Fuori dal 21 marzo “There and Back”, il debut album degli Shady Lane. Otto tracce che compongono un concept album suddiviso in due atti, ispirato alla figura di Arthur Conan Doyle. Un racconto di viaggio tra Italia e Stati Uniti, un iter introspettivo del protagonista che sfuma nel thriller.
“There and Back” è un disco progressive rock ipnotico dove l’attenzione dell’ascoltatore viene catturata dall’inizio alla fine. Un trasporto musicale in questo viaggio intrigante. Chitarre magnetiche che accompagnano la voce di Roberto, graffiante e allo stesso tempo delicata.
There and Back è il vostro album di debutto: come è nato questo progetto e cosa rappresenta per voi?
Salvo: La band nasce da una mia idea di dedicarmi alle sonorità progressive, con un progetto che inizialmente sarebbe dovuto essere un mio sfogo creativo solista. Subito dopo la pubblicazione di Alien Nation degli Ivory, accennai questa mia volontà a Maurizio Chiarello della Underground Symphony, la nostra label, il quale subito mi suggerì Roberto Quassolo come cantante. Io nel frattempo avevo colto l’interesse di Luca, con cui siamo amici da una vita e suoniamo insieme da sempre negli Ivory, a seguirmi in questa nuova avventura e così Antony, il nostro tastierista. Immediatamente il progetto si è felicemente tramutato in una vera e propria band nella quale ognuno apporta un indispensabile contributo. Io mi occupo di tutte le musiche e con Antony degli arrangiamenti; partendo dalla mia idea iniziale di un concept “thriller on the road”, liberamente ispirato anche ai romanzi suggestivi di Arthur Conan Doyle, Luca con grande dedizione si è occupato dello story telling, creando le ambientazioni sulle quali Roby ha magistralmente scritto e adattato i testi e tutti gli arrangiamenti vocali. Shady Lane per noi rappresenta indubbiamente la nostra priorità, musicalmente parlando.
Il disco è un concept album ispirato alla figura di Arthur Conan Doyle. In che modo la sua opera ha influenzato la narrazione e l’atmosfera del disco?
Luca: Beh, è il padre di Sherlock Holmes, sicuramente per l’aspetto giallo – thriller alla base del concept! Inoltre Doyle ha scritto molto anche nel campo del romanzo d’avventura, così l’idea è stata quella di unire in questo concept i due aspetti.
Qual è stato il processo di scrittura dei brani? Avete seguito un flusso naturale o un’idea concettuale precisa fin dall’inizio?
Salvo: Il processo di scrittura dei brani, almeno dal punto di vista strumentale, è stato molto spontaneo e relativamente celere. Pur essendo un concept non vi è un filo conduttore musicale, se non di genere. Ho scritto e registrato tutte le basi strumentali del disco nel mio piccolo home studio. Poi abbiamo passato le D.I. di chitarra e basso a Mattia Stancioiu degli Elnor Studios per il reamping, occupandosi questi, in un secondo momento, anche del del mix e mastering. Parallelamente Luca e Roberto si sono dedicati alla stesura dei testi. Antony ha registrato le sue parti autonomamente e Roby ha registrato tutte le voci presso i Tanzan Music Studio, dove era già abituato a lavorare sotto la supervisione dell’ottimo Mario Percudani.
Il singolo The City è stato scelto per anticipare l’album: perché proprio questo brano? C’è un significato particolare dietro la scelta?
The city è stao il biglietto da visita di Salvo e compagni. Mi hanno presentato il brano ed io da subito ne ho colto le potenzialità. Più ci lavoravo più sentivo il brano assumere una veste ben definita, che ben poteva rappresentare il sound della band. Una volta ultimato restava solo da capire come promuoverlo. L’occasione è arrivata quando la nostra label ci comunicò l’intenzione di realizzare un album celebrativo per il trentesimo anno di attività. A quel punto i giochi erano fatti, avevamo il nostro primo singolo.
Il disco è diviso in due atti: potete spiegarci meglio il viaggio narrativo che compie il protagonista?
Luca: Il concept narra la storia di un uomo comune, ordinario si potrebbe dire, che mostra, però, segni di insofferenza verso quella vita regolare, scandita dal quotidiano tran tran di famiglia e lavoro. Non è solo quello, c’è di più: Thomas, il protagonista è tormentato da strane immagini nella sua mente, da inspiegabili flashback…Per cercare la pace, spinto dalla moglie, lascerà la sua città per andare a vivere in Sicilia, dove aveva vissuto per un periodo da bambino. Lì scoprirà qualcosa che lo spingerà ad andare in America, tra il Tennessee e Los Angeles, alla ricerca della verità e di quella pace agognata. La verità non sarà facile da accettare, ma il viaggio fisico, tra i colori e, in qualche modo, i profumi della Sicilia e degli USA, sarà un contraltare del suo viaggio interiore per la libertà.
Quali sono i vostri progetti per il futuro? Avete in programma un tour per promuovere There and Back?
Roberto: al momento siamo concentrati sulla promozione di There And Back. Per quanto riguarda un possibile tour, trattandosi di un concept Album diviso in due atti pensiamo che sia maggiormente proficuo attendere la conclusione del progetto, in modo da poter presentare un live articolato ed appassionante. Toccherà pertanto pazientare ancora un po’. Potrebbero tuttavia, presentarsi situazioni particolarmente stimolanti, quali la partecipazione a festival o essere band di supporto a qualche gruppo noto, a qual punto si tratterebbe di occasioni che non ci lasceremmo di certo scappare.
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