É in uscita venerdì 13 dicembre 2024, a trent’anni dalla sua scomparsa, un disco omaggio a Domenico Modugno dal titolo “Modugno sulla Luna” (fuori per Adesiva Discografica, in distribuzione The Orchard), a cura del cantautore Luca Gemma che ha suonato e arrangiato otto brani, prodotti con Paolo Iafelice, per celebrare uno dei suoi artisti preferiti.
Siamo stati fortunati e abbiamo potuto incontrare nuovamente Luca per questa sua nuova avventura, dalla Puglia a Modugno, passando per Milano e il suo passato con i Rosso Maltese. Ecco com’è andata!
Cosa ti ha spinto a pubblicare questo disco così intenso proprio a metà dicembre, periodo discograficamente noto per non essere così strategico?
Ormai l’affollamento di uscite discografiche c’è tutto l’anno e l’attenzione su un progetto dura sempre meno, per cui non so se esiste più un momento migliore di un altro. È vero che il disco doveva essere pronto per ottobre ma non ce l’abbiamo fatta e io ci tenevo a pubblicarlo nel 2024, a trent’anni dalla scomparsa di Domenico Modugno. Inoltre l’album è il frutto di un anno di lavoro e a questo punto era necessario per me mettere un punto e a capo e pensare a come suonarlo dal vivo a partire da febbraio in poi. Non avevo voglia di rimandare.
E nella tua esperienza molto lunga, che parte con i Rosso Maltese e arriva fino qui, con le cover di Modugno e uno spettacolo teatrale dedicato, ti sei mai affidato a calcoli o strategie per la riuscita di un progetto musicale, e com’è andata?
Da indipendente ho sempre lavorato con mezzi promozionali ridotti ma con l’idea fondamentale che un album vada fatto solo nel momento in cui ti sembra assolutamente necessario, quindi senza troppi calcoli. Certo, negli anni in cui i dischi uscivano realmente e in formato fisico, diciamo quindi fino agli anni Dieci, avevamo l’accortezza, pur lavorando in un genere di nicchia, di non uscire a ridosso di Natale o di Sanremo per poter avere più spazio sugli scaffali dei negozi, nella comunicazione e sulla stampa, ma ormai è cambiato tutto. Nel caso di “Modugno sulla luna”, il fatto che sia un omaggio a un artista a trent’anni dalla sua morte, per quanto io me ne sia accorto casualmente, è certo uno spunto per poterne parlare.
Ti ricordi ancora la prima volta che sei entrato in contatto con il repertorio in salentino di Modugno? Che cosa, in particolare ti ha affascinato?
Tanti anni fa trovai in un negozio di dischi un cofanetto, che ho ancora, contenente quasi tutte le sue canzoni. È lì che ho scoperto questa miniera di pezzi scritti negli anni Cinquanta in dialetto salentino e non in siciliano come si diceva. Dentro quelle canzoni che prendevano spunto dal folk dei cantastorie del sud, ma che in realtà andavano già di corsa verso la canzone d’autore, io sentivo una verità espressiva molto potente che mi affascinava.
Avrai modo anche di portare questi pezzi da quelle parti? Da San Pietro Vernotico, a Polignano a Mare?
Per ora con lo spettacolo ‘Sacre Radici-La maestà del legno’ di Koreoproject siamo stati a Barletta, Lecce, Brindisi, Altamura e Nardò, anche con un piccolo tour nelle case circondariali pugliesi, dove torneremo anche il prossimo mese di maggio. Con il live di ‘Modugno sulla luna’, che sto preparando, spero proprio di andare in quei due luoghi così significativi al punto che lui stesso diceva ‘il mio paese in realtà sono due’!
E che cosa in particolare invidi a Domenico Modugno? E che cosa vorresti “rubargli” per il tuo progetto musicale solista?
Di un gigante della musica come Modugno si potrebbe invidiare tutto ma sarebbe tempo perso, preferisco ammirare e studiare le cose che ha fatto scegliendo quelle che mi piacciono di più. Per esempio c’è un suo disco del 1990 edito dalla BMG che raccoglie una ventina di sue canzoni famose risuonate e incise a cavallo degli anni Settanta con nuovi arrangiamenti molto scarni ma molto preziosi: in pratica Modugno voce e chitarra e poco altro. Quel lavoro di sottrazione dentro e intorno alla canzone mi ha sempre ispirato e quel disco continua a essere un riferimento musicale a cui torno sempre.