Recensioni e Interviste

Le Folli Arie back on stage (aspettando l’album) … L’intervista

foto band

Un atteso ritorno quello de Le Folli Arie. La band art-rock milanese torna sul palco per presentare, in anteprima assoluta, il nuovo spettacolo elettrico “The Folle Songbook”, anticipazione dell’uscita del nuovo album omonimo.

Le Folli Arie back on stage! Potremo, così, conoscere la nuova line-up (Simone Corazzari: voce e chitarra; Massimiliano Masciari: basso; Gianluca Martino: chitarra; Lele Boria: batteria) che proporrà dal vivo alcuni brani del primo album “Le Folli Arie” (candidato al Premio Tenco 2015). E le migliori cover contenute nel disco di prossima uscita “The Folle Songbook“. Un lavoro, quest’ultimo, concepito come una raccolta di cover. Un percorso di riscoperta di brani tratti da repertori diversi, al fine di ritrovare delle perle nascoste oppure di dare la propria personale rilettura a classici intramontabili. Abbiamo incontrato Simone Corazzari, frontman della band, per saperne di più.

Finalmente di nuovo live!

“Sì, non vediamo l’ora che arrivi domenica 23 marzo! Saremo all’Arlecchino di Vedano Olona (VA). In questi anni abbiamo interrotto l’attività live (eccetto la data di ottobre 2023 in apertura a Le Orme) per dedicarci completamente al nuovo album che, finalmente, dovrebbe vedere la luce entro il 2025. A breve ripartiremo con più costanza, organizzando la promozione del nuovo disco e tour annesso.”

Quindi il nuovo album sta per arrivare, potete darci qualche anticipazione?

“L’album avrà due lati che rappresentano le nostre due anime sonore: uno acustico e uno elettrico (Qui la playlist dei cover-videos acustici pubblicati finora: https://bit.ly/LFACoverVideos). È stato un lungo percorso e attualmente siamo in fase di mix. A breve potrete ascoltare il lavoro finito (conterrà 13 tracce + 6 bonus tracks in digital download).

Negli ultimi anni abbiamo fatto un percorso di riscoperta di brani che ci hanno da sempre fatto vibrare le corde giuste e influenzato anche nelle nostre composizioni. Peschiamo da repertori molto diversi, a volte lontani da ciò che abbiamo fatto finora, cercando di riscoprire perle nascoste oppure di dare la nostra personale rilettura a classici intramontabili. Come l’ultima pubblicata, “Desperado”, uno dei grandi successi degli Eagles.

Con tutto ciò stiamo ricercando le nostre autentiche radici musicali e una via sonora inesplorata per i nuovi inediti (a cui stiamo già lavorando). È una bella sfida musicale misurarsi con tanti giganti della storia della musica. E questo ci diverte e stimola moltissimo, soprattutto per continuare a crescere artisticamente.

Ci è venuto tutto molto naturale, partendo dalle date del tour del primo disco. Avevamo bisogno di cover per incrementare la scaletta dei concerti e abbiamo ricercato tra i nostri ascolti preferiti. Andando avanti abbiamo notato che ci stava piacendo quel che veniva fuori e così abbiamo deciso di fare una sorta di nostro “Folle Song-Book” con le cover che sentivamo più affini.

Il nuovo album le raccoglierà tutte e alla fine del percorso ci sarà l’uscita dell’unico inedito contenuto nel disco.”

Avete all’attivo esperienze e collaborazioni notevoli. Quali vi hanno maggiormente entusiasmato?

“Sicuramente l’esperienza con Le Orme,  l’avventura è iniziata nel 2019. Mesi prima avevamo conosciuto il manager Enrico Vesco tramite l’etichetta che ha distribuito il nostro primo disco (Ma.Ra.Cash Records). Abbiamo aperto in duo acustico alcune date del loro tour teatrale nel 2019 e recentemente, in elettrico, la data di Legnano. Sono state serate indimenticabili e tornare a suonare in un teatro gremito, dopo questi anni di stop, è stata per noi un’emozione davvero impagabile!

Avendo lavorato da ormai un ventennio in ambito musicale, siamo felici di essere amici di molti top dell’ambiente. In primis il nostro producer di fiducia Lorenzo Cazzaniga (Claudio Baglioni, Negramaro, Lucio Dalla, Fabrizio De André, Ray Charles, Sting, Mina, PFM, Pooh, Vasco Rossi,…). Con lui stiamo ultimando la lavorazione del nuovo album. Lavorare con lui è sempre illuminante e arricchente, oltre a divertirci spesso con i suoi famosi aneddoti sul mondo musicale. Nella produzione di questo album e nei prossimi live ci accompagnano dei musicisti fantastici: Lele Boria alla batteria, Gianluca Martino alla chitarra (nei live), Pierluigi Salami e Paolo Costa alle tastiere (nel disco).”

Artisti che vi ispirano o hanno ispirato?

“Abbiamo sempre avuto ascolti molto diversi fra loro; nel primo disco emergono di più le influenze di Simone, essendone l’autore ed il produttore: Jeff Buckley, Ben Harper, Dave Matthews, Pink Floyd, Led Zeppelin, Genesis, Yes, Porcupine Tree, PFM, Lucio Battisti… Le 13 tracce del disco sintetizzano bene il lavoro fatto, passano dolcemente attraverso mondi sonori differenti pur rimanendo sempre legate da un unico filo conduttore stilistico. Alcuni l’hanno definito un album prog mascherato da pop (o pop mascherato da prog, ai posteri l’ardua sentenza…) e contiene anche sfumature di grunge, fusion e latin/funk riuscendo a mantenere, incredibilmente, l’equilibrio!

Massimiliano invece arriva da ascolti come Marcus Miller, Yellowjackets, Stevie Wonder, Tori Amos e Red Hot Chili Peppers. La nostra grande sfida è riuscire a trovare il giusto mix tra tutti gli stili che amiamo e creare qualcosa di nuovo, riconoscibile, musicalmente interessante ma non troppo complicato da ascoltare; chissà dove ci porterà questa ricerca…”

Cosa ne pensate del panorama musicale italiano?

“Crediamo che l’industria discografica non sia più in crisi ma sia ormai morta… o quasi! Il fatto è che il concetto di comprare dischi fisici semplicemente non esiste più e per chi fa musica (e magari ci vuole pure campare) è impossibile ragionare come in passato. Non ci sono più royalties milionarie e con la rivoluzione tecnologica anche la funzione dell’etichetta viene sempre meno; se parliamo delle piattaforme di streaming, Spotify in primis, hanno fatto accordi con le 3 grandi multinazionali del disco davvero al ribasso e gli artisti indipendenti prendono cifre ridicole per lo streaming.

Oggi fare dischi è più semplice che mai, anche se per avere prodotti di qualità servono sempre e comunque gli studi attrezzati e i professionisti capaci. Forse la strada per le band emergenti sta nell’essere indipendenti di fatto e scegliersi tutti i collaboratori migliori per le proprie tasche, senza cedere edizioni o percentuali in cambio del nulla (live e diritti sono la fetta più grande della torta). Magari in futuro esisteranno tante piccole etichette che supporteranno davvero gli artisti esordienti, disposte a investire per più della durata di un singolo. Forse faranno il mazzo alle major morenti… Non lo sappiamo…

Sicuramente qualche etichetta disposta a investire davvero su progetti nuovi esiste ancora da qualche parte nel mondo… Detto ciò l’Italia è tornata alla ribalta a livello internazionale grazie soprattutto ai Maneskin che, in un modo o nell’altro, hanno riportato nei giovani l’entusiasmo del prendere in mano uno strumento e cominciare a suonare. Questa è la cosa positiva…poi ce ne sono molte altre negative ma eventualmente ne parleremo in un’altra intervista…

Nonostante tutto crediamo fermamente che, dopo una fase di decadenza come quella attuale, verrà prima o poi un Nuovo Rinascimento: noi lavoriamo quotidianamente in quella direzione!”

E allora, quali sono i prossimi programmi?

“Sicuramente finire il prima possibile questo disco e cominciare a lavorare sul prossimo che sarà certamente di soli inediti. In realtà abbiamo già iniziato a scrivere qualcosa… Prossimamente torneremo anche a fare più live; ci piacerebbe oltre ai soliti club, anche fare concerti a teatro che abbiamo apprezzato moltissimo durante i live con Le Orme.

La cosa più importante però è quella di non sentirsi mai “arrivati”. Pensiamo che in arte “sentirsi arrivati” sia la morte, come forse anche nella vita in generale. Nella nostra concezione del “riportare la musica al centro di tutto” vi è la continua ricerca, lo studio, il movimento, il cambiamento, l’evoluzione. Sentirsi arrivati ti fa restare fermo e ciò non va bene per fare musica. L’attuale momento storico per la musica inedita in Italia non è sicuramente dei migliori. In giro nei locali ormai dominano tributi e cover-band e il pubblico sembra impigrito e con sempre meno voglia di scoprire musica nuova e sconosciuta, decisamente “lobotomizzato” dal mainstream.

È però vero anche il contrario…Esiste, per fortuna, ancora una piccola nicchia di pubblico curioso che va a cercarsi gruppi nuovi, compra CD e vinili, va a vedersi i live di inediti e anche locali che danno ancora spazio ai brani originali (sempre meno purtroppo). È su questo che si deve puntare secondo noi.

La speranza è quella di creare nel tempo un rapporto sempre più autentico e stretto con un pubblico che ami davvero ciò che facciamo e come lo facciamo. Con il primo disco abbiamo solo iniziato il cammino…Vedremo dove ci porterà questa nuova avventura!

Forse la nostra idea di successo è semplicemente riuscire a vivere dignitosamente della nostra musica rimanendo liberi di produrre ciò che ci piace. Già da qualche anno viviamo di musica tra cover, tributi, lavori in studio e lezioni ma fare musica nostra rimane sempre il nostro obiettivo principale. Siamo davvero eccitati dal cammino che stiamo percorrendo e non vediamo l’ora di ritornare sul palco domenica 23 marzo!”

INFO EVENTO: https://bit.ly/LFALiveArlecchino 

Links

https://www.facebook.com/lefolliarie

https://bit.ly/lefolliarieYouTube (CANALE UFFICIALE)

https://bit.ly/LFAMusicVideos (PLAYLIST VIDEO UFFICIALI)

https://bit.ly/LFACoverVideos (PLAYLIST VIDEO COVER)

https://www.instagram.com/lefolliarie

http://bit.ly/LFASpotify

https://bit.ly/LFALive

— Onda Musicale

Sponsorizzato
Leggi anche
Luca Gemma si racconta in questa intervista