Recensioni e Interviste

Intervista a Simone Berti

“Il diario dello stupido” è il secondo singolo di Simone Berti, disponibile su tutte le piattaforme digitali dal 12 aprile.

Un diario in cui raccontare tutti quei momenti in cui la vita non gioca bene la sua partita e ci mangia pedine importanti lasciandoci con un senso di vuoto e impotenza. Simone Berti elabora questi sentimenti con musica e scrittura, nasce così “Il diario dello stupido”.

Lo abbiamo intervistato.

Ciao Simone, è uscito da poco il tuo singolo “Il Diario dello Stupido”. Un brano molto intimo, quindi ti chiedo: come ti senti ora che è nelle orecchie di tutti?

Sono molto contento che finalmente la canzone sia uscita: tutto questo periodo di “pre-release” è stato snervante per me perché avevo molta paura del possibile riscontro delle persone. Questo non è per sminuire la canzone (anche perché l’adoro con tutto me stesso); quello che ho scritto nella canzone mi ricorda eventi della mia vita molto personali, quindi la preoccupazione di non aver trasmesso correttamente le mie emozioni era tanta. Ma i commenti che sto ricevendo, soprattutto dopo che è uscito “la versione illustrata” su YouTube, mi fanno capire che non mi devo preoccupare di ciò.

Il brano nasce da un diario fisico vero e proprio che si è trasformato in musica?

Se con “diario fisico” intendi la mia mente che cerca di ricordarsi tutto quanto, allora ti dico di sì! Scherzi a parte, non sono mai stato una persona che scrive i propri ricordi: preferisco riviverli nella mia testa. Anche se quest’ultima, a volte, gioca brutti scherzi con me, “deformando” i ricordi che ho di una persona o di un evento in particolare.

Cosa rappresenta per te la musica?

Per me la musica è fonte di espressione di emozioni e pensieri più repressi ed un modo per raccontarmi nella versione più autentica di me stesso.

Come è nata la collaborazione con Milano Music Lab e quanto è stata fondamentale per la tua carriera?

Se ti raccontassi per bene il cosa mi abbia spinto ad intraprendere la carriera di artista probabilmente non smetterei più di parlare, ma posso dirti in modo molto sintetico che ho iniziato a studiare canto presso la Milano Music Lab perché volevo fare qualcosa che ho sempre voluto fare, ma che non ho mai fatto. Ovviamente questa collaborazione è il motivo per cui sto facendo quest’intervista, ma sarebbe riduttivo se non dicessi che la mia vita è cambiata completamente da quando sono diventato un allievo della mia cara amica/Vocal Coach/Manager Ilenya. È riuscita a mostrarmi le mie capacità e ad aiutarmi nel coltivarle, e per questo motivo la ringrazio dal profondo del mio cuore.

Hai un sogno nel cassetto?

Si dice che inseguire i sogni ti permetta di vivere una vita “piena”. Il mio sogno nel cassetto? Non è così chiaro, nemmeno per me. Per ora sto facendo ciò che amo, e questo è ciò che importa.

Quali sono i prossimi progetti?

L’ambiente musicale, in questo periodo, non ti permette di fare passi falsi e svelare troppo i tuoi progetti, nonostante vorrei parlarne molto apertamente perché mi emozionano moltissimo. Posso dirti però che le persone si devono aspettare da me altri singoli perché, come si dice solitamente, “the best is yet to come!”

— Onda Musicale

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