Mirio torna con il suo nuovo singolo “BnB” in collaborazione con Paci Ciotola, disponibile su tutte le piattaforme digitali per Disordine Dischi.
Con un’ironia tagliente, il brano “BnB” mette in luce le difficoltà abitative in Italia, criticando un sistema politico che sembra ignorare le reali esigenze dei cittadini. Attraverso immagini vivide, l’artista denuncia l’assurdità di una società che riduce il concetto di “casa” a un rifugio precario. Il testo riflette sul disincanto di una generazione costretta a convivere con spazi angusti e false promesse di felicità, mentre il richiamo a bonus e provvedimenti politici sottolinea l’inefficacia delle soluzioni attuali. In questo quadro, BnB invita a riflettere sulla vera essenza del benessere in una realtà sociale complessa e contraddittoria.
Noi abbiamo deciso di scambiare quattro chiacchiere con lui, in relazione proprio alla sua casa, e che cosa sia una casa oggi. Ed ecco com’è andata!
Cosa ti ha portato a scrivere un brano come “Bnb”? Leggiamo che è un brano che invita a riflettere sulla vera essenza del benessere? A che conclusione sei arrivato?
“Bnb” nasce da una riflessione sull’emergenza abitativa e su come la politica risponda con soluzioni superficiali. Volevo criticare l’illusione di un benessere venduto con facili promesse, mentre molti si trovano a lottare per un diritto fondamentale come la casa. Il sistema continua a ignorare le vere esigenze delle persone e a spostare l’attenzione su cose futili facendole passare come importantissime. La conclusione a cui sono arrivato è che per il benessere vero e reale delle persone ci vorrebbe un po’ più di umanità.
E tu invece dove abiti? Ti trovi bene a casa tua? E che cosa consideri casa, musicalmente e non?
Io abito a Napoli e come tutti i luoghi ci sono dei pro e dei contro nel vivere qui. Per me però casa è un luogo, non per forza fisico, dove mi sento libero di essere me stesso. Casa è la musica che scrivo, le persone che amo, i luoghi in cui trovo ispirazione. Invece musicalmente la definirei uno spazio creativo dove esplorare e mescolare generi, suoni e idee senza limiti. È un luogo di scoperta, ma anche di sicurezza e tranquillità.
Sentirsi a casa, significa essere felici?
Non necessariamente. Sentirsi a casa è più una questione di pace e di autenticità. La felicità è un’emozione che può essere temporanea, legata a eventi o esperienze specifiche, mentre sentirsi a casa è un equilibrio più duraturo, legato a come ti relazioni con il mondo e con te stesso.
Tu sei di una generazione a metà, con gli strascichi degli anni Novanta e l’avvento dei social. Come ti senti a riguardo?
Mi sento in una posizione privilegiata, perché faccio parte di una generazione che ha vissuto un po’ il meglio di entrambi i mondi. Ho visto la fine degli anni Novanta, un periodo di cambiamenti epocali, e ho avuto il tempo di metabolizzare l’arrivo e lo sviluppo dei social. Da un lato, c’era una comunicazione più diretta, ma anche più “reale”. Dall’altro, oggi tutto è velocissimo, eppure c’è una sensazione di connessione globale che non esisteva prima. A volte è difficile trovare un equilibrio, ma è anche stimolante poter essere testimoni e partecipi di questi cambiamenti.
Stai lavorando a un disco nuovo?
Da circa un anno sto lavorando su parecchie cose e ho avuto l’opportunità di sperimentare molto. Sono davvero entusiasta di poter finalmente condividere tutto ciò su cui ho lavorato. È stato un periodo di grande creatività e non vedo l’ora che il pubblico possa ascoltare quello che ho preparato.