa mai pagare.
il 20 marzo 1991, a causa di una finestra lasciata aperta da una domestica, il figlioletto Conor, nato il 21 agosto 1986 dalla relazione con l’attrice italiana Lory Del Santo, a soli 4 anni muore cadendo dal 53º piano di un grattacielo a New York, dove si trovava con la madre.
Clapton è spezzato dalla tragedia, ma il dolore gli dà una scossa totale. Al di là della canzone dedicata al figlioletto morto (Tears in Heaven), dal lutto sofferto Clapton riapre le porte della sua musica al blues. La prima pubblicazione di Tears in Heaven avviene in occasione della realizzazione della colonna sonora del film Rush (1992) dove la canzone, a differenza della versione acustica che poi comparirà in “unplugged”, è realizzata con la chitarra elettrica. È, infatti, il film Rush che dà ad Eric l’occasione di esprimere, come richiestogli dal regista, una musica che dia l’emozione a chi ascolta della perdita di una persona amata.
Altre canzoni composte sull’onda emotiva della morte di Conor sono: My father’s eyes e Circus has left town canzoni dove Clapton esprime il suo dolore sia per la morte del figlio che per non aver mai conosciuto il suo vero padre.
L’occasione per aprire il suo cuore al pubblico e mostrare insieme le sue ferite, la sua forza ed il suo amore per il blues viene il 16 gennaio del 1992 presso i Bray Film Studios di Windsor. In questa occasione il chitarrista e la sua band effettuano un’esibizione nel programma Unplugged per MTV, che viene immortalata in audiovisivo; le immagini di questo concerto acustico verranno trasmesse in prima visione nel Regno Unito il successivo 27 e 29 marzo.
Dai nastri incisi verranno poi ricavati un album ed una VHS omonimi entrambi pubblicati il 25 agosto dello stesso anno. Come richiesto dal format della trasmissione televisiva, nessuno strumento elettrico è consentito, solo strumenti non elettrificati: ne esce un recital maestoso, dove anche numeri a prima vista improponibili in versioni acustiche, escono rivitalizzati e vestiti a nuovo, uno per tutti Layla: famosissima per molti anni nella sua prima versione, Layla diventa altrettanto famosa in questa inedita veste, uno swing dolente e felpato per nulla simile alla frustata rock dal finale struggente e malinconico di trent’anni prima.
Il disco tratto dalla trasmissione diventa un best e un long seller, che ottiene il disco d’oro in USA, in quanto viene certificata la quota di 10 milioni di copie vendute, che determineranno la vittoria di ben sei Grammy, oltre all’attribuzione di numerosi altri premi: questi trionfi contribuiscono a ristabilire il successo planetario, nonché la stima della critica nei confronti di Clapton. Dal 18 giugno al 30 agosto del 1992 compie un tour che in alcune date lo vede alternarsi sul palco in doppia esibizione ad Elton John; con quest’ultimo ha nel frattempo inciso il singolo Runaway Train, che viene pubblicato il 1º agosto successivo.
Sempre lo stesso giorno esce il brano It’s Probably Me, frutto di un’altra collaborazione, stavolta con Sting e facente parte come la precedente della colonna sonora del film Arma letale 3.
Il 16 ottobre successivo prende parte al concerto tributo per il trentennale dell’esordio discografico di Bob Dylan, meglio noto come The 30th Anniversary Concert Celebration, insieme a famosi colleghi come Neil Young,Tom Petty, Lou Reed, Kris Kristofferson e numerosi altri, tutti impegnati ad eseguire varie celebri composizioni del cantautore statunitense; per l’evento Slowhand si cimenta nella sua versione di Don’t Think Twice It’s All Right.
Colpito egli stesso dall’inatteso trionfo mondiale, per il suo nuovo lavoro in studio, decide di tornare alle proprie radici musicali: il 13 settembre 1994 esce From the Cradle, un album di cover blues nato come omaggio ai maestri afroamericani del secondo dopoguerra, ovvero le principali fonti d’ispirazione fin dagli inizi del suo percorso di musicista.
Gli ultimi anni di Clapton lo hanno visto altalenare tra produzioni mainstream e dischi dichiaratamente blues (gli ultimi in questa serie sono Me & Mr. Johnson e Session for Robert J., tributi a Robert Johnson).
Nel frattempo, Clapton ha avuto anche modo di creare una fondazione per la cura e la riabilitazione degli alcolisti (Fondazione Crossroads con sede ad Antigua); nel 1999 ha organizzato un concerto al Madison Square Garden di New York di cui è stato pubblicato un DVD dal nome Eric Clapton & Friends In Concert A Benefit For The Crossroads Centre At Antigua, mentre nel 2004 e nel 2007 ha organizzato un grande festival della chitarra blues, il Crossroads Guitar Festival, di cui sono stati pubblicati due DVD doppi.
Con il conseguimento di ben diciassette Grammy Award e il Brit Award per il suo eccezionale contributo al mondo musicale, nel 2004 è stato anche insignito del titolo CBE (Commander of the Most Excellent Order of the British Empire) a Buckingham Palace per i suoi servizi resi alla musica. Nell’agosto del 2005, l’album Back Home è stato sostanzialmente ed unanimemente stroncato dalla critica: troppo orientato al mainstream, prevale un tono abbastanza tiepido, privo di sussulti, in cui la mitica Stratocaster non “ruggisce” più.
Retrospettivamente, e in modo alquanto malizioso, qualcuno ha fatto trapelare che in realtà le canzoni di Back Home fossero state registrate prima del disco-omaggio a Robert Johnson, ma che la casa discografica, ritenendole meno interessanti delle cover stesse, ha preferito ritardare l’uscita del materiale originale preferendogli il tributo al vecchio bluesman.
Nel 2006 esce The Road to Escondido, album in cui finalmente realizza la collaborazione tanto desiderata con J. J. Cale, l’autore di Cocaine. Nella band è presente anche Billy Preston nella sua ultima session in studio, pochi mesi prima della sua scomparsa. Dal 2006 si esibisce anche in Italia in una serie di date che lo vedono protagonista al Lucca Summer Festival il 7 luglio assieme alla Robert Cray Band, a Umbria Jazz l’8 luglio, e all’Arena di Verona, ancora una volta con Robert Cray davanti a un foltissimo pubblico: insieme hanno concluso il concerto duettando in Crossroads. Il tour ha visto concerti da «tutto esaurito» insieme a Steve Winwood e a Jeff Beck.
Il 9 ottobre 2007 esce negli Stati Uniti e nel Regno Unito la sua biografia. Nel settembre del 2010 è uscito il suo nuovo disco, contenente due inediti, intitolato semplicemente Clapton. Definito dal cantante come un album “venuto da sé“, un tributo alle grandi melodie blues e jazz ascoltate fin da bambino.
Il 24 giugno 2011 si è esibito in un concerto di beneficenza insieme a Pino Daniele nello stadio di Cava de’ Tirreni di fronte a circa 17000 spettatori.
Il 13 settembre 2011 è stato pubblicato l’album live (CD e DVD) Wynton Marsalis & Eric Clapton Play the Blues, registrazione di un concerto tenutosi nell’aprile dello stesso anno al Rose Theatre di New York, frutto di una felice collaborazione con il virtuoso trombettista Wynton Marsalis. Con l’accompagnamento di una vera e propria big band jazz, i due musicisti esplorano le radici del blues, interpretando soprattutto brani tradizionali, come Just a Closer Walk with Thee, ma anche il classico di Clapton, Layla, presentato in un’ancora nuova versione.
Nel marzo 2013 viene pubblicato “Old Sock“, nuovo lavoro che ripercorre la strada intrapresa con il precedente Clapton. L’album comprende due canzoni inedite (Gotta Get Over e Every Little Thing) ed una collezione di brani tra i preferiti da Clapton. Da Leadbelly a J.J. Cale; Peter Tosh a George Gershwin; Hank Snow a Gary Moore e Taj Mahal, questo lavoro è una celebrazione dei tanti che hanno ispirato la ricca vita musicale di Clapton. Esplora standard romantici degli anni trenta, reggae, soul, rock e comprende una distinta collaborazione con Paul McCartney.
Nel 2014 uscì un album tributo all’amico J.J. Cale intitolato The Breeze: An Appreciation of JJ Cale e realizzato con la collaborazione di Mark Knopfler, John Mayer, Willie Nelson, Tom Petty e Derek Trucks. L’album è arrivato in prima posizione in Danimarca e nei Paesi Bassi, in seconda nella Billboard 200, in Canada, Germania e Norvegia, in terza in Svizzera e Nuova Zelanda ed in ottava in Austria.
Nel 2015 viene distribuito il film musicale Live at the Royal Albert Hall. Nel febbraio del 2016, viene annunciato il nuovo album, intitolato I Still Do, la cui uscita è prevista per il maggio dello stesso anno.
Clapton è annoverato fra i principali esponenti del blues rock, e in particolare della scena British blues. Durante la sua lunga parabola artistica, che lo ha visto dapprima militare in numerosi «supergruppi» per poi intraprendere un’acclamata carriera solista, il chitarrista ha spaziato attraverso diversi stili musicali, dal rock psichedelico al blues di matrice tradizionale, dal pop rock all’hard rock, dal reggae al folk rock.
Clapton, al di là dei concerti con i supergruppi nei primi anni della sua carriera, è spesso stato accompagnato nei suoi tour da numerosi artisti di grande fama, non solo come “ospiti” per alcuni concerti ma come membri fissi della sua band.
Tra essi vanno ricordati i bassisti Pino Palladino (Who, Paul Simon) e Donald Dunn (The Blues Brothers), i tastieristi Steve Winwood (Traffic, Spencer Davis Group) e Greg Phillinganes (Toto), i batteristi Phil Collins (che ha suonato negli album Behind the Sun, August e Journeyman) e Andy Newmark (Sly & The Family Stone).
Plurivincitore di Premi Grammy, Eric Clapton è l’unico musicista che vanta tre inserimenti nella Rock and Roll Hall of Fame (come solista nonché come membro degli Yardbirds e dei Cream). È iscritto in seconda posizione nella classifica dei cento migliori chitarristi redatta dalla rivista specializzata Rolling Stone, dietro solo a Jimi Hendrix.
Appare inoltre nei dischi di Bob Dylan, George Harrison, Richie Sambora, Jackye Lomax, Billy Preston, Martha Velez, John Dickinson, Doris Troy, Roger Waters, Aretha Franklin, Leon Russell, Gary Brooker, Phil Collins, Sting, Arthur Louis, Joe Cocker, Beatles, Rolling Stones, John Astley, Santana, Zucchero.
Clapton è l’autore della colonna sonora del film Homeboy (1988). Ha poi partecipato al film Blues Brothers: Il mito continua (1998), interpretando se stesso in un cameo musicale nel finale della pellicola.