Recensioni e Interviste

Intervista a Matteo Scansani che ci racconta il suo progetto musicale

E’ uscito venerdì 17 settembre False Ipotesi, il nuovo singolo del progetto musicale solista di Matteo Scansani, International Washing Machines.

False Ipotesi è un brano dove si intrecciano sintetizzatori, chitarre, batteria e basso, il tutto è accompagnato da una musica rilassante, onirica, ricercata. Benvenuti in un mondo fuori dagli schemi, dalle mode, dalle dinamiche delle playlist e delle condivisioni. Questo progetto, sfacciato e sincero, è la follia emotiva di chi non ha ancora smesso di sognare nella propria cameretta.

Ecco cosa ci ha raccontato.

Come hai impiegato il tempo concesso dalla pandemia? 

“Il tempo durante la pandemia l’ho impiegato mettendomi a studiare musica, colmando lacune che avevo soprattutto in ambito teorico. In questo periodo ho compreso che quello che volevo veramente fare nella vita era la musica, definendo il passaggio dalla concezione di quest’ultima come hobby a obiettivo di vita.

Quando sei entrato in contatto con la musica e quando hai capito che sarebbe stata per sempre parte della tua vita? Hai mai dubbi a riguardo?

“In contatto con la musica ci sono entrato sin da quando ero piccolo, se parliamo di ascolto. A casa si ascoltava musica, non troppa a dir la verità, ma abbastanza da farmene appassionare. Sinceramente non so precisamente quando ho capito che sarebbe stata per sempre parte della mia vita: forse come dicevo prima durante il periodo del primo lockdown, ma è stata comunque una cosa graduale, avvenuta durante gli anni, mentre aumentava il bisogno di dargli spazio all’interno della mia vita.

Ci sono altre arti, come per esempio il cinema, letteratura o altro, che sono in grado di influenzarti musicalmente? 

“Assolutamente sì. Una in particolare, se non l’unica: la letteratura. Sono sempre stato, e lo sono tutt’ora, un appassionato di letteratura, il che dà una grossa mano soprattutto per la stesura dei testi, che per me sono la parte di maggiore importanza all’interno del progetto musicale. La musica è in stretto legame con la letteratura: non a caso testi di alcuni autori sono andati a finire nei libri di scuola e sono studiati tra i banchi (forse ancora troppo poco).

Ci descrivi il periodo della tua vita quando hai scritto “False Ipotesi”? Ti senti ancora così?

“Quando ho scritto “false ipotesi” ero in un periodo di introspezione, di studio su me stesso. Vivevo un momento di “bella confusione”, che mi portava a staccarmi dalla realtà attraverso la realtà, come se dovessi analizzare qualsiasi cosa vivessi. Infatti il brano è una descrizione di sensazioni fatta attraverso la narrazioni di situazioni concrete che fungono da metafore. È come spiegare l’astratto attraverso avvenimenti concreti. Se mi sento ancora in confusione? Sì. Se è ancora definibile bella? Non lo so. Forse la cosa mi sta fuggendo un po’ di mano…

Quali sono i tuoi prossimi step?

I miei prossimi step, in ambito artistico, sono quelli di continuare la mia ricerca e sperimentazione con l’obiettivo di creare una mia propria identità distinguibile e fedele il più possibile alla mia persona. Adesso sto già lavorando a nuovi brani dove sento di aver fatto passi avanti in questo ambito. A livello concreto, spero, dopo l’uscita dell’EP, di riuscire a portare il più possibile la mia musica da vivo, così da iniziare ad entrare concretamente nel giro, cosa che mi è risultata impossibile in questo periodo visto le restrizioni dovute al covid. Poi il futuro è sempre un grande punto di domanda, quindi non saprei dirti con precisione i miei prosai step. Vedremo…

— Onda Musicale

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