The Watch sono una band italiana progressive rock, nata a Milano nel 1997. Conosciuti per la loro capacità di evocare il sound classico dei Genesis degli anni ’70, i The Watch si distinguono per le loro composizioni originali e per le reinterpretazioni fedeli e appassionate del repertorio dei Genesis.
Guidati dal cantante e fondatore Simone Rossetti, la band The Watch ha pubblicato diversi album di inediti che mescolano atmosfere epiche, arrangiamenti complessi e testi ricchi di introspezione. Parallelamente, sono noti per i loro tour che celebrano capolavori come Selling England by the Pound e Nursery Cryme, conquistando fan del progressive rock in tutto il mondo.
Il prossimo 1 marzo si esibiranno a Trento (Auditorium Santa Chiara) con un atesissimo concerto dal titolo ‘The Watch plays Genesis – Foxtrot & Selling England By The Pound – A Genesis Experience’. Li abbiamo contattati per un’intervista e loro hanno risposto con grande disponibilità.
Da diversi anni proponete un repertorio dei Genesis molto curato nei dettagli. Cosa potete dirci di quando e come è nato il vostro progetto?
“The Watch è una band nata a Milano inizialmente come progetto originale la cui musica si è fin da subito ispirata al rock progressivo classico degli anni ’70 ed in particolare a quella dei Genesis. Iniziando a ricevere molti commenti positivi, soprattutto per la sorprendente somiglianza tra la voce del nostro cantante Simone Rossetti e quella di Peter Gabriel, abbiamo deciso di includere alcuni brani dei Genesis nei nostri primi concerti. La reazione del pubblico è stata così entusiasta che negli ultimi anni il progetto “The Watch plays Genesis” ci ha permesso di intraprendere tournée sempre più articolate in tutta Europa, Regno Unito, Stati Uniti e Canada.“
Il prossimo 1 marzo sarete a Trento per un concerto molto atteso. Cosa potete anticipare di quello show?
“Lo spettacolo del 1° marzo a Trento fa parte del tour che stiamo portando in giro ormai da oltre un anno, intitolato ‘The Watch plays Genesis – Foxtrot & Selling England By The Pound – A Genesis Experience’. Come suggerisce il titolo, il concerto prevede la riproposizione integrale degli album ‘Foxtrot’ e ‘Selling England By The Pound’, due capolavori storici dei Genesis che hanno segnato un’epoca nel panorama del rock progressivo, e che personalmente amiamo molto.“
Cosa potete dirci dei componenti la vostra band?
Siamo tutti musicisti professionisti con alle spalle tanti anni di studio e esperienza di concerti live. La formazione è composta da:
- Simone Rossetti – Voce, flauto a traverso
- Valerio De Vittorio – Tastiere e chitarra
- Francesco Vaccarezza – batteria, voci
- Mattia Rossetti – Basso, chitarre, bass pedals, voci
- Andrea Giustiniani – chitarre
Quanto lavoro e sacrificio ci sono per raggiungere il vostro livello?
“Inutile negarlo: suonare questo tipo di musica richiede un grande impegno. Non solo è complessa da eseguire, ma i fan dei Genesis, in particolare quelli degli anni ’70, sono molto attenti ed esigenti riguardo a come viene reinterpretata la musica che hanno amato per tutta la vita. Questo è del tutto legittimo e comprensibile e noi, che siamo fan a nostra volta, cerchiamo di onorare al meglio le loro aspettative, mettendo passione e sacrificio in ogni performance.“
Quanto è importante nei vostri show la parte scenografica (luci, palco, ecc.)
“Per noi la qualità musicale è sempre la priorità assoluta: dalla ricerca dei suoni alla creazione della giusta atmosfera, fino all’importanza di avere tre chitarre a 12 corde che arpeggiano insieme. Naturalmente, anche palco e luci sono fondamentali per il successo dello spettacolo, ma abbiamo scelto, ad esempio, di non utilizzare maschere e costumi. A nostro avviso, questi elementi fanno parte del personaggio iconico di Peter Gabriel, e non intendiamo replicarli, preferendo concentrarci sull’autenticità della musica.“
Cosa potete dirci della musica che producete voi?
“È un progetto a parte al quale teniamo molto. Abbiamo pubblicato 8 album che hanno ottenuto un buon successo nel panorama prog attuale. In uno di questi, abbiamo avuto il piacere di ospitare come guest Steve Hackett, chitarrista dei Genesis, con cui oggi condividiamo una bella amicizia.“
Cosa potete dirci della vostra strumentazione? (tipo Hammond o Mellotron)
“Come abbiamo detto in precedenza, la ricerca del suono è uno degli aspetti più importanti per noi. Tuttavia, è giusto tenere conto anche dell’evoluzione della tecnologia rispetto agli anni passati. Un esempio è l’intro di piano del brano Firth of Fifth, che fa parte del nostro spettacolo. All’epoca, i Genesis non riuscivano a riprodurlo in tour con un pianoforte acustico, a causa delle evidenti difficoltà logistiche. Oggi, grazie ai pianoforti digitali, molto più portatili, possiamo eseguire quell’intro con il suono originale, rendendolo molto più fedele alla versione in studio, cosa che loro non riuscivano a fare, dovendo ricorrere a uno strumento elettronico che poco aveva a che fare con il piano acustico. D’altra parte riconosciamo invece che ci sono ancora strumenti imprescindibili per avvicinarsi a certe sonorità. Ad esempio, il suono grintoso del basso Rickenbacker, il Mellotron, le chitarre a 12 corde… Tutti strumenti che avrete il piacere di ascoltare il 1° marzo a Trento.“
Che programmi avete per il futuro?
“Continuare a cercare di far rivivere a più persone possibili il mito che erano i Genesis e magari cercare di tramandare tutto questo anche alle nuove generazioni.”