Metz ci aiuta a far pace con il nuovo singolo “Non importa”.
Il nuovo singolo de Il Metz, “Non importa“; è una canzone che parla di fare la pace tra due persone ma ad oggi, dato cosa sta accadendo nel mondo, assume un significato ancora più importante. L’alter ego musicale e cantautorale del produttore Matteo Malteccaci accompagna così verso un nuovo piccolo inizio in vista della pubblicazione di un disco.
Il Metz è un cantautore di stanza a Milano, e il suo percorso artistico ha toccato numerosi palcoscenici, da club locali come Blue Note Milano, Mare Culturale Urbano, Arci Bellezza a festival prestigiosi come l’Eolie Music Festival.
Il suo è un cantautorato maturo e definito, che si discosta dalle numerose uscite settimanale, ed emerge come tra le uscite più interessanti della scena musicale. Ed ecco cosa cosa ci ha raccontato!
Tra le tue influenze musicali ritroviamo sia Mozart che artisti come Brunori Sas. Ma sappiamo anche del tuo “passato” elettronico, in particolare con i Lekka. Hai voglia di darci una panoramica più approfondita delle tue influenze musicali?
Beh da sempre ho avuto la fortuna di essere molto curioso. Mi piacciono un sacco di generi musicali e ho passato da tempo la fase dell’ascolto generazionale o di presa di posizione. Intendo che se una cosa mi piace non mi interessa che l’ha fatta e la ascolto comunque e volentieri. Negli anni 90/2000 sono cresciuto con la musica grunge ma, contemporaneamente ascoltavo H. Hancock, George Clinton, Parliament, Funkadelic, The Meters; ho sempre apprezzato il cantautorato italiano e sono sempre stato influenzato da artisti come Battisti, Battiato, Dalla, Bersani, Brunori, Fabi, Silvestri etc etc ma continua a piacermi la musica elettronica. Insomma ho un ascolto molto vario e la cosa mi piace molto. Mi da l’opportunità di variare e non concentrarmi troppo su affetti scaturiti dall’età. Non sopporto chi pensa che i Led Zeppelin siano ancora la band rock più forte e non ha mai ascolto un cazzo della musica di oggi. Questo è un discorso che più che da Boomer è da ignoranti.
Credi che parte della tua anima elettronica emerga anche dai brani de Il Metz?
Certamente! In ogni mia canzone c’è sempre una punta di elettronica. Ho iniziziato a produrre circa nel 2007 con il mio primo Mac e facevo principalmente musica elettronica. Nel frattempo lavorarvo in uno studio e mi è capitato di registrare dal metal al Rap. Quella esperienza mi ha fatto molto aprire gli occhi.
Riesci a far avvicinare i tuoi studenti anche alla musica classica?
Si qualcuno si ma è molto difficile. E’ già difficile che si appassionino alla musica e ad uno strumento in generale. La musica non è una cosa semplicissima se studia per bene e ad oggi trovo che sia un po’ più solito vedere persone arrendersi perché si è abitutati ad avere un po’ la pappa pronta. Dedicare così tanto tempo allo studio di una cosa che ti piace non è da tutti.; lo dico con grande sincerità!!!
Di cosa pensi che parli il tuo ultimo singolo, “Non importa”?
Beh direi che il concetto è molto chiaro. Alle volte bisognerebbe saper dire Non importa, fa niente; abbiamo fatto degli sbagli ma andiamo avanti. Alle volte è possibile e a volte no e quando è no ti rimane dentro. In realtà il concetto può essere valido in molti casi.
Quali pensi possano essere i limiti del pubblicare musica in estate?
Non saperei, lo dovreste chiedere ad un discografico magari ehehehe. In questi 3 mesi ho fatto uscire un brano al mese e ne ho molti che stanno per vedere la luce. Per me non c’è un momento giusto ma alla fine quando uno si sente che è il momento. Forse ci facciamo troppi di questi problemi; ho deciso di metterli da parte per lasciare spazio nel mio cervello a cercare di fare musica che mi soddisfi.