Recensioni e Interviste

Rosko’s: il ritorno all’insegna dei manga giapponesi

roskosband intervista

Rosko’s, Comics & Games: il ritorno con due singoli all’insegna dei manga giapponesi.

Anni e anni sono passati dall’ultima pubblicazione dei Rosko’s. Ma sotto le ceneri, la brace è ancora rovente, tant’è che la band ha annunciato un ritorno all’interno della cornice del rinomato Lucca Comics & Games, dove si esibiranno e porteranno due nuovi singoli di prossima uscita, legati e ispirati a tutto ciò che è manga e anime. Una novità dell’ultima ora per la band? Assolutamente no: una passione coltivata negli anni, che pone la band nel contesto più indicato per questo genere di connubio. I due singoli saranno disponibili a partire dal 27 Ottobre su tutte le piattaforme digitali ed è possibile fare il presave di “Please Save My Earth” e “Another Day To Slay”.

Abbiamo voluto approfondire intervistando Andrea Rock, storico componente del gruppo.

Come è nata l’idea di tornare dopo vent’anni e celebrare l’amore per il mondo manga/anime attraverso la vostra musica?

L’idea è nata quando ho iniziato a collaborare con la famiglia di Lucca Comics & Games. Vent’anni fa essere un appassionato di cultura pop (una volta nota come “mondo nerd”) era considerato in maniera diametralmente opposta rispetto ad oggi e noi che, come band, avevamo puntato tutto (o quasi) sulla connessione con quei mondi, non venivamo capiti. Quando ho potuto saggiare da insider la realtà odierna, ho capito che era il momento giusto per raccontare la storia dei Rosko’s a coloro che non l’avevano mai sentita.

State per tornare con due nuovi singoli, “Please Save My Earth” e “Another Day To Slay”. Cosa potete dirci in anticipazione sulla connessione tra questi brani e i manga giapponesi?

Il legame è assolutamente diretto in quanto “Please Save My Earth” è il titolo in inglese del manga di Saki Hiwatari, pubblicato in Italia fino al 2000, mentre “Another Day To Slay” è legato al mondo di “Demon Slayer – Kimetsu no yaiba”, uno dei franchise più di successo degli ultimi 10 anni. Abbiamo scelto queste due opere per parlare di tematiche come il cambiamento climatico e i legami familiari.

Il vostro album “Angel with single wing” è stato un concept album basato sul manga “Angel Sanctuary”. Qual è stato l’ispirazione dietro questo progetto e come avete lavorato all’epoca con l’artista Sergio Gerasi per la copertina?

Ho sempre creduto che alcune opere giapponesi fossero particolarmente indicate per raccontare il dissidio interiore degli adolescenti e della post adolescenza in genere. Quel manga, in particolare, si articolava su tematiche terribilmente affascinanti come il rapporto tra il bene e il male, l’identità di genere, una visione rivoluzionata della società e della religione cristiana…aveva tutte le caratteristiche per diventare un disco metal, o metal-punk come usavamo definire il nostro suono! Inoltre, in quegli anni facevano capolino anche in Italia gruppi come My Chemical Romance di Gerad Way (andatevi a studiare il suo ruolo cardine nel mondo del fumetto americano) e Avenged Sevenfold, i cui testi sarebbero andati a nozze con la trama di “Angel Sanctuary”….ma ci siamo arrivati prima noi! Sergio Gerasi, a quei tempi, era un amico, un musicista e un fumettista di talento che muoveva i primi passi nell’editoria di genere. Oggi siamo terribilmente fieri della sua realizzazione professionale e di poter vantare le sue prime copertine.

Il senso di alienazione e rifiuto delle norme sociali sono un tema ricorrente nelle liriche dei Rosko’s. Come pensate che questa tematica si relazioni ai vostri ascoltatori e ascoltatrici e all’attuale concetto di inclusività in senso più allargato?

I nostri ascoltatori erano ragazzi che già vent’anni fa vivevano un dissidio interiore importante e nei testi delle nostre canzoni avevano trovato un mondo nel quale rifugiarsi e riconoscersi. Abbiamo affrontato argomenti importanti come la prevenzione al suicidio e appunto l’identità di genere, sempre attraverso la metafora del fumetto giapponese. Con alcuni dei nostri supporter siamo in contatto ancora oggi dopo oltre 15 anni. Significa che il legame creato con loro era reale.

Come vedete l’evoluzione del vostro genere musicale nel corso degli anni, specialmente in relazione alle vostre influenze musicali personali? I Rosko’s di questi due singoli cosa avranno in comune con le produzioni “storiche” della band?

Quando abbiamo scelto di produrre due nuovi brani, abbiamo scelto di rimanere più fedeli possibili al nostro modo di scrivere dei tempi, proprio perché già vent’anni fa avevamo uno stile molto personale. Ovviamente ci siamo avvalsi di quello che oggi offre il mondo del pro audio, ma sempre con un occhio di riguardo verso ciò che era il sound originale della band. Ci hanno sempre considerato o troppo metal per la scena punk o troppo punk per la scena metal…e a noi la cosa andava benissimo.

Come è cambiato il rapporto tra la vostra musica e il mondo dei fumetti giapponesi nell’ultimo decennio?

Abbiamo notato che il mondo degli anime negli ultimi anni ha sposato la causa delle sonorità più alternative e anche maxi produzioni come “Attack On Titan” hanno colonne sonore quasi metalcore. C’è anche molto più interesse in occidente verso produzioni giapponesi o coreane e alcuni prodotti di successo nella realtà asiatica sono diventati di rilievo anche nel vecchio continente…un esempio su tutti, le Baby Metal!

Potete condividere alcune esperienze o aneddoti significativi che avete vissuto nel corso degli anni, specialmente quelli legati alla vostra passione per gli shojo/shonen giapponesi?

Come già detto, all’epoca essere “otaku” non era particolarmente attrattivo come fenomeno; si prediligeva al machismo della scena metal o alla politica della scena punk. Noi eravamo outsider in molti sensi. Ma c’è stato chi ha creduto in noi e ha capito il nostro messaggio prima di altri e per questo motivo siamo riusciti a condividere i palchi con band internazionali come Misfits, Soulfly, Billy Talent e tanti altri…

Avete detto di voler creare un “crossover funzionale al racconto proposto” con la vostra musica. In che modo cercate di superare le etichette di genere e come influisce questo approccio sul vostro processo creativo?

I preconcetti si superano solo uscendo dalla propria zona di comfort. Nei Rosko’s ognuno di noi quattro ha scelto di porsi nuove sfide; suonando in maniera differente rispetto a come avrebbe fatto in un progetto più lineare. Abbiamo strutturato i nostri brani in modo personalabe. Inoltre abbiamo cercato di tracciare una strada diversa da tutti quelli che facevano musica ad inizio anni 2000. Oggi quello che proponiamo è decisamente più digeribile, proprio perché molte barriere sono crollate e c’è maggiore fluidità anche nella musica alternativa.

— Onda Musicale

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