Tornati alla ribalta con un nuovo video e singolo dalla carica ironica notevole, i Luchaskalientes ci raccontano il loro mondo e la loro visione della musica e della società che raccontano.
Nuovo video e nuovo singolo per i Luchaskalientes. Li abbiamo intervistati.
Luchaskalientes: il vostro mix di ironia e critica sociale è un marchio di fabbrica molto personale. Raccontate un po’ di come avete sviluppato questo stile unico, e come credete che la musica contribuisca a trasmettere il messaggio dei vostri testi in modo così potente.
“Volevamo che il nostro stile fosse “unico” (l’avete detto voi eh) nel panorama punk in Italia, non diciamo questo per darci un tono, tutt’altro, pensiamo che di strada ne dobbiamo fare molta rispetto ad altre realtà. Quello che ci interessa è la riconoscibilità, un approccio che sia nostro. Questa cosa sicuramente ha ripagato in parte, dato che la scuola punk impone certi decaloghi, badate che ciò che diciamo non è una contraddizione in termini, anche il punk ha dei decaloghi e a noi ci interessano relativamente. La nostra musica riflette idee e azioni che sentiamo l’urgenza di esternare. Alleggerire gli argomenti ed essere ironici ci aiuta a rendere le tematiche più adatte agli attuali linguaggi comunicativi.”
“Eterodossia” è un viaggio musicale affascinante. Qual è stata la scintilla creativa dietro questo album e come avete visto crescere la vostra identità sonora da quando avete iniziato la vostra avventura musicale?
“Partiamo sempre dalle esperienze reali e associamo la nostra musica alle percezioni di tutti i giorni. ‘Eterodossia’ è un viaggio sulle dinamiche che sentiamo più prossime a noi: lo sfruttamento del lavoro, tagli all’istruzione, razzismo, disinformazione, consumismo e globalizzazione. La scintilla ci è stata data dalla consapevolezza di voler trattare questi temi in maniera dissacrante e ironica. Vogliamo parlare di cose serie senza prenderci troppo sul serio. La crescita è stata per così dire fisiologica, considerando che eravamo poco più che adolescenti quando abbiamo iniziato a suonare insieme, sicuramente la musica ci ha fatto crescere in una certa direzione e se oggi abbiamo una consapevolezza sia come musicisti che come persone è stato soprattutto merito dell’aver suonato assieme per tutto questo tempo.”
Affrontate temi sociali complessi con una straordinaria fusione di suoni. Come riuscite a bilanciare l’energia della vostra musica con l’incisività dei vostri testi?
“Siamo 7 componenti, abbiamo diverse influenze e gusti musicali, questo ci permette di fare delle nostre differenze un punto di partenza per dare una musicalità, che misceli quasi sempre punk-ska-rock’n’roll, a ciò che scriviamo.
Il più delle volte partiamo dai testi, per poi trovare una linea melodica che possa allinearsi alle parole. Il bilanciamento tra testo e musica lo pensiamo sempre in funzione dell’incisività che vogliamo dare al brano, se il brano è più leggero e ironico adattiamo una melodia Ska più ritmata e suadente. Se il brano è più duro e impegnato abbiamo nel caricatore chitarre più rudi e decise.”
Quanto conta per voi l’esperienza dal vivo da musicisti? E per il pubblico, come pensate che risuoni il vostro concerto in chi vi ascolta? Condividete con noi l’esperienza più emozionante che avete vissuto sul palco e come credete che la vostra musica riesca a creare.
“Per persone come noi non particolarmente inseriti in contesti di “massa” suonare live è importantissimo. La provincia è un luogo molto particolare in cui potersi esibire: dal locale, al bar, dalla festa di paese al club, dal centro sociale ai cancelli delle fabbriche. Il pubblico è spesso il medesimo ed affezionato a ciò che facciamo. Per noi è molto importante anche perché captiamo da come reagisce la folla se quello che stiamo facendo va nella direzione giusta o meno. I pareri che ci vengono dati sono molto importanti e siamo attenti a sfruttare al meglio i consigli. Sicuramente una delle esperienze più belle è stata quella del 25 aprile 2022 in Piazza Santo Spirito a Firenze insieme agli Ivanoska. Un pubblico incredibile che non vedeva l’ora di tornare a festeggiare il 25 aprile come si deve dopo le restrizioni degli anni precedenti dovute alla pandemia.”
“I Cinquantenni ai Tempi dei Social Network Sites” è un brano divertente e irriverente. Come percepite l’evoluzione della vostra musica nel panorama attuale e come pensate di contribuire a plasmare il suono della scena musicale contemporanea nel vostro genere?
“La nostra musica nel panorama attuale è vista un po’ come una chimera. Ci viene in mente quella scena iniziale del film Renfield, bruttissimo film in cui Nicolas Cage personifica il Conte Dracula e Hoult il suo assistente. In questo simpatico siparietto c’è un gruppo di persone adunate in un incontro sulla depressione, incontri in cui Renfield adesca le vittime per il suo assistito. E questa ragazza si ritrova a parlare degli abusi che il suo compagno perpetra su di lei, anche fisici. Ad un certo punto inizia a colpevolizzare i gusti musicali del suddetto dicendo di quanto sia un fanatico della musica ska, suscitando notevole disgusto e disappunto tra i presenti più di quanto le violenze fisiche e il fatto che fosse uno spacciatore avessero mosso. Il film in generale è una grande stronzata, ma questa scena idealizza benissimo la concezione dello Ska Punk nel panorama musicale attuale.”
Oltre ai temi sociali, cosa vi ispira e quali emozioni cercate di catturare attraverso la vostra musica? Svelateci un po’ del vostro processo creativo quando siete immersi nella scrittura di nuovi brani.
“Al di là dei temi sociali trattiamo poche cose. Un tempo qualcuno ci avrebbe dichiarato “Combat” anche se di recente è un po’ andato in disuso. Quello che ci interessa è come i temi sociali vengono trattati. Se per dire che la globalizzazione e il progresso economico dell’Occidente è deleterio uso dei simboli e delle immagini più leggere ed edulcorate, non significa che non lo stia dicendo, o che lo stia dicendo in maniera non incisiva. Il processo è semplice: se c’è un’idiozia per dire una certa cosa noi la andiamo a cogliere e la mettiamo in musica.”
Con tutta l’esperienza accumulata finora, se poteste dare un consiglio ai giovani musicisti emergenti, cosa direste loro per aiutarli a crescere artisticamente e gestire la vita da musicisti in modo equilibrato?
“Consigli di persone che possono essere considerati dei proletari della musica, suoniamo, registriamo, ci esibiamo nello spazio di tempo che ritagliamo alle nostre vite di tutti i giorni. Qualcuno potrebbe asserire che questo è ciò che direbbe uno che non ce l’ha fatta, ma cosa significa farcela?!? Riuscire a vivere di musica? Arrivare a più utenti possibili? Essere sempre apprezzato negli anni? Non scendere a compromessi? Crescere significa mettersi in discussione, avere coscienza critica e farsi permeare dal mondo esterno sia esso bello o brutto. I propri parametri non sono quelli di altri. Il vero musicista è la persona che si trova a suo agio con la sua musica, più o meno nota che sia, che si trova a suo agio col suo pubblico, più o meno numeroso che sia. E che riesca ad esporre al meglio la sua arte consapevole che nonostante le etichette, le recensioni, le opinioni l’importante è stare bene con ciò che si fa.”
I Luchaskalientes sono su Instagram.