Dal 30 giugno – per Disordine Dischi – è uscito “Jagermeister”, il nuovo singolo di Rayo in collaborazione con Paci Ciotola, pezzo che racconta i sentimenti dell’autore in seguito alla fine di un breve flirt estivo. Il testo riflette sul senso di solitudine e di vuoto che prova l’autore.
Rayo annega il suo dispiacere e il suo sconforto per la prematura fine della frequentazione nello Jagermeister, metafora della freddezza delle sensazioni che prova nonostante il caldo del pieno dell’estate. L’estate stessa sembra essere sotto zero, evidenziando un clima emotivo gelido e un rapporto che si è inevitabilmente deteriorato. Non manca l’autoanalisi tipica dei testi di Rayo, il quale è ben consapevole di non poter stare bene nella tranquillità, cosa che lo porta a cercare sempre situazioni difficili dal punto di vista emotivo.
Se dovessi presentarti attraverso il titolo di una canzone (di altri artisti), quale sceglieresti e perché?
«The Man Who Can’t Be Moved – The Script perché penso di essere una persona determinata e talvolta testarda, ma anche paziente. Il protagonista della canzone decide di accamparsi nel posto dove ha visto per la prima volta la donna che ama, in attesa del suo ritorno, di cui in un modo o nell’altro è piuttosto sicuro. Mi rivedo particolarmente in questo pezzo, che per me è applicabile un po’ a tutto».
Inizialmente ti sei avvicinato alla musica da autodidatta. Quali sono state le maggiori difficoltà in questo senso?
«Non avere un maestro sicuramente può portare ad un rallentamento dell’apprendimento oltre che magari a qualche lacuna, molto probabilmente. Nulla di irrisolvibile sicuramente, chi va piano va sano e va lontano!»
Il tuo nuovo singolo è “Jagermeister”. Come nei i tuoi precedenti singoli, anche qui c’è molta autoanalisi. Che sensazione ti dà il metterti a nudo con i tuoi ascoltatori?
«Scriverlo e cantarlo mi permette in primis di capirlo e poi di elaborarlo anche. Espormi in questo modo sapendo che c’è qualcun altro ad ascoltarmi che magari ha provato le stesse cose mi fa sentire soddisfatto in un certo senso, perché so che effetto possa avere il sentirsi compresi ascoltando una canzone e di conseguenza il sentirsi meno soli».
Parliamo della scena musicale della tua città. Ci sono dei progetti che segui con interesse? Ci sono dei luoghi di ritrovo a cui sei affezionato?
«Sì! In particolar modo Drast e Kenai e i Crash Test. Non ho invece luoghi a cui sono particolarmente affezionato».
Programmi per i prossimi mesi?
«Scrivere, scrivere, cantare in giro, scrivere (normalmente d’estate scrivo di più). Grazie e un saluto dal vostro Rayo.»