Roberto Tiranti è un grandissimo cantante e ottimo bassista italiano, che si è meritato giustamente una notorietà internazionale.
Mi colpiscono molto e mi conquistano parecchio la sua voce e il suo modo di concentrarsi al massimo quando si trova sul palcoscenico.
Il sito dell’ottima scuola di musica “Ermavilo” di Roma, che lo annovera tra i propri docenti di canto, riporta una sua frase, per me interessantissima. La frase dice: “ Cantare è un gesto atletico che va ad incontrare il cuore, c’è bisogno di pazienza e disciplina, nulla nella musica è ‘ tutto e subito’, anche se cercano di farcelo credere. Grandi equilibri per uno strumento vivo situato fra mente e cuore”.
È proprio così!
Roberto Tiranti, classe 1973, nativo di Genova si fa notare fin da giovanissimo per sue rare capacità in ambito musicale, studia canto al Conservatorio. Si impegna molto, tanto che, nel 1996 e 1997, i mitici New Trolls lo portano con loro a due edizioni del Festival di Sanremo, anche se poi purtroppo si sciolgono, tra il clamore generale.
In seguito, Roberto è il cantante dei Labirinth, noto gruppo toscano, con loro partecipa a molte tournée in Italia e all’estero.
Collabora, tra i tanti, anche con artisti come Ken Hensley (Uriah Heep) , Ian Paice (Deep Purple), Glenn Hughes (Deep Purple e Black Sabbath), Martin Barre (Jethro Tull).
L’ho intervistato, è stato molto gentile:
D: Ciao Roberto, innanzitutto grazie per la disponibilità. Come ti definiresti? Un cantante, un musicista, un autore oppure un artista?
R: “Ciao Carlo,grazie a te! In effetti cerco di non definirmi, lascio che lo facciano gli altri ma credo che tutte le cose che hai elencato nella domanda siano parte della mia vita e del mio percorso professionale. Aggiungo -continua Roberto Tiranti- che per natura sono molto curioso e mi avvicino ad ogni cosa che mi affascini e che mi stimoli nel mondo della musica, del canto e dello spettacolo in generale”.
D: Quando hai iniziato ad avvicinarti al mondo della musica e quali sono stati gli artisti o le band alle quali ti sei maggiormente ispirato?
R: “Non credo di poterti dare date o periodi specifici durante i quali ho deciso di basare la mia vita sulla musica. Fin dalla mia primissima infanzia, ciò che mi attraeva di più, era proprio lei, la musica. Nel 1988 sono entrato a far parte del mio primo gruppo e da li è stata una continua ascesa verso il professionismo, ufficializzato nel 1996 col mio ingresso nei New Trolls. Le mie radici – ci racconta Roberto Tiranti- affondano nel rock anni settanta. Deep Purple, Led Zeppelin, Uriah Heep, Queen, passando poi per hard e metal anni ottanta. Sono sempre legato a blues e fusion grazie a Al Jarreau, Gino Vannelli e Stevie Wonder. Amo molto anche classica e lirica e tutto ciò sia caratterizzato da grande qualità e passione.”
D: Nel corso della tua brillante carriera hai avuto modo di collaborare con grandi artisti del panorama internazionale. Ci aiuti a ricordarli e ci racconti cosa hanno rappresentato per te?
R: “Ho fatto moltissimi concerti con Ian Paice sia in Italia che all’estero, ho spesso collaborato con Martin Barre, Clive Banker, Glenn Hughes. Nel 2013 sono diventato cantante e bassista di Ken Hensley scomparso purtroppo lo scorso novembre. Se da ragazzino mi avessero detto che avrei suonato e cantato direttamente con molti dei miei eroi non ci avrei assolutamente creduto. Questo per me è il vero successo oltre ogni concetto di fama e danaro”.
D: Cosa rappresenta per te la musica?
R): “La musica è per me amore, lavoro, gioco, felicità, impegno e dedizione ed occupa la mia vita h24 fra didattica, produzione, arrangiamento , scrittura ed ovviamente canto. Non esiste cosa più bella ed appagante del poter fare il mestiere che si è scelto. Purtroppo oggi è sempre più difficile tenere la barca pari fra pandemia, governo pressoché assente e spesso scarso rispetto da parte della mentalità delle persone che ci circondano”.
D: Ci racconti della tua esperienza nei New Trolls, nei Labirinth e delle tue partecipazioni come cantante ad alcuni spettacoli teatrali di livello internazionale?
R: “Hai citato due situazioni ancora in essere e che godono di ottima salute. Lo scorso gennaio è uscito il nuovo album dei Labyrinth intitolato ‘Welcome to the absurd circus’. Questo nuovo disco ci sta dando davvero grandi soddisfazioni in termini di gradimento sia da parte del pubblico che degli addetti ai lavori. I New Trolls sono da anni frammentati in svariate formazioni , io faccio parte de ‘La storia dei New Trolls ‘ di Vittorio De Scalzi. Sono contento perché nonostante le difficoltà pare che la prossima estate torneremo a far serate in alcune piazze italiane. I Labyrinth sono il mio grande orgoglio poiché siamo riusciti nell’arduo compito di guadagnarci una posizione di rilevo all’estero portandola nostra musica ovunque , dall’estremo oriente al Sud America. I New Trolls nel 1996 mi raccolsero dal locale della riviera ligure per portarmi al festival di Sanremo e a 22 anni fu davvero una delle più importanti esperienze della mia vita. I New Trolls oltretutto furono una palestra incredibile per formare il professionista che sono oggi”.
D: Che progetti hai per il futuro?
R: “Molti! Non demordo, guardo avanti con timore ed un pò d’incertezza ma non mi arrenderò per nulla e nessuno. Ho un intero album solista pronto, ci sono ottimi progetti con i gruppi sopra citati ed anche con gli ‘Wonderwrold trio rock’ nato dalla collaborazione con i due musicisti della band di Ken Hensley. Sto al momento anche progettando l’apertura di una vera e propria accademia di canto qui a Genova, un centro polifunzionale dove oltre allo strumento voce sarà possibile effettuare registrazioni professionali ed un vero proprio laboratorio che si occuperà della produzione musicale a 360 gradi”.