Recensioni e Interviste

Rumâgna Unite Festival: la musica solidale col territorio, tra grandi nomi ed emergenti – L’intervista

foto organizzatori

Rumâgna Unite è un festival nato dalla necessità di fare del bene. Una gara di solidarietà a suon di musica per aiutare una terra colpita da un’alluvione devastante (Maggio 2023).

Questa settimana sul palco di Rumâgna Unite Festival si alterneranno artisti di vario genere, misura e caratura. Dagli emergenti ai nomi di rilievo come Willie Peyote e Punkreas. Tutti uniti per un’importantissima causa: aiutare il territorio e stringersi attorno alla comunità. Abbiamo intervistato Eros Tassinari, presidente di RU, in esclusiva per Onda Musicale.

Il festival Rumâgna Unite è nato in seguito all’alluvione del maggio 2023. Quale impatto concreto ha avuto il festival nella spinta di solidarietà in seguito a quegli eventi dell’anno scorso? Cosa vi ha portato a pensare di voler replicare?

“La forza di Rumâgna Unite viene dal territorio: dopo i tragici fatti di Maggio 2023, la comunità tutta, senza distinzione di età ed orientamento politico, si è raccolta e rimboccata le maniche per riportare la vita di tutti i giorni alla quotidianità spazzata via in poche ore. Il risultato è stato immediato: tanta voglia di far festa e tanto incoraggiamento (anche tanto scoraggiamento, ma non ci ha fatto demordere, anzi!) hanno portato alla nascita di RU in un tempo record, ed il risultato è stato strabiliante visto che si partiva senza risorse ed appunto senza i tempi “necessari” per dare vita ad un festival di questa portata.

Dato il successo riscontrato in ogni ambito: la scelta degli ospiti, la selezione di proposte culinarie e l’efficienza con la quale si è effettuato il servizio, l’inclusione di un’area dedicata allo svago ed alle famiglie e soprattutto l’aver assistito all’unione di tutte le forze di volontariato del territorio, non si poteva che replicare.”

Quest’anno, i fondi raccolti saranno destinati alla Casa della Comunità di San Pietro in Vincoli. Potete raccontarci come scegliete i progetti beneficiari e quali impatti avete osservato nelle comunità locali grazie alle edizioni passate del festival?

“I fondi raccolti saranno sempre destinati al territorio. Si può migliorare ogni aspetto della vita quotidiana di chi risiede nelle Ville Unite: dall’istruzione allo sport, dalla sanità alla cultura ecc… Il Comune di Ravenna (che ricordo essere tra le province più vaste d’Italia) si è sempre mostrato sensibile alle esigenze del forese; noi implementeremo questi servizi già presenti perché oggi più che mai c’è bisogno di renderli efficienti ed accessibili a tutti. In un mondo in cui ogni cosa richiede tempi e burocrazia sempre più fuori dal normale, vogliamo rendere tutto più semplice, efficiente ed a portata di mano. Va da sé che la sanità è un tema che tocca tutti noi, nessuno escluso. L’ecografo che ci siamo prefissati come obiettivo (uno tra tante proposte, ma la più importante tra quelle che abbiamo analizzato insieme all’ASL locale) sarà donato alla Casa della Comunità ed utilizzato per vari scopi.

Sarebbe bello poi, diffondere un po’ di filosofia Confuciana secondo la quale un individuo felice in una famiglia felice, crea una comunità felice, per arrivare ad uno Stato felice. Per intenderci: se fai del bene, del bene vero con cognizione di causa e sacrificio, le tue azioni coinvolgono altre persone che possono beneficiare di ciò che stai facendo, fino a diffondere questo sentimento di dare-avere tipico di una comunità unita nel momento del lavoro ma al tempo stesso unita per divertirsi e stare insieme.”

Uno dei punti di forza di Rumâgna Unite è l’impegno verso la sostenibilità ambientale. Ci potete spiegare come siete riusciti a ridurre l’uso della plastica con l’introduzione del bicchiere riutilizzabile e quali altre iniziative verdi avete in programma per il futuro?

“Un passo per volta renderemo RU sempre più sostenibile, con l’aiuto di tutti. La soluzione più semplice e condivisibile l’abbiamo trovata nel bicchiere. Lo scorso anno fummo “sommersi” da sacchi dell’immondizia pieni di bicchieri (ed altro, ma principalmente bicchieri) ed abbiamo voluto iniziare proprio riducendo il consumo di prodotti usa e getta: hanno una filiera molto ingombrante in termini di inquinamento. Ciò che si può riutilizzare, nel lungo periodo riduce notevolmente le emissioni e lo spreco.

In collaborazione con Hera sarà anche installato un erogatore di acqua potabile all’interno del festival, ad uso gratuito e per tutti! Potrai riempire la tua borraccia o il bicchiere. L’acqua è un bene comune, ed anche questo è un messaggio che vorremmo potenziare festival dopo festival. Ovviamente venderemo anche le classiche bottiglie di acqua in PET, il cambiamento richiede impegno, sacrificio, fantasia e… tempo.”

La line up di quest’anno è davvero impressionante, con artisti del calibro di Willie Peyote e Punkreas. Quali criteri seguite nella scelta degli artisti e come bilanciate tra nomi noti e talenti emergenti per mantenere l’offerta musicale varia e stimolante?

“Gli emergenti sono sempre la sorpresa più grande e coloro che danno più soddisfazione, sia a noi che organizziamo il festival (è una piccola vittoria personale, soprattutto per il nostro direttore artistico di produzione, che ha l’occhio lungo…) sia per chi viene ad ascoltarli dal vivo. RU ha un anima rock, ma sviluppando il festival su più giornate si vuole dare spazio ad ogni genere: il venerdì ad esempio è ormai dedicato alla disco music d’eccellenza, quest’anno con ospiti dal Memorabilia come Parrini, Principe Maurice e Ricci JR, il sabato puntiamo invece sul rap con il grande Willie Peyote e Nello Taver per i più giovani. Un festival inclusivo deve essere inclusivo sotto ogni punto di vista: dal menu all’artistico.

Nelle prossime edizioni vorremmo dare sempre più rilievo all’aspetto divulgativo impegnandoci a trovare formule sempre più coinvolgenti. Sensibilizzare e diffondere consapevolezza sono aspetti fondamentali di RU. Senza conoscenza non ci può essere sviluppo, anche nell’area del divertimento.”

La ‘ciurma’ dei volontari è un elemento fondamentale del festival. Potete raccontarci come riuscite a coinvolgere così tante persone nella gestione dell’evento e quale spirito si respira tra i volontari durante i giorni del festival?

“Panico e paura si può dire? Scherzo ovviamente. Superata la fase iniziale dove si corre perché tutto sia operativo e funzionale, l’aria che si respira è carica di risate, voglia di darsi una mano e del piacere di lavorare insieme per un obiettivo condiviso. Si fa volontariato per costruire qualcosa e per divertirsi allo stesso tempo, sono entrambi azioni fondamentali, l’una non potrebbe esistere senza l’altra quando si fa volontariato. L’importante è lasciare fuori ogni ideologia, se non quella di voler far crescere il proprio territorio, sempre divertendosi. RU non ha un colore né una bandiera. RU è di chi lo vive.”

Rumâgna Unite sembra avere l’intenzione di non fermarsi mai nell’innovarsi. Quali novità possiamo aspettarci per le prossime edizioni del festival e quali sono i vostri obiettivi a lungo termine per questo evento che sta diventando un punto di riferimento per la comunità e non solo?

“Più o meno ho già risposto a quest’ultima domanda, ma come hai detto tu non si finisce mai di fare innovazione. La fantasia non ha limiti, quindi… Inseriremo la possibilità di mangiare e bere senza glutine. La comunità celiaca è in ascesa ed è diritto di tutti godere degli stessi piaceri. La vita ha uno spettro di “sapori” infinito, ben più ricco di quello di una galletta di mais soffiato… Purtroppo quella del senza glutine è un’offerta ancora poco o per niente sviluppata nei festival musicali, così come nelle sagre paesane. Daremo più spazio alla divulgazione sia scientifica che filosofica.

Sicuramente vorremo abbattere ulteriormente le emissioni organizzando bus e trasporti, per rendere il viaggio di chi partecipa più sicuro e sereno. E poi… non posso svelare altri segreti, bisognerà aspettare per restare stupiti. Ah, dimenticavo! Crediamo fortemente nella condivisione delle esperienze, invitiamo quindi tutti i lettori a scriverci su Instagram o tramite mail proponendoci innovazioni che hanno potuto sperimentare direttamente o hanno letto su libri o visto in rete. Migliaia di cervelli ed occhi insieme sono molto più efficienti. Insieme creeremo qualcosa di innovativo e straordinario ogni volta.”

— Onda Musicale

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