Recensioni e Interviste

Intervista a INCE per Couscous Unplugged 2024

Simone Liberatori, in arte INCE, il giovane rapper al CousCous Festival

Al Couscous Unplugged 2024 grande attesa per INCE. La rivoluzione creativa di Casal del Marmo parte con l’opening di INCE sul palco di Couscous Unplugged

INCE, nome d’arte di Simone Liberatori – classe 2000 -, si sta facendo notare tra gli artisti emergenti più determinati del mondo del rap e il 28 agosto apre la III edizione del CousCous Unplugged.

Il progetto, promosso da Roma Capitale – Assessorato alla Cultura, è vincitore dell’Avviso Pubblico biennale “Estate Romana 2023-2024” curato dal Dipartimento Attività Culturali ed è realizzato in collaborazione con LEA e SIAE, e con il sostegno di Periferiacapitale, il programma per Roma della Fondazione Charlemagne. 4 giorni di Festival ad ingresso libero all’insegna della musica, dell’intercultura, dell’integrazione e della sostenibilità ambientale, fra concerti, music battle, spazi gratuiti per artisti emergenti ma anche spunti di riflessione, talk e laboratori.

Il talentuoso rapper INCE, oltre 100 mila followers solo su Instagram, ha le idee molto chiare su quale sia la sua strada e dopo l’ottima performance nel programma tv Netflix “Nuova Scena”, al cospetto di Fabri Fibra, Geolier e Rose Villain, torna più carico che mai e con un messaggio assolutamente condivisibile rivolto a quanti apprezzano la sua musica. Abbiamo scambiato quattro chiacchiere con il giovanissimo rapper della provincia di Roma ed ecco cosa ci ha raccontato.

I tuoi coetanei ti conoscono, ma le generazioni più grandi probabilmente no: chi è Ince e come ti sei avvicinato alla musica?

«La musica mi ha sempre affascinato, ricordo che a 12/13 anni stavo in fissa con il rock americano tipo i Greenday e i Red Hot Chili Peppers anche perché in quel periodo suonavo la batteria. Crescendo, mi sono avvicinato sempre di più al rap e in me è cresciuta sempre di più la consapevolezza di voler vivere di questo

Le tue origini romane sono fondamentali per la tua musica: cosa ti ispira di più della Capitale, o delle periferie – pregi e difetti – che poi riporti in rima?

«Scrivo quello che vivo, vivo a Ciampino (provincia di Roma) quindi è ovvio che dalla mia musica traspaia questa romanità… Poi si sa Roma è la città più bella del mondo ma se dovessi dirti un difetto, quello che mi viene subito in mente è il traffico».

Come sei finito al CousCous Unplugged e cosa porti sul palco? Ci saranno molti ragazzi a sentirvi, hai un messaggio in particolare che vorresti diffondere?

«Io sul palco porto sempre me stesso, se dovessi mandare un messaggio sarebbe sicuramente “pedalare”. Mi rivolgo direttamente ai ragazzi, sembra un semplice meme ma prendetelo come uno stile di vita: non fermatevi, non importa cosa state facendo e dove volete arrivare. L’importante è solo continuare a macinare chilometri senza guardare in faccia nessuno».

Quali sono i progetti più imminenti per il tuo futuro da musicista?

«Tutto sarà svelato a tempo debito, per il momento posso solo dirvi di restare connessi.»

— Onda Musicale

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