Intervista al singer-songwriter che abbraccia come proprio credo il punk rock e lo mescola con il folk e il rock.
Charles Dillinger è un singer-songwriter originario della Sardegna che abbraccia come proprio credo il punk rock e lo mescola con il folk e il rock di matrice americana, per dare vita a brani personali, emotivi e orecchiabili. Ha recentemente pubblicato due nuovi singoli e lo abbiamo intervistato in esclusiva per Onda Musicale per saperne di più!
Charles, “Wish upon the moon” e “Grease, Poems & Dimes” sono due singoli che sembrano abbracciare sonorità diverse, pur mantenendo una certa linea guida ben identificabile. Puoi raccontarci come è nata l’idea di sperimentare con un sound più rock e punk-rock americano?
È stato un procedimento molto naturale, il punk rock e il rock americano sono sempre stati una presenza stabile nei miei ascolti, ho sempre trovato un parallelismo tra i pezzi folk/country/americana e i pezzi ben scritti punk rock, una melodia forte, tre, quattro accordi e storytelling profondo, per me basta sostituire la chitarra acustica con quella elettrica, aumentare i BPM e qualsiasi buon pezzo folk può diventare un buon pezzo punk rock.
Hai menzionato il film “Inside Llewyn Davis” come fonte di ispirazione per “Grease, Poems & Dimes”. Puoi condividere con noi come questo film ha influenzato la tua composizione e la storia dietro il brano?
Spesso quando inizio a scrivere ho la testa invasa da immagini, come se stessi pensando ad un film, in questo caso specifico mi sono ricordato del protagonista di Inside Llewyn Davis, interpretato da Oscar Isaac, ho provato ad immaginare come ci si possa sentire in quella particolare situazione, mi piace partire da un’ ispirazione forte per poi approfondirla con le mie lenti, spesso trasformandola in qualcosa di completamente diverso, ma aperto a più interpretazioni. Ci sono i vari riferimenti, tipo MacDougal Street, via del Gaslight, (dove suonava spesso Dylan) che contestualizzano la storia, ma è una storia che appartiene ad ognuno di noi, quella che vede il protagonista catapultato in un mondo molto veloce, che lascia indietro chiunque non stia al passo, quello del qui e ora, del posto giusto al momento giusto, ed è una sottile linea che separa i vincenti dai perdenti.
La tua musica è pregna di riferimenti folk e al storytelling, elemento cardine di questo genere. Come riesci a mantenere l’integrità delle tue tematiche e storie personali mentre sperimenti con nuovi suoni e stili musicali?
Non è facile, cerco di mantenere tutti gli elementi cardine imbracciando la chitarra acustica, provando a non cambiare quel modo di narrare una storia e di richiamare un certo immaginario, dando poi una nuova veste in fase di arrangiamento. Penso che il modo migliore sia provare e riprovare, cercando di trovare nuovi metodi per scrivere e comporre senza perdere credibilità, ho quaderni che oramai sono dei cimiteri di testi che non ce l’hanno fatta.
Quali sono le tue fonti di ispirazione principali quando componi musica? Ci sono altri artisti o opere che hanno avuto un impatto significativo sulla tua carriera?
Ci sono diverse cose che credo abbiano influenzato la mia musica e continuino ad influenzarla, sicuramente una di queste è la natura, ho avuto la fortuna di nascere e crescere in un luogo circondato dal verde, boschi, montagne, distante venticinque minuti dal mare, insomma tutto quello che si può chiedere a madre natura, spesso ho scritto canzoni in questi luoghi, delle volte andavo semplicemente a suonarci. Sono luoghi magici, si fa fatica a descriverli a parole, una volta visti però non si fa fatica a capire da dove arrivino molte delle mie canzoni, citando il mio caro amico Andrea “Wyoming” e invece è l’Ogliastra.
Ci sono tante altre cose che mi influenzano come libri, film e ovviamente songwriters, mi pare doveroso citarne qualcuno, a parte i famosissimi Dylan, Springsteen, Cash, Otis Redding, Sam Cooke vorrei fare qualche nome meno conosciuto ai più ma ugualmente importante, ovviamente in ordine casuale : Grayson Capps, Evan Bartels, Benjamin Tod, Ballroom Thieves, Nathaniel Rateliff, Caamp, Charley Crockett, The Hill Country Devil, John Vincent 3, Manchester Orchestra, Hot Water Music, Gaslight Anthem, Menzingers, White Buffalo, e la lista non finirebbe più.
Il tuo nome d’arte, “Charles Dillinger,” ha un’aria di mistero e fascino. Da dove deriva questo stage name? Ha un significato particolare per te?
Il nome ha origine dal mio vecchio Barber Shop (che ho chiuso e venduto un anno fa) si chiamava Dillinger cut , nome preso da John Dillinger, un rapinatore di banche del midwest a cavallo tra gli anni venti e trenta, molto famoso per i suoi metodi di fuga dalle prigioni, anche i Dillinger Escape Plan (che adoro) hanno preso il nome da lui. Avevo da poco iniziato a fare qualche live chitarra e voce e mi serviva uno stage name, non ci pensai due volte, sicuro che si sposasse bene con l’immaginario evocato dalle canzoni
Nel processo di registrazione di “Grease, Poems & Dimes,” hai avuto modo di collaborare con vari musicisti e professionisti. Come è stato lavorare con loro e come è stato affrontato il processo creativo durante le fasi di registrazione all’Attitude Studio?
È stato semplice e veloce registrare questo pezzo, la collaborazione con Nicola e Angelo ormai è talmente solida che si va sempre spediti, cerco sempre di arrivare in studio preparato, il pezzo deve suonare già bene in fase demo, in modo tale da poterci concentrare bene sui piccoli aspetti altrettanto importanti, tipo sul suono delle chitarre, sperimentare su metrica, accenti delle pennate ecc. Stavolta ad esempio abbiamo lavorato soprattutto in fase di cutting, Andrea mi ha dato una mano a snellire il testo nei bridges, per farla scorrere meglio, queste sono le cose belle dello studio, tu cerchi di portare il tuo materiale al massimo, poi lì grazie ai professionisti, hai modo di fare quel qualcosa in più che porta il brano ad un livello superiore.
Oltre alla musica, ci sono altri progetti o obiettivi futuri che vuoi perseguire nella tua carriera artistica? Cosa possiamo aspettarci di sentire o vedere da Charles Dillinger in futuro?
Sto lavorando per poter portare i miei pezzi live in giro per l’Europa, continuo a scrivere materiale nuovo e vorrei provare a sperimentare con altri generi, che fanno parte del mio bagaglio ascolti
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Pic Credits: Emanuele Demontis