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Recensione: “Alevation” di Ale Ruspini

Dopo Attimi”, “Aprire gli occhi” ed “Illeciti Musicali arriva il quarto album del cantautore Ale Ruspini, Alevation. Diamoci un ascolto analizzando le dodici tracce che compongono la sua ultima fatica discografica.

Arrivano gli angeli è la traccia iniziale che apre il disco. Piccole note tintinnanti di pianoforte sono la base di un commovente brano dedicato alla nonna dell’artista, recentemente scomparsa.

Colazioni, maglie ricucite e partite a carte sono tra i ricordi principali dell’artista. Ci tengo a complimentarmi sin da subito per questa traccia perché lo capisco benissimo così come la capiranno gli ascoltatori.

Segue L’ultima notte, traccia più pop rock, che narra di un incontro casuale a cui segue una quasi altrettanto casuale notte di passione.

“Abbracciami forte come fosse l’ultima notte, abbracciami forte, non staccarti da me”. Del resto non sarebbe poter trascorrere l’ultima notte del mondo con chi si ama?

Masterscief, invece, vede la partecipazione di Shary ed è una divertente parodia tragicomica verità del noto programma televisivo Masterchef, di cui storpia anche il nome, dove ormai cucinano anche i bambini oltre che ai cuochi. Cuochi che ormai “fanno i giochi”. Attuale e divertente, alzate il volume!

Solo per te è incalzante come la melodia ed il suo testo. Romantici attimi con un sublime giro di synth verso la fine che arricchisce, ulteriormente, il pezzo.

La nostra storia è più tranquilla ed acustica. Un altro momento romantico dedicato all’amata dove, assieme all’acustica, ci sono anche batteria e riverberi. Degno di particolare attenzione il breve assolo di chitarra elettrica verso la fine.

Giri più blues rock in Voglio vederti ballare che, a tratti, ricorderà la canzone di Franco Battiato e trascinerà l’ascoltatore in un piccolo viaggio mentale. Davvero una bella canzone che ti fa volare con la mente ed il ricordo oltre che alla speranza.

L’elettricità è ancora presente in Ti ho visto battere il cuore in cui si narra di una storia d’amore tra due ragazzi ostacolata dalla distanza e dalle religioni.

Un interessante specchio di molte relazioni odierne che nascono da Internet, Erasmus, vacanze o viaggi vari di lavoro. A tratti ricorda inoltre Vertigo degli U2, piccola chicca.

La stessa cosa riprende il tema dell’amore che collega le varie canzoni. Tra tutto quello che la vita ci dà e ci tira addosso quello che conta siamo noi due, gli stessi occhi accesi, gli stessi tuoi pensieri”.

L’anima al diavolo cambia le carte in tavola. Ritmi quasi più ska sono la base per un testo riguardante la scelta di optare per le vie più facili. Intensa e riflessiva colpisce come uno schiaffo ricordando anche il sound dei primi Police.

Anche Senza fiato colpisce molto per la sua carica sonora, sia degli strumenti che dei giochi di voce, in cui sarà possibile udire un vaghissimo eco dei Placebo.

“Spesso mi sento come una nave in tempesta e con la bocca sono fuori dall’acqua, mi ci vorrebbero le ali se non ci fossi tu”, semplicemente commovente.

Blues e ska ritornano di prepotenza in Vale la pena dove si parla di tutto quello che si ha in comune, ma che alla fine non cambiano le persone.

Come ogni anno, le fila si chiudono con Buon Natale più acustica e delicata rispetto alle tracce precedenti dell’album.

In conclusione, che dire di questo disco? È un disco abbastanza leggero, ma non per questo da buttar via. È onesto e fatto con il cuore e, proprio per questo, porterà alla mente una miriade infinita di ricordi. Magari mettetevelo in macchina e fatevi un viaggio, in tutti i sensi.

 

Vanni Versini – Onda Musicale

— Onda Musicale

Tags: Franco Battiato, U2, Placebo, Vanni Versini, Vertigo
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