Il brano è disponibile su tutte le piattaforme digitali a partire dal 18 ottobre 2024.
“Il cielo verticale” è stato prodotto da Andrea “Boom.bo” Palumbo e masterizzato da Giacomo Lorè presso il Glab Studio di Carrara. Il brano segna un ulteriore passo avanti nel percorso di collaborazione tra il cantautore toscano e l’etichetta Zonartista Records di Fabrizio Bartolomei. La distribuzione è curata da ADA Music.
Il Cile, “Il cielo verticale” è il tuo nuovo singolo. Il pezzo è nato da un’esperienza televisiva intensa e “alienante.” Puoi raccontarci di più su questa esperienza e su come ha influenzato la canzone?
“Il programma si chiamava “all together now”, un contenitore davvero colorato, allegro e vitale, dove io facevo parte di un muro di artisti che interagivano con i giudici del talent canoro (tra cui J-Ax). Ricordo bene il mese e mezzo tra teatro di posa e hotel, alla periferia di Roma. Eravamo tutti molto attenzionati a causa del covid che avrebbe potuto intoppare e addirittura bloccare le registrazioni in caso anche di un solo elemento positivo al test. Da questa atmosfera di chiaroscuri, altalene interiori, dalla nostalgia verso la mia ragazza che potevo vedere solo nelle poche pause dalle registrazioni, nasce il testo e l’idea del brano.”
Cosa rappresenta per te “Il cielo verticale”? È più un rifugio o un modo per affrontare quei momenti sospesi tra realtà e rappresentazione?
“È una istantanea di un periodo della mia vita dove stavo comprendendo come un altro tipo di amore, emotività e liricità fossero possibili. Dopo anni in cui il dolore, molto spesso provocato da me stesso, prevaleva su tutto, ad un certo punto (con tanta fatica) mi sono accorto di essere diventato adulto non solo anagraficamente e che la mia post adolescenza prolungata per troppi anni era finalmente finita.”
Questa collaborazione con Zonartista Records e Fabrizio Bartolomei continua ormai da un po’. Cosa rende speciale questa partnership?
“In primis che Fabrizio al contrario di molti discografici o manager che a mio parere hanno danneggiato il sistema delle etichette negli ultimi venti anni, non è né un musicista fallito che ha riversato la sua “Waterloo” lavorando comunque nel settore musicale (ne ho conosciuti diversi e li ritengo tra i più pericolosi) né un improvvisato dell’imprenditoria e delle relazioni pubbliche; è un imprenditore che sa come porsi nel business ed in più si circonda di elementi che conoscono sia la musica da musicisti di rilievo, che da addetti ai lavori eccellenti, come nel mio caso Giacomo Lorè.”
La tua musica affronta spesso temi di tormento e introspezione. Come ti avvicini a questi temi così profondi senza perderti nel peso delle emozioni?
“Come un’autoanalisi, un esorcismo, una liberazione, in taluni casi. Come una provocazione, uno sberleffo, una satira ad ampio raggio in altri. Credo che quello che è il mio obiettivo primario di questo mio ritorno sia bilanciare questi miei due mondi.”
In passato hai collaborato con grandi nomi come i Negrita e J-Ax, e hai calcato palchi importanti come quello di San Siro. Come hanno influenzato queste esperienze la tua crescita artistica?
“In positivo perché non sono state collaborazioni fatte a tavolino ma nate dalla stima reciproca.
Io ero fan di entrambi fin da poco più che bambino e quando conosci i tuoi idoli e poi ci lavori secondo me ci sono solo due possibilità: o ne rimani profondamente deluso o rimani inebriato dal fatto che loro siano proprio come li immaginavi. Nel mio caso entrambi si sono rivelati dei grandi a livello umano e artistico come li immaginavo quando li ascoltavo in cameretta.”
Guardando alla tua discografia, da “Siamo morti a vent’anni” a “La fate facile,” cosa pensi sia cambiato nel tuo approccio alla scrittura e alla composizione?
“L’approccio verso il dolore e l’autodistruzione da me vissuta negli anni. A volte riascolto delle cose della mia discografia e penso:- ma davvero stavo così male dentro? -. Non che adesso il mio mondo lirico sia fatto di unicorni, arcobaleni e marshmallows, ma di sicuro quello che scrivo oggi è scevro di una pesantezza acuminata che non mi appartiene più.”
Come vedi il futuro della tua musica e quali sono i tuoi obiettivi principali?
“Vedo e spero la pubblicazione a breve di un disco e dei live con la superband formata da: Giacomo Lorè alla batteria, Leo Caleo alla chitarra, Timo Orlandi al basso e Nicola Sciarpa alle tastiere, per promuoverlo.”