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Beta Libre: psico-punk a forma di pop

Beta Libre

“Winter Circle” è il lavoro d’esordio di Benedetta Gaggioli in arte Beta Libre.

L’andatura è quella di uno shoegaze che però cerca dentro soluzioni dal rock distopico, forme accattivanti di pop. Archiviato questo minestrone di etichette vi invito all’ascolto di “Winter Circle”, lavoro d’esordio di Benedetta Gaggioli in arte Beta Libre. E se quella Madonna di “Frozen” è sempre li a due passi a fare ombra su queste scritture, è anche vero che siamo di fronte all’ennesima ricerca di suoni e modi che prescindono dal solito indie italiano. Beta Libre libera (o istituzionalizza) le maschere che ognuno ha di se. Fa di conto con la verità e dal suo canto lirico (studi classici alle spalle), chiede sempre alla voce di regalare quelle sensazioni quasi fossero mantra spirituali per dare alla vita una potenza visionaria decisamente più affascinante.

È un esordio che segna quale verità? Beta Libre o Benedetta Gaggioli? Chi vuoi essere per davvero?

Vorrei poter essere un’entità cangiante e autentica in tutte le sue sfumature, senza etichette, senza nomi, senza generi. Solo un’animale che ha bisogno di cantare e di esprimersi creativamente. Nella realtà devo adeguarmi e distinguere identità e percorsi diversi, per essere più facile da comprendere e catalogare… ma, sebbene sia stato pubblicato a nome di Beta Libre, il mio album d’esordio contiene verità che mi appartengono totalmente, elaborazioni di esperienze che fanno parte del mio passato e che continuano ad influenzarmi. Risuona in ogni parte di me.

Che rapporto hai con il tuo corpo? Pensando a “Decadence”…

In passato ho avuto un rapporto conflittuale con il mio corpo. Non era come volevo, non sapevo come gestirlo, cosa farne, e a volte lo maltrattavo… probabilmente anche perchè sono sempre stata una persona non binaria e queer. Vivere certi ruoli e doversi adeguare ad essi anche nell’aspetto fisico, nell’atteggiamento quotidiano, mi è rimasto difficile. Adesso mi sento più libera: di vivere il mio corpo nei modi che preferisco, di travestirmi e svestirmi, di gestirmi senza pensare tanto ai giudizi altrui… e ho scoperto anche una piacevole gratitudine per tutto ciò che questo corpo mi permette di vivere.

E con l’infanzia? Pensando a “Childhood”…

Ho amato quel periodo Mi rifugiavo nella mia immaginazione, facevo avventure nella natura con le amiche, inventavo giochi, canzoni, storie… ero felice, soddisfatta e mi bastavo. Per questo in “Childhood” parlo dell’infanzia con malinconia e dolcezza. È la stagione alla quale vorrei tornare, la stagione della creatività, dello stupore, dell’entusiasmo della scoperta, della fantasia che crea mondi fantastici e variopinti nei quali immergersi.

E poi con la critica sociale… pensando a “Matriarchy”…

La critica sociale per me è inevitabile. Sono molto sensibile alle discriminazioni di ogni specie e cerco sempre un senso di giustizia sociale. Ovviamente il femminismo mi sta particolarmente a cuore perchè ogni giorno vivo le conseguenze del patriarcato ma credo profondamente in un femminismo intersezionale, quindi collegato alle lotte per il rispetto e la libertà di ogni individuo (quindi antifascismo, antispecismo ecc). Credo in una sorellanza che va al di là delle differenze culturali e di specie, in una società più libera e allo stesso tempo più responsabile… in diversi dei miei pezzi ci sono accenni di questo mio pensiero. “Matriarchy” è quello più esplicito, è il bisogno viscerale di urlare, evolvere internamente e portare un cambiamento positivo anche all’esterno.

Per te cosa rappresenta davvero il “Winter Circle”? Un circolo vizioso o una confort zone?

È un circolo di emozioni, un conforto alla durezza dell’inverno, un racconto di oscurità e frammenti di luce. Per me è la difficoltà di accettare i continui cambiamenti, l’impermanenza di tutto ciò che provo e mi accade… e allo stesso tempo quella rassicurante consapevolezza che le stagioni scorrono e ritornano, che ogni gioia che finisce prima o poi tornerà in qualche altra forma.

E per Beta Libre la bellezza sta nel muoversi dentro o fuori la zona di confort?

Beta Libre è esplorazione e libertà. È nata per esprimermi in un modo nuovo e personale; quindi, sicuramente per me ha rappresentato una coraggiosa uscita dalla mia zona di confort, una scelta forte e difficile che ha incontrato diverse perplessità iniziali vista la mia carriera da cantante lirica…

Te lo chiedo perché tutto questo disco, per quanto una rivoluzione di stile dal suo studio classico, è comunque compatto dentro una sua zona di comfort… non trovi?

Sì, hai pienamente ragione. È stata una rivoluzione per me… ma allo stesso tempo mi ha permesso di ritagliarmi un nuovo spazio dove potermi sentire sicura, dove poter esplorare liberamente ma sempre tra confini chiari, componendo con synth e voci tra le mura nel mio piccolo studio casalingo. È sicuramente un disco compatto come intento, come stile, come strumenti e percorso sonoro.

— Onda Musicale

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