Recensioni e Interviste

Intervista a Forse Danzica

E’ uscito giovedì 13 gennaio 2022 in distribuzione Believe Digital il nuovo singolo di Forse Danzica dal titolo Noir

Un nuovo capitolo electro-pop dalle venature post-punk del progetto di Matteo Rizzi dedicato a tutti quelli che, almeno una volta, si sono sentiti immersi nel sentimento dello spleen. Noir è la nuova colonna sonora dell’isolamento milanese e Matteo Rizzi lo racconta così: 

La cosa che mi è sempre piaciuta dell’immaginario noir è che in un certo senso i protagonisti di quei film sono le vittime. Questa canzone è stata scritta in un momento in cui mi facevo molta tenerezza, quasi pena, che è una cosa che detesto, in cui quindi mi sentivo una vittima per varie ragioni. Parla in ogni caso di spleen, noia, nevrosi, angoscia, ma anche di richiesta di comprensione e di compassione, a partire dall’idea claustrofobica di una stanza opprimente e angosciante, da dove vorresti scappare, ma oltre alla quale non hai nulla, perché quella stanza è in realtà tutt’uno con i tuoi pensieri

Non abbiamo resistito e ne abbiamo parlato direttamente con lui.

Vediamo qua e là qualche riferimento al cinema muto. Ci abbiamo preso? Qualche titolo che dobbiamo assolutamente recuperare per entrare nel tuo mondo?

Ci avete preso, il riferimento più plateale è a Il Gabinetto del Dottor Caligari di Robert Wiene. Di Wiene poi c’è anche Genuine che è molto bello, e in generale tutto il mondo dell’espressionismo tedesco di quegli anni è un punto di incontro abbastanza importante tra me e Arianna, che è l’art director del lato visual del progetto. A me piaceva soprattutto il lato musicale, tutto questo immaginario è partito dalla mia passione per il Pierrot Lunaire di Schoenberg, ma anche dell’Erwartung e in generale di tutta la sua fase espressionista. Poi Arianna mi ha fatto un listone di film da recuperare e non c’è più stato nemmeno bisogno di parlarci, abbiamo capito cosa volevamo fare e in che modo.

Che ruolo ha avuto Studio Cemento nel tuo progetto?

Arianna, appunto, è la founder di Studio Cemento, quindi il suo ruolo è fare principalmente direzione artistica. Lei è stata la prima a voler capire il nostro progetto, e ad accompagnarci in alcune esplorazioni di assestamento che abbiamo fatto all’inizio del 2021, mentre cercavamo di capire meglio la nostra strada. Siamo anche diventati molto amici perché è sempre stata un supporto emotivo e psicologico costante e con me non credo sia facile. Con Davide, che è l’altra figura di Studio Cemento con cui ci interfacciamo regolarmente, lavoriamo a tutta la parte tecnico-musicale, nel senso che lui cura mix e master dei nostri pezzi. Abbiamo anche fatto un super ritiro in montagna quest’estate per chiudere i pezzi dell’ep.

Noir è il tuo nuovo singolo, che ruota un po’ attorno al sentimento dello spleen. Di cosa si tratta?

Anime che gemono nel tedio infinito. Ovviamente il primo nome che viene in mente con questa parola è quello di Baudelaire, però credo che in generale questo senso di malinconia, noia, inadeguatezza alla vita, claustrofobia esistenziale e via dicendo sia qualcosa che riguardi molti di noi. Il mio tentativo di “curarlo” è provare a estetizzarlo, anche se il gioco regge tendenzialmente poco e solo nei momenti più lucidi.

Piani per il 2022?

Prima di tutto uscirà l’EP, che credo potrà chiarire quello che stiamo cercando di fare. Nel frattempo sto lavorando a un album che sta prendendo una forma che personalmente mi sembra molto interessante. Speriamo poi di suonare un po’. Infine vorrei scrivere gli spartiti dei miei pezzi per una personale paranoia legata alla volatilità del digitale.

— Onda Musicale

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