Recensioni e Interviste

La cantautrice STREA si racconta al nostro giornale. L’intervista

STREA

Esce oggi l’album d’esordio di STREA, cantautrice bresciana all’anagrafe Irene Ettori, intitolato “Gold And Mess” (Vrec/Audioglobe) .

Un album di art rock, prog e folk di rara intensità emotiva anticipato da ben 4 singoli tra cui la celebre cover di Kate Bush “Running Up That Hill” e con un ospite d’eccezione come Colin Edwin (ex bassista dei Porcupine Tree). Conosciamola meglio in questa nostra intervista.

Descriviti in 5 righe. Da dove vieni, il genere che proponi. Dacci dei riferimenti ad artisti a cui ti ispiri.

Sono STREA, vengo da Brescia, sono una cantautrice, classe 1994. Studio canto e pianoforte fin dalla giovane età  avvicinandomi all’ambiente rock, progressive rock e folk. Subisco senza dubbio il fascino e l’influenza delle cantautrici  più eclettiche che hanno popolato gli anni 90’, in modo particolare Tori Amos e Alanis Morissette.  Altri riferimenti essenziali per me sono tutti i progetti di Steven Wilson a partire dai Porcupine Tree, Elisa,  Ma anche la scena rock più classica degli anni ’70: Robert Plant, Janis Joplin e i The Doors.

Cosa ti spinge a fare musica?

La musica è sempre stata parte della mia vita e delle mie giornate. Mi sono appassionata al canto fin da bambina e da adolescente ho iniziato i miei primi tentativi di scrittura. Scrivere musica è per me un modo di riflettere intensamente sulle cose, rielaborare i vissuti, creare uno spazio personale in cui esprimermi ed entrare in contatto con emozioni nascoste. La prima cosa che mi spinge a fare musica è proprio Il potermi creare questo spazio personale e speciale.

Perchè hai intitolato il disco così?

Gold and Mess è un’espressione che è emersa nella stesura del pezzo omonimo. Mi ha colpito da subito e l’ho trovata perfetta per descrivere quello che c’è nel disco, le storie, i vissuti, i riferimenti. Accostare l’oro al caos crea un contrasto efficace come tra la bellezza e il dolore, elementi che sento vicini al contenuto di questo album.

Qual è il brano dell’album a cui sei più affezionata? Raccontaci un aneddoto sulla realizzazione del disco.

Il brano dell’album a cui sono più affezionata è Ophelia (anche se July se la gioca alla grande).lI motivo è indubbiamente il lungo periodo di stesura del pezzo, quindi il fatto che mi ha accompagnato per tanti anni e ovviamente anche il fatto di aver potuto avere Colin Edwin tra i musicisti. Ophelia mi emoziona sempre e si avvicina ai classici progressive che apprezzo sempre tantissimo. Un aneddoto divertente ora, ma che al tempo non mi ha divertito così tanto, è che registrare l’album è stata una corsa ad ostacoli. Dopo mesi di pianificazione siamo stati in grado di prendere il Covid praticamente tutti (compreso il fonico) e mai nello stesso momento così non abbiamo dovuto rimandare tutto una volta, ma due. Però alla fine ce l’abbiamo fatta. 

Che farai nei prossimi mesi?

Nei prossimi mesi mi concentrerò sull’attività live, grazie anche al lavoro di VrecBooking, per poter portare in giro quest’album il più possibile. Sono già arrivate le prime date a Verona, Cremona, Treviso. Sui miei social tutti gli aggiornamenti.

— Onda Musicale

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