Michael The Skillerz si racconta al nostro giornale.
Michael The Skillerz è Micheal Ducoli, rapper bresciano classe ‘91. Attualmente é al lavoro sul suo terzo album intitolato Aeternum, la cui uscita è prevista per fine 2024 inizio 2025.
Hai iniziato la tua carriera musicale molto giovane, nel 2004. Cosa ti ha avvinato alla musica?
Diciamo che entro nel mondo dell’hip hop in prima media, tramite la breakdance. Sono sempre stato attirato di indole dalle cose di nicchia, mi sono sempre sentito un po un diverso, quello che piaceva alla massa non mi ha mai rappresentato, ho sempre avuto il bisogno di seguire una strada che fosse mia. E cosi in quegli anni ho scoperto il breaking, mi ricordo ancore le settimane intere, dopo scuola, passate a casa di un mio amico dell’epoca a provare le coreografie e le mosse, con la spensieratezza che si puo avere a quell’età. Poi dalla breakdance inizio ad ascoltare l’hip hop, prima quello americano, e poi poco dopo quello italiano.
Vengo in possesso di alcuni dischi di Bassi Maestro e mi innamoro del linguaggio e della tipologia di espressione, così mi dico sai che c’è?! Lo faccio anche io. Quindi comincio a scrivere i miei primi testi, rubo qualche base qui e li e inizio a registrare i primi pezzi homemade. Il Primo l’ho registrato in seconda media, però ero veramente troppo acerbo e troppo giovane per padroneggiare la disciplina, diciamo che il 2004 è stato il banco di prova, però la carriera vera e propria è iniziata solo qualche anno dopo, nel 2007, con le prime produzioni e le prime registrazioni in studio, mi piace pensare di avere iniziato li.
Nel corso degli anni hai collaborato con diversi artisti e fondato la Hero Crew nel 2008. Ci puoi raccontare come è nata questa collaborazione e quali sono state le principali sfide che avete affrontato come collettivo?
Guarda, io vengo da un piccolo paesello di provincia, uno di quelli dove tutti si conoscono e le persone sanno tutto di tutti. Quindi quando fai qualcosa di cosi particolare come fare musica Rap in quegli anni, quindi molto prima che il rap diventò mainstream, e soprattutto nella realtà geografica in cui vivevo e tutt’ora vivo, è molto facile incontrare persone che hanno la tua stessa indole. Da li quindi ho incontrato Matteo (Enne), complice il fatto che ero un po stufo di fare tutto da solo e che lui aveva un energia travolgente abbiamo deciso di fondare il nostro gruppo, poi si sono aggiunti Mario (Brain Trip) e Paolo (MC Dheas) come artisti fissi, piu vari ospiti ricorrenti, tutti facenti parte della nostra cerchia di amici.
La sfida piu grande è stata quella di farsi prendere sul serio, alla fine eravamo molto giovani, e specialmente quando affrontavamo i primi live nei locali, nonostante avessimo anche il nostro impianto, dovevamo sempre un po convincere i gestori a darci la possibilità esibirci, chi ci ha dato fiducia però è sempre rimasto soddisfatto. Un altra grande difficoltà è stata quella di sentirci molto isolati come realtà, lontani dal fermento delle city, da dove viviamo ci vuole un ora abbondante di macchina per arrivare anche solo a Brescia, specialmente quando non sei automunito, questo ti taglia un po fuori, anche riuscire a fare arrivare la nostra musica fino alla città era un impresa, qui in valle c’eravamo solo noi quindi da quel punto di vista li è stato un bello scoglio da superare.
Nel 2013 il gruppo si è sciolto e hai interrotto la tua carriera musicale. Cosa ti ha spinto a prendere questa decisione e cosa hai fatto durante questo periodo di pausa dalla musica?
Nel 2013 ci sciogliamo soprattutto perché eravamo in fasi diverse della vita, alcuni erano già piu lanciati verso il mondo del lavoro e le responsabilità che ne conseguono, altri avevano ancora voglia di seguire il sogno, poi il rap in quegli anni è cambiato molto, è nata la trap e tutti quei nuovi stili dove io non mi riconoscevo più, ho pensato di dover smettere per ritrovare la mia identità e non dover perforza continuare solo per seguire il flusso. Durante questo decennio ho continuato a scrivere, ogni genere di cose, rap, canzoni indie, persino sceneggiature o racconti. Poi il lavoro, ho conosciuto mia moglie, mi sono sposato, ho avuto due figlie, nonostante l’assenza dalla musica sono stati anni molto intensi che mi hanno fatto crescere molto a livello umano, e di conseguenza anche artistico.
Nel 2023 hai fatto il tuo ritorno sulle scene musicali con il tuo primo album ufficiale da solista, “The North Wild Spirit”. Qual è stata la tua ispirazione per questo album e come è stato il processo creativo?
Tutto è nati da un viaggio in Norvegia che ho fatto assieme a mia moglie, ho sentito un energia nuova, un po di fermento interiore, mi sono sentito pronto e maturo per riprendere le che che avevo interrotto. C’è da dire poi che in mezzo c’è stato anche il lockdown e quindi ho avuto tempo per riflettere e fare pace un po con il passato. Sentivo di avere ritrovato il mio linguaggio, mi sono perdonato qualche rimpianto, qualche errore che avevo fatto in passato, qualche opportunità che non ho avuto il coraggio di cogliere.
Poi quando uno si avvicina ai 30 inizia forse a trovare la sua identità definitiva, complici tutte queste cose, e il fatto che Pierandrea (Veez) avesse aperto uno studio di registrazione nuovo di palla proprio nel paese vicino al mio, mi sono detto che era arrivata l’ora di ricominciare. La collaborazione con lui (Veez) è stata fondamentale per sbloccarmi definitivamente.
Michael The Skillerz, hai recentemente pubblicato il tuo secondo album ufficiale, “Edgar Allan Flow”. Cosa puoi dirci riguardo al concept e al messaggio che vuoi trasmettere con questo lavoro?
Edgar Allan Flow e The North Wild Spirit sono stati scritti e registrati in back to back, sono figli dello stesso momento creativo e all’inizio erano persino un unico album. Poi man mano che registravo le tracce mi sono accorto che alcune erano molto piu intime, ed altre erano solo puro divertimento ed esercizio di stile, allora ho deciso di dividere i due lavoro e di dare voce prima al mio lato più emozionale con TNWS e poi di dare sfogo a tutto io mio estro con EAF. Il messaggio di EAF è molto chiaro: “sono tornato ragazzi” e adesso vengo a riprendere tutto quello che ho lasciato per strada.
Stai attualmente lavorando sul tuo terzo album, “Aeternum”, la cui uscita è prevista per fine 2024 inizio 2025. Cosa possiamo aspettarci da questo nuovo progetto e ci puoi dare qualche anticipazione su cosa possiamo aspettarci dal punto di vista musicale e lirico?
Aeternum è un evoluzione diretta dei miei lavori precedenti, a differenza dei dischi precedenti qui sto cercando di andare ancora più a fondo all’interno del mio inconscio, delle mie gioie e delle mie paure, mi sto mettendo a nudo, parlando anche dei lati di me che mi piacciono di meno. Fare questo tipo di lavoro sulla scrittura ti aiuta a conoscerti, a comprenderti e a crescere, ed è quello che sto cercando di fare con questo disco, voglio che ogni pezzo sia una parte della mia anima che io strappo e metto in musica per lasciarla ad altri. È un progetto ambizioso, anche a livello sonoro, ma mi sento prontissimo per affrontarlo.