Nell’occasione dell’uscita di “L840″, il terzo album della rock band Bad Black Sheep, conosciamo meglio il progetto del gruppo vicentino del roster di Vrec Music Label.
Descrivete la vostra band in 5 righe. Da dove provenite ed il genere che proponete. Dateci dei riferimenti ad artisti a cui vi ispirate.
(Filippo, basso + voce) Siamo di Vicenza e facciamo alternative-rock in italiano raccontando dubbi e le incertezze di una generazione lasciata crescere con pochi riferimenti, anche ideali, e poche, credibili, prospettive. Siamo cresciuti a pane e punk-rock e il nostro sound ha una matrice americana. Le nostre influenze principali sono band come d’oltreoceano come Foo Fighters, the Gaslight Anthem ed i Ministri nell’ambito italiano. Siamo basso, chitarra elettrica e batteria perciò il nostro sound risulta essere piuttosto asciutto e diretto.
Cosa vi spinge a fare musica?
(Francesco, chitarra) Noi nasciamo nei banchi di scuola come il classico gruppo di amici appassionati di musica che decidono di trovarsi e suonare i pomeriggi, e tutt’ora siamo prima di una band, un gruppo di amici che si trova per scrivere comporre e suonare. Abbiamo subito sentito la necessità di dire e raccontare qualcosa con la nostra musica, parlare della nostra generazione e società in maniera più matura.
Perché avete intitolato il disco così?
(Filippo, basso + voce) L’intero disco vuole essere un omaggio alla città che ci ha cresciuti e ci ha plasmati, ed in tal senso L840 è il codice catastale che tutti noi ci portiamo dietro nel codice fiscale che teniamo in tasca. In qualsiasi parte del mondo decidiamo poi di passare la nostra vita, che ci piaccia o no, ci sarà sempre quell’L840 a ricordarci da dove veniamo.
Qual è il brano dell’album a cui siete più affezionati (ogni membro della band può dire il suo)? Raccontateci un aneddoto sulla realizzazione del disco.
Avendoli scritti ed arrangiati noi è difficile fare delle scelta. Sicuramente “Arancione” è uno di quelli che più sta prendendo il nostro pubblico. Per quanto riguarda il disco direi che l’aneddoto al quale siamo più legati riguarda la stanza di Branco Studio (Vicenza) all’interno della quale abbiamo registrato, un’unico grande ambiente all’interno del quale abbiamo posizionato la batteria e gli amplificatori, per noi che eravamo sempre abituati a studi di registrazione angusti e super controllati dal punto di vista acustico è stato bello sentire i nostri strumenti suonare molto aperti e “ariosi”.
Che farete nei prossimi mesi?
(Gregory-batteria) Suonare e fare ascoltare la nostra musica a più persone possibili, suscitare interesse e curiosità per tener in vita la scena musicale underground e i locali che la supportano! Oltre a questo avremo modo, tra un concerto e l’altro , di comporre nuova musica.