Les Babettes sono un trio musicale swing che si ispira maggiormente agli anni 30 e 40. Il gruppo è formato da: Eleonora Lana, Chiara Gelmini e Anna De Giovanni, tre ragazze triestine che si definiscono frizzanti e autoironiche.
La prima cosa che salta all’occhio dopo le loro meravigliose acconciature e i loro bellissimi vestiti durante i concerti è il loro nome, che è un omaggio alla loro città (Trieste): le … “babe“ (diminutivo “babette“) sono infatti nel dialetto cittadino le ragazze. “Babare” è anche un verbo che significa chiacchierare e spettegolare, ed in modo ironico si sono ispirate a nomi di alcuni trii del passato che hanno dato al loro nome il tocco francese.
Dal 2013 sono fortemente presenti con concerti, partecipazione a festival e convegni in tutta Italia e perfino all’estero (Slovenia, Svizzera e Spagna).
Il nostro giornale le ha contattate ed ha avuto il piacere di porgere loro alcune domande.
Come si definirebbero Les Babettes?
«Les Babettes sono un trio vocale swing femminile, frizzante e autoironico, infatti abbiamo incluso l’autoironia anche nel nome. Le “babe” in triestino vuol dire le ragazze che spettegolano e quindi abbiamo usato questo nome un po’ francesizzato che in realtà è una presa in giro di noi stesse, in quanto ci piace stare davanti ad una tazza di tè, parlare e spettegolare.Siamo divertite, perché è qualcosa che ci fa stare bene e ci diverte ed è anche il motivo per cui piacciamo al pubblico.Siamo Caparbie, perché il mondo della musica, e questo genere in particolare non è sempre facile. Sono tanti anni che cantiamo insieme e facciamo spettacoli insieme e non ci sono stati momenti sempre facili e quindi una buona dose di tenacia ci vuole e quella ce l’abbiamo.» -Anna
Come si definirebbe il vostro genere? E a chi vi ispirate?
«Il nostro genere è prevalentemente swing e si ispira ai famosi trii del passato degli anni ’30 e ’40 dalle Andrew Sisters al trio Lescano e tantissimi gruppi vocali seguiti.» -Chiara
Come è nato il vostro trio?
«Il trio è nato da una mia folgorazione (Eleonora) a un concerto a Bologna delle Puppini Sisters. Queste tre fanciulle, di cui una italiana trasferita in Inghilterre, mentre le altre due sono inglesi, portavano sulla scena, appunto, musica swing e oltre a cantare facevano della scena, c’erano dei balletti e dei costumi, ed è un tipo di spettacolo che mi ha preso in tutti i sensi, coinvolgendomi molto. Io ascoltavo già musica un po’ vecchiotta e vedendo un trio di donne sul palco ho detto: “Cavoli! Voglio anch’io” e quindi ho trovato la nostra versione italiana e triestina. Naturalmente dopo contattando le altre due ragazze si sono fuse tre menti e la mia idea iniziale si è arricchita di ulteriori idee e suggerimenti. Inizialmente ho contattato Chiara che conoscevo da una vita e poi Anna che era dirimpettaia di Chiara, ormai 4-5 anni fa.» -Eleonora
Quando cantate qual è il messaggio che volete lasciare al vostro pubblico?
«Messaggio è un termine che non ci si addice molto. Quello che noi lasciamo al pubblico è soprattutto un’atmosfera, un’evocazione di un’epoca. In realtà si tratta di tenere viva una tradizione che altrimenti morirebbe, perché ovviamente lo swing non è un genere che va per la maggiore, rimarrà comunque un genere di nicchia. L’obbiettivo è far sognare le persone che ci guardano, offrendo loro uno spettacolo a tutto tondo che li faccia immergere in un’epoca in cui spesso gli arrangiamenti erano molto complessi e molto interessanti, mentre magari i testi non sono così impegnati come uno potrebbe aspettarsi. Qui la musica è spesso complessa e i testi sono molto leggeri e spensierati.» -Anna
Chi vi ha sostenute maggiormente in questo vostro inizio avventura?
«Sicuramente noi tre l’un l’altra, ormai sono già 5 anni che proviamo e in base ai periodi c’è sempre chi è più focalizzata e che riesce a prendere in mano la situazione. Gabriele Centis e la sala della musica ci ha sostenuto con la loro esperienza e ci ha aiutato ad organizzare i nostri primi concerti. Poi soprattutto le nostre famiglie tra microfoni dimenticati, merende e vestiti da cucire all’ultimo. Sicuramente anche i musicisti che all’inizio hanno aiutato a creare il tutto, in particolar modo Tiziano Bole nostro amico storico che conosciamo da tanti anni, che ha uno studio di registrazione e ci ha aiutato a registrare e ci ha scritto anche alcune canzoni che sono ancora nel cassetto. Inoltre ci ha sostenuto tantissimo la cittadinanza di Trieste sia durante i concerti che quando eravamo in tv a X Factor. Infine anche il gruppo musicale “Alti e bassi” di Milano, che hanno pensato di proporci per X Factor.» -Eleonora
Quali sono i vostri progetti futuri?
«Il progetto con la Big Band è un progetto in corso nato qualche mese fa con una grande organizzazione, simo molto grandi, 26 in tutto, non facilmente ospitabili, ma ne vale assolutamente la pena. Un progetto presente e futuro, ci concentriamo e ne siamo entusiaste. Il 2 agosto, invece, saremo a Pergine Valsugana e suoneremo in occasione del “Trentino in Jazz Festival” nel Valsugana tour 2018. Abbiamo in programma anche altre date però ancora da definire.» -Eleonora
Marko Stefanovic – Onda Musicale