“Ordinary Madness“, pubblicato il 28 agosto 2020 da Provogue Records, rappresenta il 29° album in studio del leggendario chitarrista blues-rock Walter Trout.
“Ordinary Madness“ arriva in un periodo particolarmente significativo per Walter Trout, dopo aver superato gravi problemi di salute e un trapianto di fegato nel 2014. Con questo disco il chitarrista americano conferma (nuovamente) di essere un grande bluesman e – facendo tesoro del suo breve passato con John Mayall e dopo aver inciso alcuni album da solista – confeziona in questo disco tutto il suo amore per il blues.
1. “Ordinary Madness”
La title track apre l’album con un’atmosfera riflessiva e malinconica. Walter Trout esplora il tema della fragilità mentale quotidiana che tutti affrontiamo. L’arrangiamento è ricco, con la sua chitarra che dialoga eloquentemente con gli elementi ritmici. Il brano cresce d’intensità, culminando in un assolo emotivo – a tratti quasi ipnotico – che sottolinea la profondità del messaggio.
2. “Wanna Dance”
Cambiamento di ritmo con questo brano più rockeggiante. “Wanna Dance” mostra il lato più energico di Trout, con un groove trascinante e riff incisivi. La sezione ritmica è particolarmente solida, fornendo una base perfetta per gli assoli fiammeggianti del chitarrista americano.
3. “My Foolish Pride”
Una ballata blues introspettiva dove Walter riflette sui propri errori e sulle proprie debolezze. La sua voce, segnata dalle esperienze vissute, trasmette autenticità e vulnerabilità. Gli arrangiamenti sono minimali ma potenti, lasciando spazio all’espressività vocale e agli interventi chitarristici carichi di sentimento.
4. “Heartland”
Un omaggio alle radici americane con influenze country-blues. “Heartland” dipinge un ritratto musicale dell’America profonda, con un approccio narrativo che ricorda i grandi storyteller del folk-rock. La chitarra slide aggiunge un tocco di autenticità rurale al brano.
5. “All Out Of Tears”
Un blues lento e struggente dove Trout esplora i temi del dolore e della resilienza. La sua chitarra “piange” letteralmente, con fraseggi che sembrano estensioni della voce umana. Il crescendo emotivo del brano culmina in uno degli assoli più espressivi dell’album.
6. “Final Curtain Call”
Brano dai toni esistenziali che affronta il tema della mortalità, chiaramente influenzato dalle esperienze personali di Trout con la malattia. L’arrangiamento è ricco di sfumature dinamiche, alternando momenti di introspezione quieta a potenti esplosioni sonore.
7. “Heaven In Your Eyes”
Una traccia più luminosa e ottimista, quasi un momento di sollievo all’interno della narrazione dell’album. La melodia è accattivante e il tono generale più leggero, pur mantenendo la profondità espressiva caratteristica di Trout.
8. “The Sun Is Going Down”
Brano blues dai toni crepuscolari, con un groove ipnotico e atmosfere quasi psichedeliche. La produzione qui è particolarmente notevole, con effetti e sovrapposizioni sonore che creano un fraseggio sonoro complesso e avvolgente.
9. “Make It Right”
Ritorno a sonorità più dirette e rock, con un messaggio di redenzione e riconciliazione. Il ritmo è serrato e la chitarra di Trout più aggressiva. Si evidenzia la sua versatilità stilistica all’interno del linguaggio blues-rock.
10. “Up Above My Sky”
La decima traccia offre una prospettiva trascendente, con arrangiamenti ampi e ricchi di atmosfera. La chitarra di Trout si eleva letteralmente “sopra il cielo“, con fraseggi che sembrano cercare una dimensione spirituale. Un preludio al finale perfetto che lascia l’ascoltatore con un senso di catarsi e speranza.
11. “Ok boomer”
Il brano di chiusura del disco è una traccia che è un concentrato di hard rock e di blues allo stato puro, dai toni decisamente trascinanti e coinvolgenti. DEgna conclusione di un disco bellissimo.
Produzione e sonorità
La produzione, curata da Eric Corne, è eccellente: trasparente ma ricca di dettagli, riesce a catturare l’immediatezza esecutiva della band pur offrendo una palette sonora variegata. Il suono della chitarra di Trout è riconoscibile e personale, con un tono che bilancia perfettamente calore vintage e definizione moderna.
Musicisti e performance
Accompagnato dalla sua fedele band (Michael Leasure alla batteria, Johnny Griparic al basso e Teddy Andreadis alle tastiere), Trout guida il gruppo con l’autorità di un veterano ma anche con la freschezza di chi ha ancora molto da dire. Le performance sono tecnicamente impeccabili ma mai fredde o sterili, mantenendo sempre l’emozione al centro.
Tematiche e contesto
“Ordinary Madness” esplora in profondità temi come la fragilità umana, la mortalità, la resilienza e la ricerca di significato. È impossibile non collegare questi temi alle esperienze personali di Walter Trout, che ha affrontato una battaglia per la vita pochi anni prima della registrazione. Questo conferisce all’album una sincerità e un’urgenza comunicativa rare.
In conclusione
“Ordinary Madness” rappresenta Walter Trout al massimo della sua espressività artistica: un musicista maturo che ha trasformato le proprie esperienze di vita in arte autentica. L’album bilancia perfettamente virtuosismo tecnico e profondità emotiva, confermando Trout non solo come eccezionale chitarrista ma anche come compositore e interprete di grande spessore nella tradizione blues-rock contemporanea.