Recensioni e Interviste

Fuori dal 28 febbraio “Una canzone semplice”, il singolo di debutto dei Laica Luna. Li abbiamo intervistati

foto band

La band di Trieste si presenta al mondo con un pizzico di ironia: un titolo fuorviante perché il brano non è assolutamente la hit estiva che ci si può aspettare.

“Una canzone semplice” è il singolo di debutto dei Laica Luna. Nell’occasione abbiamo rivolto qualche domanda alla band.

“Una canzone semplice” è il vostro singolo di debutto, ma il titolo è ironico. Come è nata l’idea di questo contrasto?

Sì. Hai ragione. La canzone è stata pensata per generare un po’ di confusione e per spiazzare l’ascoltatore. È infatti questo il suo ruolo come prima canzone dell’EP che presto andremo a pubblicare. È un po’ un ‘rapimento’ dell’ascoltatore. Forse un disclaimer: se cercate una canzonetta, un tormentone… beh forse troverete anche altro. Il contrasto si sente nella musica. Semplici accordi maggiori (così come racconta il testo) che però maggiori non sono, e creano un po’ di straniamento. L’ironia, il paradosso, nascono dalla dissimulazione; dalla negazione del principio di realtà. La simulazione invece genera rappresentazioni, narrazioni che possono prendere vita. Una vita autonoma. Viviamo immersi nei simulacri che ormai sono diventati l’unico strumento con il quale ci rapportiamo con il mondo. L’ironia ci serve per demolire i simulacri. Cos’è meglio di una canzone semplice per farlo?

Il brano si sviluppa su una base rock con ritmi incalzanti. Quali sono le vostre principali influenze musicali?

Eh, nel nostro caso la risposta non è banale.  Il gruppo è composto da 4 persone con età molto diverse che hanno vissuto esperienze musicali molto diverse. Dal Rock alternativo italiano anni 80-90 all’elettronica, dalla musica balcanica al Jazz, dal Punk al Minimalismo alla musica Ambient. Nell’ottica di sentire, oggi, un principio di realtà in un mondo di simulacri, la scelta è stata di suonare assieme per fare live, per fare prove vere, con il batterista che pesta e l’amplificatore a 11. Abbiamo ridotto tutto all’essenziale per arrivare al substrato incontaminato, dove costruire fondamenta solide, e da lì creare la ‘nostra casa’. Certo è difficile non usare mattoni usati o addirittura fatti da altri. Cerchiamo di farlo con moderazione e rispetto, ma nell’ottica di un’architettura personale, stravolgendo più possibile le citazioni fino a renderle non identificabili. Parlando del mio background personale, la maggiore conquista della musica che mi ha influenzato, è il rumore. Ed il rumore è sempre vero. Perché per definizione il rumore è quello che non riesci a controllare. Si cerca di controllare la vita, ma non ci si riesce. Se crei il rumore e non lo controlli sei nel vero.

Avete citato Magritte e il concetto di negazione nell’arte. Come si riflette questo approccio nella vostra musica?

Il controllo ha un fascino perverso perché ci illude che le cose siano comprensibili. L’errore mina queste sicurezze. Il rumore, l’inaspettato, il glitch della forma rivela nuovi contenuti. La creatività riesce a portare caos nell’ordine costituito, a demolire i simulacri che ci circondano; a negarli. Nella nostra musica lasciamo sempre la porta spalancata agli errori. Anzi, ascoltiamo attentamente, valutiamo ed includiamo dissonanze, deviazioni, paradossi. Magritte riesce con i suoi quadri ad insinuare sempre un dubbio. Una crepa che può demolire i simulacri attorno a noi. ‘Una canzone semplice’ è un po’ cosi: come la pipa che non è una pipa, anche la nostra canzone in fondo (con le dovute proporzioni) non è una canzone semplice.

La vostra band si chiama Laica Luna, un nome denso di significati. Come siete arrivati a questa scelta?

Anche qui il discorso dei simulacri credo sia rilevante. Il cielo è sempre stato il luogo dove abitavano gli dei, che ci guardavano dall’alto e guidavano le nostre azioni. Nel 1957, però, la cagnetta Laika viene imprigionata nello Sputnik 2 e lanciata nello spazio, accollandosi il peso dell’arroganza di una qualche tecnologia, di una qualche visione del mondo. Scopre che lo spazio è vuoto. Gli Dei non ci sono. La vita non ha spiegazioni. Il cosmo è laico. Trovo molto interessante che Laika fosse il nome della cagnetta e che laico sia il cosmo che scopre. Logicamente in Russo Laika non vuol dire laica. Ma per noi il gioco di parole, un semplice scambio di consonante, forse un glitch, rivela qualcosa di interessante.

Dov’è Laika? Purtroppo, tutti sanno che non è sopravvissuta al suo ritorno sulla terra. Noi però possiamo esercitare il nostro diritto/dovere di creare dicendo: “No! Laica è viva e vive sulla Luna”. La Luna è il nostro rifugio della fantasia e della volontà. Oggetto di stupore e visioni. Il luogo dove si trovano le cose perse dagli uomini, il senno d’Orlando e dove vive Laika. L’altro gioco di parole con la Luna di Laica Luna è che la nostra voce si chiama Lana. Non si poteva fare diversamente quindi.

Quali saranno i prossimi passi dopo l’uscita di “Una canzone semplice”? Possiamo aspettarci un album o altri singoli a breve?

Vorremmo, prima possibile, pubblicare un EP con 4 canzoni con atmosfere abbastanza diverse tra di loro. Abbiamo già il materiale pronto e stiamo vedendo con Aphrodite records come proporre il tutto. Il tema che sottende tutte le nostre canzoni è quello che riportiamo nelle bio sui social (che vi chiediamo di visitare per tenervi aggiornati): “Laica Luna esplora il buio tra gli oggetti luminosi nel cielo, sondando la complessità degli esseri umani rimasti senza dei, senza miti e senza scuse; come fece Laika dalla sua astronave”. Gli esseri umani sono complicati, credono a cose senza senso, si convincono di qualsiasi cosa, si aggrappano a qualsiasi feticcio pur di avere un appiglio nella loro vita. Forse l’arte è l’unico strumento per avvicinarsi all’uomo ed a quello che gli sta attorno. Noi con umiltà cerchiamo di provarci.

Se doveste descrivere la vostra musica in tre parole, quali sarebbero?

Buia ma ottimista.

I Laica Luna sono su Instagram e Facebook.

— Onda Musicale

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