I Dream Theater nascono nel 1985 a Long Island (New York), quando John Petrucci (chitarra), John Myung (basso) e Mike Portnoy (batteria) – all’epoca studenti del Berklee College of Music – formarono una band inizialmente chiamata Majesty.
Dopo alcune modifiche, con l’ingresso del tastierista Kevin Moore e del cantante Charlie Dominici, i Dream Theater pubblicano il loro primo album “When Dream and Day Unite” nel 1989.
Un punto di svolta arriva nel 1991 con l’arrivo del cantante James LaBrie, che sostituisce Dominici, e con l’album “Images and Words“, che li consacra nel panorama progressive metal. Il loro sound, caratterizzato da virtuosismi tecnici, complesse strutture musicali e una fusione tra progressive rock, metal e componenti sinfoniche, li rende unici nel panorama musicale.
Kevin Moore lascerà la band nel 1994, sostituito da Derek Sherinian, e successivamente da Jordan Rudess nel 1999, completando la formazione che realizzerà “Train of Thought“.
Recensione di “Train of Thought”
- Album: Train of Thought
- Anno: 2003
- Etichetta: Elektra Records
Formazione
- James LaBrie – voce
- John Petrucci – chitarra
- John Myung – basso
- Jordan Rudess – tastiera
- Mike Portnoy – batteria
“Train of Thought” rappresenta un punto di svolta per i Dream Theater, un album più pesante e aggressivo rispetto ai loro precedenti lavori, che si avvicina decisamente al metal estremo pur mantenendo la complessità progresiva che li contraddistingue.
1. As I Am
Un brano potente che apre l’album con riff taglienti e un’atmosfera cupa. LaBrie mostra una maggiore intensità vocale, mentre Petrucci sfoggia assoli di chitarra che richiamano le sonorità di gruppi come Metallica. Il pezzo affronta temi di identità e ribellione, con un ritornello particolarmente incisivo che ben rappresenta la svolta più metal del gruppo.
2. This Dying Soul
Un brano intenso che appartiene alla serie “Twelve-step Suite” di Mike Portnoy, che esplora la sua personale battaglia contro l’alcolismo. Il pezzo è caratterizzato da passaggi tecnici estremi, con cambi di tempo vorticosi e riff metallici potentissimi. La struttura è complessa, alternando momenti di grande aggressività a sezioni più introspettive. Petrucci offre assoli di chitarra mozzafiato, mentre Portnoy scandisce un ritmo quasi ossessivo che riflette la lotta interiore descritta nel testo. La parte vocale di LaBrie passa da toni urlati a melodici, sottolineando la complessità emotiva del brano. Un brano più complesso, caratterizzato da passaggi tecnici e un’architettura compositiva tipicamente progressive. I cambi di tempo e le strutture narrative musicali dimostrano la maestria compositiva dei Dream Theater.
3. Endless Sacrifice
Probabilmente il brano più emotivo dell’album. Inizia con una sezione più morbida e melodica che poi esplode in passaggi metal intensi. Il testo esplora i sacrifici personali e professionali, con LaBrie che interpreta magnificamente le sfumture emotive del brano.
4. Honor Thy Father
Un pezzo decisamente heavy, quasi thrash metal, che rappresenta uno dei momenti più aggressivi dell’album. Portnoy alla batteria offre una performance ritmica incredibilmente complessa, mentre i riff di Petrucci sono taglienti come rasoi. Il testo affronta temi di conflitti familiari e ribellione.
5. Vacant
Un intermezzo atmosferico e malinconico, quasi una ballad strumentale. Le tastiere di Rudess dialogano con la chitarra di Petrucci creando un momento di profonda riflessione musicale, che alleggerisce momentaneamente la tensione dei brani precedenti.
6. Stream of Consciousness
Brano strumentale di 11 minuti, vero capolavoro tecnico del disco. Un viaggio musicale che dimostra la virtuosità di ogni singolo musicista. Passaggi jazz, metal, progressive si alternano in una composizione che è una vera e propria suite strumentale.
7. In the Name of God
Chiude l’album con un brano epico di oltre 14 minuti, che rappresenta l’essenza del progressive metal dei Dream Theater. Testi critici verso fanatismi religiosi si intrecciano con strutture musicali complesse, assoli straordinari e continue variazioni ritmiche. Al termine del brano è invece ascoltabile in sottofondo l’inno Battle Hymn of the Republic, una canzone della guerra di secessione americana.
“Train of Thought” è un album rivoluzionario per i Dream Theater
Rispetto ai loro lavori precedenti, qui il gruppo abbandona parzialmente le atmosfere più progressive per avvicinarsi a sonorità metal più estreme, senza però perdere la loro caratteristica complessità tecnica. L’album rappresenta un momento di rottura e insieme di conferma: rottura con alcuni dei loro canoni precedenti, conferma della loro straordinaria capacità di innovazione musicale.