Eccolo “Canzoni d’amore per un paese in guerra”, eccolo a segnare il ritorno in grande spolvero sempre per la label di Arezzo Radicimusic Records il che significa anche una bella fattura della confezione che ormai è una firma indelebile.
Canzoni d’amore certamente ma anche canzoni di battaglie personali, di consapevolezze, canzoni di denuncia sociale come dentro “Respira”, come dentro la revisionata “La tua paura” … denunce poetiche dal peso anche cinematico quando suona la delicatissima “Il giorno prima di partire” il cui video è stato girato anche sulla spiaggia di Steccato di Cutro… il che la dice lunghissima.
L’approccio in studio (andate a spulciare il lungo e prestigioso parterre di musicisti che siglano ogni passaggio di questo lavoro) è quello del live, più possibile live… dal suo esordio, Talarico fa sfoggio di una sicurezza maggiore con le distorsioni e con una ruvida voglia di non starsene buono in un angolo a far lo spettatore di questo tempo assurdo che viviamo. Ma neanche porta in scena una canzone d’autore che cerca la rivoluzione. Mettiamoci in ascolto più da vicino…
Sono passati mesi e in questi mesi dall’uscita le guerre hanno ridisegnato altre storie. Come se questo disco trovasse ulteriore conferma o sbaglio?
Quando ho scritto queste canzoni forse la situazione odierna non era prevedibile. In particolare “Previsioni del tempo”, che apre il disco, è stata scritta tra il 2019 e il 2022, e ha un testo che a rileggerlo adesso sembra concepito per una “instant-song”. Però c’erano certamente dei segnali che tradivano il riemergere di qualcosa che sembrava morto e sepolto, io mi sono limitato a captarli e a restituirli sotto forma di immagini. E’ una cosa che a ben vedere capita spesso nelle canzoni, forse noi cantautori siamo un po’ simili ai rabdomanti, per certi versi!
Che poi la vera guerra, secondo me, non è solo quella delle bombe. La vera guerra è quella che canti nelle allegorie de “La tua paura” … cosa ne pensi?
Certamente. Quando ho pensato all’album non è che volessi raccontare solo la guerra in quanto tale, ma raccontare qualcosa di questo tempo, sia da un punto di vista personale che collettivo, oltre che dal punto di vista della storia umana Ogni canzone è il pezzo di un puzzle, di un quadro, il cui significato può essere decifrato solo osservando l’insieme
Ispirato dal romanzo di McCarthy… il protagonista nel figlio e nel fuoco custodiva il futuro. Pensi che sia un messaggio ancora valido?
Il romanzo di Cormac McCarthy, “La strada”, è solo una delle chiavi interpretative dell’album, che viene subito in mente quando si guarda la copertina. Ho una figlia, e ogni canzone del disco è filtrata attraverso la mia condizione di padre. Come tutti i padri, sono pieno di paure e speranze. Vorrei tenere acceso il fuoco per Alice, così come vorrei che lei imparasse a tenere acceso il fuoco.
E come viene declinato nel disco un eventuale messaggio di futuro?
Quando ho scritto Majorana volevo parlare della responsabilità umana. Ho ben chiaro che tutto ciò che accadrà dipenderà soltanto dalle scelte che faranno gli uomini, come si può capire rileggendo la storia precedente allo scoppio delle due guerre mondiali. Se stiamo alla cronaca dei nostri giorni, c’è da rimanere sbigottiti, perché l’impressione è che si stia apparecchiando un futuro di conflitto. Ma non è un finale già scritto, anche nel mio album le persone lottano. C’è ancora spazio per la dignità, il coraggio, la speranza.
Il suono “live” in qualche modo ti ha dato ragione o col senno di poi forse avresti potuto fare meglio alcune cose?
Nella testa di chi le ha scritte, e poi ha deciso di arrangiarle e suonarle in un certo modo, le canzoni cambiano continuamente, ma nemmeno per un momento ho pensato che avrei potuto fare meglio qualcosa. La scelta di registrare in presa diretta è stata la più giusta, quella che meglio si adatta alla verità delle canzoni. Il disco suona “live” e ne sono felice, così come nei “live”, che per me sono il vero futuro della canzone d’autore, sono felice di poterle cambiare e dar loro un vestito diverso ogni volta.
Pensi quindi che questo sia un disco di canzoni più live che da ascolto “casalingo”?
Penso che sia un disco che deve essere ascoltato con attenzione per essere compreso e apprezzato, sia che lo si ascolti a casa propria sia che si venga a vedere il concerto. Certamente sono due esperienze diverse, con la band dal vivo suona più rock di quanto non si senta ascoltando l’album, e per molti magari può essere una sorpresa.
E visto l’uso dell’intelligenza artificiale nelle canzoni, pensi che l’elettronica farà parte del tuo futuro?
Se è per questo anche l’elettronica è sorpassata, visto che con l’AI, online e gratuitamente, è già possibile concepire interi brani scegliendo stile, testo, impostazione della voce e tutto il resto. L’elettronica è sempre una possibilità, ma penso che in futuro la musica subirà una divaricazione ancora più netta tra ascolto sulle piattaforme ed esperienza “live”. Quest’ultima sarà la salvezza di chi cerca ancora la verità, la bellezza dell’errore, la meraviglia dell’imperfezione. Sarà come un sorso d’acqua fresca nel deserto. Una chitarra scordata.