Il brano è acquistabile e scaricabile anche su Bandcamp.
Waving Ant è un progetto fuori dagli schemi e ogni brano racchiude significati profondi che possono emergere solo con un ascolto attento. Sintetizzatori, suoni ambient e campionamenti si incrociano e mescolano creando emozioni. Creando melodie che parlano da sole.
Com’è nato il progetto musicale Waving Ant e qual è stata la scintilla iniziale che ha dato vita a questa avventura musicale?
“Non sono così sicuro che sia totalmente fuori dagli schemi! Magari non si tratta esattamente di canzoni pop, ma l’elettronica strumentale c’è sempre stata nel corso dei decenni, con declinazioni diverse e suoni diversi. Ho sempre fatto elettronica e ho avuto diversi progetti, alcuni dei quali sono in stand-by, ma questa volta volevo dedicarmi a qualcosa di organico, che suonasse imperfetto, umano. Più come delle persone che suonano e pensano insieme, rispetto al tipico “Producer” che vive di fronte a uno schermo con una DAW e una serie di quadratini colorati in sequenza. Infatti questa volta ci sono anche altre persone coinvolte e probabilmente lo saranno ancora di più prossimamente. E credo di iniziare a sentire il desiderio di portare qualcosa anche dal vivo, ma non so ancora bene come. È tutto in divenire e dipende anche da come reagiranno le persone che stanno ascoltando il pezzo.”
Il tuo primo singolo, “Handwriting”, è appena uscito. Puoi spiegarci il significato profondo che si cela dietro questo brano e cosa ti ha ispirato a esplorare il tema della calligrafia e delle diverse ere?
“Spesso la sera passo ore a cercare vecchi documentari e pubblicità. Mi ha colpito profondamente questo breve film educativo americano del 1963, che ho iniziato a tagliare e campionare senza uno scopo ben preciso. Poi, lo scopo è arrivato. Da un lato, l’idea così aliena di sviluppare la calligrafia a livello quasi maniacale può offrire un senso di nostalgia per un passato che non abbiamo mai vissuto. Il fine ultimo era proprio il miglioramento della produttività a scuola e successivamente al lavoro; oggi sembra inconcepibile l’idea di una società lenta che si possa articolare anche intorno alla scrittura a mano libera, che non è certo un’attività quantificabile o misurabile. Poi, ripensandoci, ti rendi conto che alla fine non era così diverso; oggi non è più la calligrafia, magari, ma la perfetta conoscenza dei software, l’abilità con i Social Network, a determinare la capacità di una persona di essere produttiva e quindi desiderabile. L’ossessione per l’apparenza che determina il successo individuale si è soltanto evoluta in qualcosa di diverso, ma c’è sempre stata.”
Sei ispirato da documentari, film horror e strane pubblicità degli anni ’80. Come queste influenze si riflettono nei tuoi brani e nelle atmosfere che crei?
“Per me i ricordi non sono soltanto memoria. Ogni flash del passato, ogni minima sensazione contribuisce ad evocare un ambiente molto dettagliato che mi trovo spesso a esplorare, come in un sogno. Negli anni ’90, a casa nostra c’era sempre la TV in sottofondo, che spesso trasmetteva roba decrepita di 10 o 20 anni prima. I documentari sugli animali mi sconvolgevano, raccontavano un mondo enormemente distante, un altro pianeta rispetto alla quotidianità di un bambino. E c’erano quei colori caldi su quelle TV orrende con lo schermo quasi rotondo; il tutto contribuiva a rendere quei contenuti un po’ surreali. Film dell’orrore in prima serata, con effetti speciali ridicoli che però mi colpivano, a volte mi facevano paura, non mi facevano dormire e mi costringevano a pensare, a viaggiare lontanissimo con la mente alla ricerca del conforto. Riguardo agli spot, ero letteralmente terrorizzato e contemporaneamente attratto dallo spot di SNAM (cercalo su YouTube, ti prego), un vero capolavoro dell’animazione, con delle animazioni meravigliose e la musica di Michel Colombier. Quando la TV lo proponeva correvo a guardarlo e contemporaneamente mi coprivo gli occhi… non chiedermi perché. Non era l’unico, comunque.”
Il progetto Waving Ant è nato in Sicilia nel 2024. In che modo le tue radici e l’ambiente culturale siciliano influenzano il tuo lavoro artistico?
“Ho un debito nei confronti della Sicilia e della mia città. Non ho avuto abbastanza fiducia nei suoi artisti e soprattutto nel suo pubblico, che è estremamente variegato e curioso. La Sicilia di quando ero piccolo era rimasta come minimo a 10 anni prima, mentre la TV mostrava continuamente le novità tecnologiche e sociali. Penso che questo abbia creato un mix di stimoli che inevitabilmente ancora oggi mi influenzano. La Sicilia è piena di musicisti incredibili e soprattutto di un bellissimo substrato di persone che per vivere fanno tutt’altro, pur portando avanti dei percorsi artistici brillanti e di grande successo. Questa cosa mi piace e mi fa sentire a mio agio, oltre che motivato.”
Quali sono i tuoi piani futuri per Waving Ant? Possiamo aspettarci nuovi singoli o magari un album completo nel prossimo futuro?
“Mi piace condividere idee non complete su Instagram; c’è sempre qualche esperimento nuovo, spesso rimangono tali mentre altre volte diventano la base per un nuovo pezzo. Come dicevo, ci sono altre persone coinvolte, sicuramente ad un certo punto arriverà un album completo. Ti farò sapere!”
Waving Ant è su Instagram.