Recensioni e Interviste

Intervista al cantautore urban milanese Ponee

Esce oggi venerdì 19 novembre 2021 Battuta/Bazooka (in distribuzione Believe), il nuovo singolo di Ponee, un nuovo capitolo e un nuovo inizio sfacciatamente pop per il cantautore urban di Milano.

Battuta/Bazzoka è presentato insieme alla realtà creativa “Caramello”, di cui Ponee è co-fondatore e con la quale dà sfogo alle proprie idee, tra showcase, concerti e format musicali. Abbiamo parlato con lui di cosa è successo durante il suo periodo di assenza, di creatività a 360 gradi e di cosa hanno in comune una battuta e un bazzoka.

Ecco cosa ci ha raccontato.

Qual è la connessione tra Battuta e Bazooka?

Diciamo che sono due immagini che rappresentano, per me, un modo differente di affrontare le cose, di affrontare i problemi. La prima è la sdrammatizzazione attraverso l’ironia e l’autoironia; quella leggerezza che però non è superficialità. La seconda invece è l’istinto distruttivo e auto-distruttivo di quanto tutto sembra andare male, di quando vorresti mandare tutto all’aria perché non ce la fai più. E in effetti il brano, in modo un po’ celato, vuole raccontare questo: la difficoltà nella scelta di un mezzo, di una modalità di approccio per il superamento di certe situazioni.

Cos’è cambiato in questi mesi di assenza per il progetto Ponee?

Sicuramente la scrittura che è meno irruente; pur mantenendo un carattere di spontaneità. Non so se per quale motivo eh, però ho cercato di guardare e riguardare ogni parola e ogni frase finché non mi sembrasse che filasse al meglio, sia sul piano musicale sia per quello che riguarda le sensazioni. E’ una scrittura che pensa molto al tipo di sensazione che trasmette più che al significato apparente, ma questo c’era già prima in parte. E poi direi anche alcune scelte di arrangiamento o di linee vocali che caratterizzano questi nuovi lavori, anche grazie alla collaborazione più stretta, tra tutti, con Simone Manzotti.

E più in generale?

Diciamo che in generale tutto è stato scandito dalle varie evoluzioni o involuzioni della pandemia; perciò di base anche le cose da raccontare ne hanno risentito. Però per quello che riguarda Ponee mi piace scrivere storie slegate da un tempo preciso o una situazione particolare, o meglio: mi piace nascondere elementi della mia vita quotidiana dentro a una narrazione più ampia. E sicuramente in parte la staticità di questo ultimo periodo su vari aspetti mi ha rallentato anche nella gestazione di alcuni brani, ma direi tutto normale.

Ci piace il tema di “concetto di creatività a 360 gradi; ovunque ci sia musica”, ce lo spieghi?

Si, in realtà è abbastanza semplice e contemporanea la questione; diciamo che chi fa musica al giorno d’oggi lo fa in un contesto in cui la musica è accompagnata e supportata da 300mila altri aspetti di contorno, e ovviamente curarli al meglio aiuta a enfatizzare anche la propria visione musicale. Forse quello che a volte dispiace è quando il “contorno” supera la “portata principale”, come se andassi al ristorante e il cibo fosse l’ultima delle attenzioni dopo l’arredamento, il design, la gente che lo frequenta etc…. quando insomma la musica è un pò relegata a un ruolo marginale. Per quanto difficile però è anche una sfida quella di portare avanti il proprio progetto arricchendolo con contenuti e dinamiche extra-musicali: ad esempio per l’uscita dell’ultimo Ep avevo fatto, insieme alla realtà Superfluo, una sorta di mostra in vetrina per i passanti che potevano, quindi, usufruire di materiale legato all’EP stesso. Non è sempre facile perché ovviamente ciò richiede tempo e impegno però credo che chi ascolta e osserva lo percepisca.

È vero che c’è più musica che ascoltatori?

Direi che praticamente sì, che non è di per sé un male ovviamente; lo diventa quando poi però la fruizione della musica si limita a un ascolto superficiale, poco appassionante. Nel senso che io sono mega-fan della libertà di fare musica e delle possibilità per tutti e tutte che gli strumenti di oggi ci danno; allo stesso tempo però non mi piace quando la musica è per un determinato personaggio solo un modo di diversificare il proprio business e non qualcosa di sincero. Alla base ci deve essere quella sincera voglia o esigenza di farla. Che poi, con il tempo, diventi un business, un lavoro, e che la si affronti con una strategia è un altro discorso ed è normale.

— Onda Musicale

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