Reduce dal live milanese realizzato per la rassegna di JazzMi, il duo formato da Akonkagua, cantante e produttore franco-argentino, e Adagio, pianista jazz italiano nato a Milano, hanno fatto un concerto al Biko di Milano, domenica 17 novembre 2024 (co-headliner con Stefano Barigazzi).
Con una speciale formazione a sette, la band ha presentato dal vivo il disco di debutto “Milalma“, già anticipato dai singoli estivi “A Mi Manera” e “Me lo ha robado“: un mix unico di generi, lingue e influenze che si stratificano, pulsano e si condensano in ritmi afro, e groove funk, e dove il jazz si fonde con la salsa, dance, funk e rumba.
Dovevamo conoscerli meglio, e siamo partiti proprio da questo album di debutto che non riusciamo a smettere di ascoltare.
- Com’è nato il disco “Milalma” e a che periodo della vostra vita risale? Tornaste indietro, lo rifareste così?
é nato dal nostro incontro, piuttosto fortuito, a Maiorca. All’inizio Nicolas era interessato a fare lezioni di piano con me (Giovanni), ma abbiamo rapidamente capito che avevamo un grandissimo potenziale creativo collaborando artisticamente. Abbiamo iniziato a scrivere dei brani e una selezione di questi è finita nel nostro primo lavoro, “Milalma”, dopo quasi due anni di gestazione. Credo che nessuno dei due lo rifarebbe così: avevamo prodotto i brani in maniera completamente “digitale”, poi quando ci siamo spostati a Milano abbiamo praticamente rifatto tutto il lavoro da capo, facendo suonare la quasi totalità delle parti a dei talentuosi musicisti (molti dei quali attualmente ci accompagnano nei live). Dalla realizzazione di “Milalma” abbiamo imparato a velocizzare il processo, per evitare di arrivare alla fine “stremati” dalle nostre canzoni.
- Quanto è importante per un gruppo come il vostro, suonare dal vivo? E come vivete il fatto che in questo periodo storico non è facilissimo farlo?
é importantissimo. Onestamente quando abbiamo iniziato a produrre in due non ci eravamo immaginati di portare il nostro concerto in live con sette elementi, ma ora è diventato un nostro punto di forza e non vogliamo più smettere. La forza dei nostri brani è anche quella di far ballare le persone, e vederle ballare dal palco dà un senso a tutto quanto. Cerchiamo di trovare soluzioni alternative, luoghi magari non convenzionali dove portare il nostro show dal vivo. Non è facile per nessuno trovare spazio, ma noi vogliamo crescere, farci conoscere e convincere chiunque che un nostro live sia un’esperienza bellissima da vivere.
- Parallelamente, portate avanti altri progetti musicali? Vi sentite mai in competizione con altri nomi della scena musicale? E come riuscite a dare la giusta priorità agli Agua Y Agio?
Giovanni porta avanti degli altri progetti più jazzistici, come ad esempio Solco Duo e New Standards Project, per rimanere connesso con la scena jazz milanese e non solo. Nicolas lavora sotto-traccia al suo progetto solista Akonkagua. è naturale avere dei momenti in cui ci si sente in competizione, ma è qualcosa che svanisce subito. Rimane invece l’interesse nel confrontarsi artisticamente con altri nomi della scena musicale, supportandosi a vicenda: siamo tutti sulla stessa barca. Diamo la priorità ad Agua Y Agio perché crediamo fortemente in questo progetto e lo vediamo come pronto per farci suonare davanti a più persone possibile, che è di fatto l’obiettivo di tutti.
- Se doveste racchiudere il genere degli Agua Y Agio in un unico genere, quale sarebbe? Potete anche inventarvi un nome!
Questa forse è la domanda più difficile! Abbiamo influenze Latin, Jazz ed Elettroniche pur rimanendo, da un certo punto di vista, sotto il grande cappello del Pop. Potremmo in qualche modo avvicinarci al “Patchanka” dei “Mano Negra” rivisto in una versione più moderna.
- State lavorando ad un disco nuovo?
è prematuro parlare di disco, ma stiamo lavorando a nuovi brani che vogliamo inserire nel live e successivamente produrre e pubblicare.